Libertà di espressione
"La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure."
(art.21, Costituzione Italiana)
"C'è chi ha molto da dire e non può aprir bocca,
Uno dei fondamentali pilastri della democrazia è minacciato dai moralisti o, peggio, dalle grandi lobby del potere. La satira non è più gradita, anzi è mal tollerata (cfr. l'intervento di Gasparri a "Quelli che il calcio", o le minacce di lancio di uova marce a Benigni casomai avesse osato ironizzare sul governo) ed è uscita una nuova legge sull'editoria secondo la quale chiunque faccia informazione su internet senza essere un giornalista commette reato di stampa clandestina. In parole povere, se non sono d'accordo con te possono farti chiudere il sito e magari pure sbatterti in galera. (Mentre se tu fossi giornalista, gli basterebbe minacciarti di espellerti dall'ordine dei giornalisti. Cioè: o taci, o finisci per strada disoccupato.) Per giunta va dilagando un garantismo buonista che è palesemente e indecorosamente fasullo e marcio fino al midollo, volto a mettere un bavaglio all'unico mezzo di comunicazione veramente libero - cioè Internet.
Se anche tu credi nella libertà di scelta, dì NO alla censura!
SOMMARIO:
Vedi anche:
Il grande fratello
e
Diritti umani negàti
e chi non ha niente da dire ma non la smette di parlare."
NO ALLA CENSURA DI INTERNET!
di JB
Purtroppo sta accadendo ad Internet quello che è già capitato alla televisione: da quando è esploso come fenomeno di massa, c'è chi non vede l'ora di imbrigliarlo secondo i suoi interessi (vedi Bill Gates & co.) o secondo il suo opinabilissimo "senso della moralità" (per la stessa ragione, le streghe venivano messe al rogo).
Internet è nato libero, e libero deve restare! L'informazione è già ampiamente monopolizzata e controllata dai mass-media tradizionali (giornali, radio, televisione, cinema, musica..): Internet è l'unico territorio rimasto dove l'informazione è veramente libera. Ma la questione è: fino a quando?
Ad esempio, con la scusa di tutelare i minori si consente a moralisti sessuofobi di impedire la pornografia su Internet (vedi quello che è successo in Australia) - il che va contro le più elementari regole del vivere civile nonchè del libero arbitrio: se uno trova la pornografia indecente, se ne astenga; ma con quale diritto si permette, di impedire ad un altro di fare ciò che meglio crede per sè?
"Posso non essere affatto d'accordo con la tua idea, ma mi batterò affinchè tu possa esprimerla", diceva giustamente Voltaire..
Chi mette al mondo un figlio ne è responsabile: LUI, mica tu! Se teme che suo figlio possa rimanere traumatizzato da alcuni contenuti di Internet, si adoperi LUI affinchè ciò non avvenga:
Oppure può cominciare a considerare che suo figlio non è un pupazzetto di pelouche. E che non si diventa certo grandi impedendosi di conoscere le verità presupposte scomode.
Impedire che contenuti ritenuti a priori "diseducativi" circolino su Internet, equivale a impedire alle automobili di circolare liberamente per strada "perchè sennò il mio piccolino potrebbe essere investito". Come ai bambini si insegna ad attraversare la strada (e fino a quando non sono in grado di farlo da soli li si conduce per mano), altrettanto accada su Internet.
FENICE.INFO OSCURATO!
di JB
In barba all'articolo 21 della Costituzione Italiana, il 10 Gennaio 2003 qualcuno ha fatto chiudere questo sito. Il prezzo per riaprirlo è stato subire il sopruso che mi veniva imposto, e cioè rinunciare al quel diritto inalienabile che è la libertà di espressione - un bene prezioso che però, a quanto pare, sta rapidamente passando di moda. E nessuno ne parla. Perchè nessuno è autorizzato a parlarne. Tutte le voci "fuori dal coro" vengono prontamente zittite: prima cercano di corromperti, poi di spaventarti ..ma se ancora non cedi, passano ai sistemi più subdoli: TUTTO, pur di toglierti di mezzo.
DELLA SERIE "C'È POCO DA RIDERE".. Signor presidente, ho tre domande: In quel momento suona la campanella dell'intervallo e tutti gli alunni escono dall'aula. Al ritorno, Bush invita nuovamente i bambini a fare delle domande e Joey gli chiede:
Ho cinque domande da farle:
Il presidente George Bush vuole aumentare la sua popolarità. Arriva in una scuola elementare e spiega il suo piano di governo. Chiede nel frattempo che i bambini facciano delle domande. Il piccolo Bob chiede la parola:
«Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria. .. Quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell'autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all'autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s'intende revocato e privo d'ogni effetto.» (Costituzione Italiana, articolo 21)
Tuttavia la censura ha trovato il modo di aggirare la legge, con codicilli tipo: «.. all’interno dei propri domini (incluse eventuali aree private) non potranno essere inserite pagine contenenti materiale o estratti di materiale che .. recano offesa o producono danno diretto o indiretto a chiunque. .. Non saranno altresì accettate pagine contenenti esasperazioni di credi religiosi o di fedi politiche, filosofiche ecc.» (Policy Aruba.it)
In altre parole: basta che a qualcuno non piaccia ciò che pensi, per ottenere dal tuo provider di metterti a tacere. Dal momento che è matematicamente impossibile piacere a tutti, ci sarà sempre qualcuno che si sentirà offeso o turbato da ciò che io penso. In un Paese civile, questo qualcuno viene considerato CAPACE DI INTENDERE E DI VOLERE - pertanto egli INTENDE che questo sito gli fa schifo, e se non VUOLE più vederlo è liberissimo di andarsene e non tornarci più: la cosa riguarda lui, non me. Invece, in barba a "la stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni", io devo sottostare all'autorizzazione dal mio provider: se quel che penso non piace, la si può considerare una "esasperazione filosofica" e oscurarmi senza che io ci possa fare alcunchè. Il tutto, paradossalmente, a norma di legge: senza nessun "atto motivato dell'autorità giudiziaria", come invece pretenderebbe la Costituzione; senza neppure l'intervento di ufficiali di polizia: è il provider stesso che arroga su di sè il potere giudiziario e quello esecutivo, una specie di implacabile e invincibile Giudice Dredd col suo farneticante slogan totalitario e liberticida: "La legge sono io".
Così è stato sufficiente che un imbecille mi accusasse ingiustamente, perchè il mio provider decidesse di far sparire nel nulla il frutto di tre anni e mezzo di mio duro lavoro (peraltro non remunerato, visto che dal sito non ci guadagnavo un centesimo). Il tutto evitando che si arrivasse a un processo, perchè appunto l'avrei vinto io. :-p
Ora che ho rimosso le pagine che davano fastidio, mi è stato dato il permesso (!) di riattivare il sito - ma mi ritrovo nella stessa situazione di prima: alla prima lagna, mi verrà nuovamente posta la "scelta" (o RICATTO, fate voi) fra obbedire auto-censurandomi, oppure vedermi nuovamente chiudere il sito.
Se avessi messo in piedi l'ennesimo stupido sito porno a pagamento, a quest'ora sarei ricco.
Invece ho voluto creare un sito intelligente e gratis, e rischio quotidianamente la galera.
Non ho parole.
(E, se anche le avessi, non potrei scriverle senza venir citato in giudizio per diffamazione.)
HAI UN SITO? LO STANNO PER CHIUDERE.
da PuntoInformatico.IT
Entra in vigore la nuova legge 62/2001 (7 marzo 2001) sull'Editoria attraverso la rete Internet, la quale prevede che chi pubblica delle informazioni su un sito senza registrarsi incorre nel reato di stampa clandestina, che in Italia è punito con una sanzione variabile tra il mezzo milione di multa e i due anni di carcere (oggi depenalizzato).
Ogni sito Internet viene ora considerato "prodotto editoriale" e, come tale, rientrante nelle disposizioni storicamente censorie della legge sulla stampa.
A scanso di equivoci, la registrazione di cui parla la legge consiste nell'assunzione/individuazione di un direttore responsabile che abbia i requisiti per essere iscritto all'Ordine dei Giornalisti o agli elenchi speciali per le testate specializzate e che "controfirmi" la registrazione del sito presso il tribunale della città ove risiede "l'editore".
Con questa legge si vuole penalizzare praticamente tutto il materiale attualmente pubblicato su tutti i siti esistenti in Italia. Il 95% dei siti e' ora considerato stampa clandestina e saranno costretti a chiudere !!!
Questa legge esiste solo in Cina e ai alcuni paesi non democratici, adesso anche in Italia.
Quello che sta accadendo è "grave" perché porterebbe ad una massiccia chiusura di piccoli siti informativi in quanto non potranno permettersi delle ulteriori spese per mantenere gli elevati costi di un responsabile editoriale come viene richiesto dalla legge 62/2001.
Bisogna combattere questa battaglia in tutti i modi perché il governo sta cercando di mettere un bavaglio al mezzo di informazione più diffuso al mondo. Su queste basi [è stata] lanciata da tantissimi webmaster e utenti Internet una iniziativa di raccolta firme attorno ad una petizione che chiede l'abrogazione della nuova legge sull'editoria e in particolare dei commi 1 e 3 dell'articolo 1, quelli che estendono gli obblighi di registrazione ai siti "che fanno informazione".
UN ANNO DOPO..
su Punto Informatico
25/02/02 - .. A quasi un anno dall'inizio della .. mobilitazione degli utenti italiani di internet contro la legge sull'editoria, la legge 62/2001, la legge Comunitaria 2001 approvata il 20 febbraio dal Parlamento italiano porta con sé un importante quanto decisivo chiarimento sull'informazione online. L'articolo 31 del provvedimento .. recita infatti: "Deve essere reso esplicito che l'obbligo di registrazione della testata editoriale telematica si applica esclusivamente alle attività per le quali i prestatori del servizio intendano avvalersi delle provvidenze previste dalla legge 7 marzo 2001, n. 62, o che comunque ne facciano specifica richiesta" Un articolo che smentisce tutti coloro che nei giorni più caldi della protesta hanno dichiarato "chiarissima" la legge 62/2001, colma invece di contraddizioni e pericolose generalizzazioni. .. Cade così per chi ha un sito internet o gestisce una newsletter o, ancora, sfrutta interfacce multimediali per propagare informazioni qualsiasi obbligo di registrazione. .. Ed è curioso che la cosa stia passando quasi del tutto inosservata sulla stampa. Ad ogni modo, come osserva acutamente in queste ore anche l'associazione degli utenti ADUC, .. proprio quel passaggio dell'articolo 31 della legge comunitaria .. perpetua in rete come già sulla carta la discriminazione tra operatori dell'informazione ..: chi si registra e solo chi si registra potrà godere di agevolazioni e defiscalizzazioni finanziate con i soldi pubblici per posizionarsi al meglio in rete e avvantaggiarsi sugli altri operatori dell'informazione. .. Osserva Vincenzo Donvito dell'ADUC ..: "La distinzione .. ci sembra solo una concessione al potere vincolante dell'ordine dei Giornalisti in materia. .. In questo modo è stato creato il mercato dei 'ricchi' e quello dei 'disgraziati', dove i primi sono quelli osservanti le vecchie leggi e per questo beneficiati dai soldi dello Stato, e i secondi sono i 'ragazzi dell'informazione' a cui si concede di continuare a fare il giornalino scolastico". [Commenta] Paolo De Andreis: ".. Eppure alla fine dei giochi quello che rimane è un peso sullo stomaco. Non solo perché non si è avuta l'abrogazione della legge che in decine di migliaia abbiamo chiesto con la petizione promossa da questo sito insieme a più di 3mila altri siti italiani; ma anche perché la normativa comunitaria suggella la migrazione nel "sistema internet" di un cancro che già avvolge l'informazione cartacea: quello della discriminazione tra chi fa informazione e dispone del bollino blu rilasciato dall'Ordine dei giornalisti e dalla corporazione degli editori e chi vorrebbe farla in forza dei precetti costituzionali ma non può perché senza bollino blu è fuorilegge. .. L'articolo 31 di quel testo propone la creazione di due territori: da una parte l'informazione ufficiale che gode di prebende dello Stato e alla quale si può accedere solo se si soggiace alle regole ottocentesche delle corporazioni e dall'altra tutti gli altri, che se vorranno competere con l'informazione dal bollino blu dovranno farlo potendo contare esclusivamente sulle proprie forze." |
APPELLO PER LA LIBERTÀ DI ESPRESSIONE
di PeaceLink (C.P. 2009, 74100 Taranto - tel. 0349-2258341 fax 178-2279059)
.. Vista la scandalosa nuova legge sull'editoria .. non possiamo fare a meno di mobilitarci, ognuno coi mezzi che ha a disposizione, per salvaguardare la libertà di espressione in Italia [e affinchè] sia garantito anche in rete il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione, stabilito dall'articolo 21 della nostra costituzione.
.. L'informazione popolare, gratuita, amatoriale e basata sul volontariato rischia di morire a tutto vantaggio dell'informazione commerciale e centralizzata dei grandi gruppi mediatici, editoriali e televisivi.
Denunciamo il modello dittatoriale che domina il flusso planetario delle notizie. La maggior parte delle informazioni che circolano su giornali, telegiornali, radio e riviste proviene da un oligopolio di agenzie di stampa internazionali, che ogni giorno svolgono un'opera di selezione, controllo e filtraggio delle informazioni.
.. Quattro agenzie di stampa gestiscono da sole l'80% del flusso delle notizie sull'intero pianeta: sono le americane Associated Press e United Press International, la britannica Reuter e la francese France Presse. .. Spesso le realtà più emarginate e le più grandi ingiustizie sociali vengono semplicemente ignorate. Tutta l'informazione prodotta al di fuori del cerchio ristretto delle grandi agenzie di stampa viene soffocata e travolta dai colossi dell'informazione. I protagonisti delle notizie vengono immediatamente espropriati delle informazioni che li riguardano, e immediatamente i fatti vengono raccontati, una volta filtrati dai grandi gestori dell'informazione, senza che coloro che sono parte in causa abbiano la possibilità di esprimersi.
Tutto ciò può essere combattuto soltanto garantendo una molteplicità delle fonti informative e garantendo a ogni individuo l'accesso a potenti canali comunicativi attraverso il pieno utilizzo delle nuove tecnologie della comunicazione. La concentrazione di grandi gruppi editoriali, televisivi e mass-mediatici, frutto del cammino inesorabile verso il mercato globale, sta soffocando la piccola editoria, l'autoproduzione letteraria, la stampa locale, le piccole riviste delle associazioni e degli organismi no profit, schiacciati da un "libero" mercato sempre più esigente e competitivo.
Ogni giorno, nell'indifferenza generale, muoiono riviste, case editrici, piccole radio locali e molte altre forme di espressione editoriale, radiofonica e televisiva che non possono garantire il profitto necessario alla propria sopravvivenza. Questa nuova forma di censura e di limitazione della libertà di stampa, che si nasconde dietro la presunta ineluttabilità delle leggi economiche, è un grave pericolo per la nostra libertà di espressione, per il nostro pluralismo e per la nostra democrazia. I nuovi bavagli alla libertà di stampa, alla libertà giornalistica e alla libertà editoriale passano inosservati alla maggior parte delle persone, e proprio per questo rappresentano una preoccupante minaccia per una società civile distratta.
.. Tutti devono poter partecipare alle attività dei mezzi di comunicazione, producendo, consultando e rielaborando informazioni, in rete e fuori, senza nessun controllo governativo o commerciale. .. Rifiutiamo qualsiasi legge o normativa che introduca in rete elementi di restrizione o repressione, o che limiti l'utilizzo delle tecnologie telematiche, come è già accaduto per le tecnologie radio, dove un sistema di autorizzazioni e licenze ha di fatto impedito l'accesso diffuso e popolare alle possibilità di cambiamento sociale offerte dalle trasmissioni radio.
Clicca qui per aderire all'appello.
DISEGNO DI LEGGE SUI DOMINI ".IT": DELIRIO NORMATIVO O LUCIDA PREMEDITAZIONE?
di Manlio Cammarata, da Interlex.it
.. Il testo approvato il 31 gennaio scorso dalla Commissione giustizia del Senato non è solo un progetto per di "burocratizzare" il governo della Rete in Italia, ma soprattutto una specie di colpo di mano contro la libertà dell'internet. Se dovesse passare, costituirebbe un freno molto forte allo sviluppo della società dell'informazione del nostro Paese.
.. L'articolo 1 [stabilisce] "chi può registrare cosa". .. I primi due commi vietano tutto a tutti, mentre il terzo esclude dal divieto alcuni soggetti. Con il comma 6 si introduce la prima complicazione burocratica (stabilendo che i nomi a dominio devono essere inseriti anche nel registro delle imprese e nel REA, .. tenuti dalle Camere di commercio).
.. L'articolo 1-bis, .. comma 4, contiene previsioni di eccezionale gravità, [in particolare]: "Il titolare del dominio è l'unico responsabile dei contenuti dei siti consultabili attraverso lo stesso." Errore di principio: il titolare del dominio può non essere l'autore dei contenuti, o questi possono essere immessi al di fuori delle sue possibilità di controllo immediato. .. Secondo la lettera di questa disposizione, tin.it sarebbe "l'unico responsabile" dei contenuti degli innumerevoli siti tizio.tin.it, caio.tin.it eccetera.
.. In conclusione, queste norme possono avere come unico effetto la fine dei servizi di hosting, la chiusura di tutti gli spazi di discussione, il trasferimento all'estero dei servizi di registrazione dei domini ".it", in sostanza la morte dell'internet in Italia. .. è naturale chiedersi se tutto questo derivi da pura incapacità di legiferare o da un disegno preordinato, volto a mettere sotto stretto controllo la Rete (nei limiti in cui può farlo un singolo Stato). [Sta di fatto che in Italia viene a costituirsi] un solo organismo governativo che decide su tutti gli aspetti dell'uso e dello sviluppo della Rete, dall'individuazione dei registrar all'accreditamento dei mantainer, dalle regole di naming alla sicurezza della rete e dei dati personali, dalle azioni promozionali in proprio o attraverso terzi alla definizione dei protocolli, significa di fatto il commissariamento dell'internet da parte del Governo. ..
INTERNET CENSURATO
di Martin Lutero, da OndaQuadra #3
.. Non bastano pochi e isolati paladini del cybermondo libero, ci vuole molto di più, ci vuole una coscienza collettiva. ..
I 20 PAESI NEMICI DI INTERNET
di Sergio Cecchini, da Reporter Senza Frontiere
Quarantacinque paesi controllano l'accesso a Internet - nella maggior parte dei casi attraverso un provider unico di accesso. .. Con la scusa di proteggere gli utenti "dalle idee sovversive" o " di garantire la sicurezza o l'unità del paese", alcuni di questi regimi vietano totalmente ai loro cittadini l'accesso a Internet. Altri governi che controllano il o i provider, usano dei filtri per bloccare i siti pericolosi oppure obbligano ogni utente a registrarsi presso le autorità di governo.
Per i regimi autoritari, Internet pone un doppio problema: da un lato permette a ogni cittadino di approfittare di una libertà di espressione mai conosciuta in questi paesi e per questo costituisce una minaccia. D'altra parte, Internet è un fattore di crescita economica, grazie soprattutto al commercio elettronico e agli scambi di informazioni tecniche e scientifiche. Cose che spingono alcuni governi a sostenere il suo sviluppo.
Apparentemente è quest'ultimo aspetto a prevalere, per esempio in Malesia e a Singapore, dove il controllo dei siti giudicati "pericolosi" si rivela molto difficile per le autorità. Inoltre, i naviganti della Rete riescono ad aggirare la censura: criptaggio, "server di anonimato" (che serve per consultare siti vietati o scambiare le email), connessione attraverso linee internazionali, cellulari o satellitari, ecc.
.. 20 paesi controllano l'accesso [a Internet] totalmente o parzialmente, hanno censurato dei siti o hanno censurato dei naviganti. .. Sono: l'Arabia Saudita, i paesi dell'Asia centrale e del Caucaso (Azerbaigian, Kazakistan, Uzbekistan, Tagikistan e Turkmenistan), la Bielorussia, la Birmania, la Cina, la Corea del Nord, Cuba, l'Iraq, l'Iran, la Libia, la Sierra Leone, il Sudan, la Siria, la Tunisia e il Vietnam.
Inoltre:
LA GRANDE SFIDA ALL'HACKING
di Martin Lutero, da OndaQuadra #2 18/06/2001
La nuova legge sull'editoria .. è un altro pezzo di normativa liberticida pensato dalle corporazioni nate nel corso del Fascismo e maturate nel dopoguerra, come l'Ordine dei giornalisti. .. Il tentato suicidio della normativa sui domini, evitato per un soffio dallo scioglimento delle Camere, la lunga operazione lobbystica anti-provider, che ha rinsaldato i grandi a spese dei piccoli, l'approvazione pressoché unanime della legge sull'editoria: sono tutte componenti di un unico atteggiamento che oscilla tra ignoranza e supponenza. Con in più la beffa che la classe politica si autopremia e si autoassolve con tanto maggiore volgarità quanto più plateale è l'errore commesso.
.. Chi .. chiama Utopia .. la circolazione delle informazioni e delle opinioni veloce, libera, con schemi random e imprendibili, soprattutto incontrollabile .., non ha compreso quali sono le conseguenze di una umanità che possa incontrarsi liberamente nel ciberspazio.
Oggi la rete non è assediata solo dall'ignoranza di un Legislatore cieco ma anche da Forze dell'Ordine sempre più specializzate nel contrastare il crimine online e sempre meno critiche nei confronti degli abusi che contro la rete si commettono. Abusi ben più gravi, perché compromettono il libero sviluppo della società elettronica. E danneggiano, dunque, tutti.
La Controriforma reazionaria trae dall'ignoranza fiumi di linfa vitale e il suo cammino è già iniziato. .. Da migliaia di anni .. sono i pochi a decidere per tutti e le applicazioni di Democrazia che fin qui abbiamo visto non hanno fatto altro che complicare le cose, consentendo allo stesso tempo, però, un controllo senza precedenti persino sulla formazione delle opinioni dell'individuo, cioè sulle fondamenta della propria personalità. Praticamente uno stupro.
Nelle sue potenzialità internet può bucare gli opprimenti bastioni della Controriforma e creare una orizzontalità democratica del tutto inedita sul pianeta. Ma oggi, e dobbiamo esserne consapevoli senza incertezze, la via è già stata sbarrata.
.. Chiunque non sia un bravo hacker non ha possibilità di rendersi davvero anonimo quando si trova in rete, non ha una vera possibilità di sfuggire a schedature elettroniche connaturate agli attuali protocolli di comunicazione online. Schedature che diventano strumento fertile di caccia e repressione per la Controriforma. .. Oggi "professare liberamente la propria opinione è scavare la propria fossa", parafrasando Sinead O'Connor. Perché ci sono opinioni tollerate in rete o fuori ma ce ne sono altre, molte altre, che se espresse ti mettono invariabilmente nei guai.
L'OPEN-SOURCE
da "Latinoamerica" n.74, su OndaQuadra #4 19/11/2001
.. L'"Open source", ovvero programmi non commerciali più potenti di quelli dei colossi multimiliardari, .. è in pericolo, per diversi motivi. Il primo, e più palese, è la drammatica impreparazione della classe dirigente di fronte al nuovo mezzo. Poi vi è la paura degli oligarchi nei confronti di questa realtà sconosciuta e potenzialmente rivoluzionaria. Infine la natura intrinseca del liberismo che pretende di imporre le proprie leggi e la propria cultura annientando le leggi e le culture altrui. .. La Rete rappresenta oggi lo strumento radicale della libertà di pensiero. Da sempre la produzione e la diffusione delle idee avviene tramite organizzazioni spontanee, informali, "ad-hoc cratiche". La Rete è un ambiente ostile per la cristallizzazione dei ruoli e la burocratizzazione.
EQUIPARARE L'HACKING AL TERRORISMO?!
di Antonella Serafini, da Censurati.IT, su OndaQuadra #4, 19/11/2001
.. Il Governo americano sta spingendo a tavoletta per approvare una legge che equiparerebbe [l'hacking al] terrorismo (inteso come quello serio, che si fa con armi chimiche, batteriologice e nucleari). E si approfitterà del caso dell'abbattimento delle Twin Towers per proporre leggi che in altri momenti avrebbero trovato .. un terreno non fertile. [Ad es. Carnivore, che fu presentato al Congresso "guarda caso" giusto 5 giorni prima dell'attentato - ndJB.]
«Il 24 settembre, il Dipartimento di Giustizia degli Stati uniti ha reso pubblico il testo dell'ATA (Anti-Terrorism Act, legge anti-terrorismo). Questo decreto, redatto dal DOJ come iniziativa per fronteggiare la minaccia terroristica manifestatasi .. con l'attentato di New York, verrà presentato (approvato?) al Congresso USA ..: insieme a reati come attentati dinamitardi e assassini, vi è la presenza dei reati informatici, accomunati sotto l'infamante etichetta del terrorismo. Hackers, crackers, virus-writers, web-defacers dovranno essere considerati, secondo l'Amministrazione americana, terroristi a tutti gli effetti: modificare una pagina web e schiantare un aereo contro un grattacielo è la stessa cosa. [Invece] gli hackers sono stati, sono e saranno sempre più gli spiriti liberi dell'Era digitale, fautori del mondo libero della Rete, della libera circolazione delle idee e delle informazioni, della collaborazione organica e disinteressata. Non sono gli hackers a sradicare popolazioni, a violentare terre, a costruire armi micidiali. I terroristi e i prepotenti sono altri, sono altrove.» (Tritemius, l'hacker che ha trovato dei bugs nello Shape della Nato, bugs al Credito Cooperativo, alla BBC e in altri importanti siti)
.. Dopo la legge approvata dal Senato americano sul controllo delle email, vengono seri dubbi sul potere della libertà della rete. Il fatto che molti temono che con internet si perde il monopolio informativo dei media, è provato dalla neonata .. nuova legge sull'editoria, votata all'unanimità. .. Avere un suddito ignorante è molto più facile da gestire di un suddito con delle idee e delle iniziative. E soprattutto, se il popolo-suddito non ha idee, non si rischia l'ammutinamento.
ASINO DI LEGGE
da un PDF ricevuto per email
Asino di legge. Con rispetto parlando. Ma la legge non ammette ignoranza.
Chi utilizza per la propria impresa programmi software clonati abusivamente non solo fa qualcosa di illegale, ma non si comporta neanche da furbo.
Magari sembra un modo di risparmiare sui costi aziendali, ma in realtà non conviene. Può costare infatti un sacco di grane. Pesanti sanzioni amministrative e civili, multe fino a 15.000 Euro, carcere fino a 3 anni.
Pensate ancora che sia un affare?
Un consiglio: non clonate il software. Rubatelo! In negozio, nei centri commerciali o presso il Vs. rivenditore di fiducia. Le pene sono meno severe: carcere sempre fino a 3 anni, ma multa solo fino ad un massimo di 516 Euro (1.000.000 di lire) Chiedete al vostro avvocato, se non ci credete.
E mettetevi in regola in fretta. È cambiata la musica e da ora in poi i controlli sul territorio saranno sempre più capillari.
Per chi fosse sprovvisto di senso dello humour: il presente articolo è da considerarsi satira e assolutamente NON un invito e neppure un consenso a violare la legge. (Coi tempi che corrono, a scanso di equivoci mi tocca pure specificarlo.. :_)
IL SUPER TRIBUTO ALLA SIAE
da Alta Fedeltà Digitale
[Nel 2002 è stato approvato] dal consiglio dei ministri un decreto di recepimento di una direttiva europea che, tra le altre cose, [ha dato] luogo a un aumento indiscriminato (fino all'8000%) dei tributi dovuti alla SIAE sui supporti analogici e digitali audio, video e dati .. e potrebbe essere inserito un tributo del 3% su tutti gli apparecchi di registrazione, hard disk compresi. Attenzione: non importa assolutamente se i CD-R, per esempio, vengono usati per la registrazione di dati informatici o delle proprie foto digitali: il tributo alla SIAE, prelevato alla fonte, ovviamente, è comunque dovuto.
Riportiamo qui sotto la tabella degli aumenti previsti dal decreto legge:
Prodotto | Compenso 2002 | Compenso dopo il decreto |
Audio cassetta 60 min. | euro 0,036 (circa 70 lire) | euro 0,60 (1160 lire) |
CD-R audio 74 min | euro 0,08 (circa 155 lire) | euro 0,56 (1084 lire) |
CD-R dati 650 Mb. | euro 0,05 (circa 100 lire) | euro 0,84 (1626 lire) |
Video cassetta VHS 180 min | euro 0,06 (circa 116 lire) | euro 1,35 (2613 lire) |
DVD - R 180 min | Nessun compenso | euro 2,04 (3350 lire) |
Videoregistratore analogico | Nessun compenso | 3% del prezzo |
Masterizzatori CD dati | 3% sul 20% del prezzo = 0,60 | 3% del prezzo |
Apparecchio multifunzione (con tre o più funzioni) | 3% sul 20% del prezzo = 0,60 | 1,5% del prezzo |
INTERNET, L'EUROPA RALLENTA
da Europa.EU.INT
Uno studio della Commissione Europea teso a verificare il piano "eEurope", mostra un rallentamento sensibile della diffusione di Internet nel Vecchio Continente. Tra i dati resi noti, la crescita molto bassa (appena il 2% da dicembre a giugno 2001) delle connessioni "casalinghe". Svezia e Olanda rimangono i paesi a più alta diffusione dell'accesso, con percentuali che superano il 60%, così come l'Italia resta sotto la media europea (che è pari al 38%) con appena un 30% di famiglie connesse alla rete.
COMMENTA SU WEB, RISCHIA LA GALERA
su Punto Informatico, 10 Gennaio 2003
.. Su una bacheca di discussione online, il tedesco Holger Voss, .. identificato dalla magistratura dopo la denuncia di uno dei partecipanti del gruppo in cui avveniva il dibattito, aveva scritto: "Sì, complimenti agli assassini dell'11.09... È un bene che l'11.09 una coppia di uomini veri (!) abbia trovato il coraggio di mostrare chi è il diavolo, ciò che gli USA sono davvero!" Sotto quelle frasi Voss, che si definisce antimilitarista, aveva posto un piccolo disclaimer, avvertendo che quanto detto sopra era da considerarsi una provocazione.
Nonostante il disclaimer, il magistrato che ha analizzato la denuncia ha comunque deciso di istruire un procedimento giudiziario e Voss è stato chiamato in aula per rispondere del proprio pensiero con l'accusa di aver infamato le vittime dei sanguinosi attentati di New York e Washington e aver difeso un crimine.
Il giudice che ha presieduto il processo ha però assolto Voss perché non ha intenzionalmente approvato gli attentati; un portavoce della Corte ha spiegato che "il problema risiedeva nel fatto che senza leggere il disclaimer finale uno avrebbe potuto pensare che l'autore del messaggio avesse approvato l'attentato". Come a dire, dunque, che se questo fosse stato il caso Voss avrebbe meritato la galera.
Come nota la BBC, in molti hanno criticato tutto l'accaduto, ritenendo di per sé deprecabile che un caso del genere sia giunto in aula. Ma altri fanno notare come la legge tedesca - e non solo quella tedesca - vieti espressamente l'apologia del crimine, considerato uno dei più gravi reati di... opinione.
SEQUESTRATI DOMINI BLASFEMI
su Neural.IT, 9 Luglio 2002
Dopo una denuncia dell'Osservatore Romano, il Nucleo speciale per la radiodiffusione e l'editoria di Roma della Guardia di Finanza ha messo sotto sequestro i domini www.porcamadonna.com, www.porcodio.com, www.bambinello.com, www.bestemmie.com e www.bestemmia.com. I rispettivi siti .. sono di proprietà di una società per la commercializzazione di capi d'abbigliamento con scritte blasfeme, che venivano venduti online e in un negozio del centro di Roma. Le accuse sono: offesa alla religione dello Stato mediante vilipendio di persone, offesa alla religione dello Stato mediante vilipendio di cose, frode informatica, pubblicazione e spettacoli osceni, atti e oggetti osceni. [Come se non fosse risaputo che il principale uso di internet è a fini pornografici. :-p ndJB]
Il corpo militare ha sbandierato due anni d'indagini e l'abilità di essere intervenuti su materiale fisicamente situato presso provider degli USA (Washington e California). .. In realtà per quanto riguarda le accuse di offesa alla religione di Stato essa ora sussiste poco visto che da due anni il 'vilipendio della religione dello Stato' è stato dichiarato costituzionalmente illegittimo poichè la religione cattolica non è più religione di stato. Inoltre i siti sono stati oscurati solo nella loro home page, come si può notare accedendo direttamente alle pagine interne.
.. Il parlamentare europeo radicale Marco Cappato è stato il primo a reagire a quest'ennesimo sopruso nei confronti della libertà d'espressione. Secondo il deputato "Avere utilizzato per 20 mesi le risorse della Guardia di Finanza per andare all'inseguimento di bestemmiatori online corrisponde ad una scelta imbecille di priorità nell'impiego delle 'Fiamme gialle', nonchè ad una violazione clamorosa della libertà di espressione." .. Azioni che sono in piena contraddizione con principi fondamentali garantiti ormai anche dai trattati dell'Unione. Il deputato ha concluso che i siti dei radicali sono siposti ad ospitare i contenuti censurati.
[Perfettamente d'accordo. Pur aborrendo le bestemmie, secondo me la questione è semplicissima: o viene giù Dio in persona e li querela per le offese, oppure bisogna dedurre che l'unica parte lesa non si ritiene tale. ;-) ndJB]
SLAPP: SCHIAFFEGGIARE I CONSUMATORI INSODDISFATTI
su MadCow
[There is a] corporate technique that has become so popular that it even carries its own cute nickname in legal circles: "SLAPP suits," an acronym for "strategic lawsuits against public participation" are designed to sue people into silence and submission. "Thousands of slapps have been filed in the last two decades, tens of thousands of Americans have been slapped, and still more have been muted or silenced by the threat," write law professors George Pring and Penelope Canan in their 1996 book, Slapps: Getting Sued for Speaking Out. "[F]ilers of slapps rarely win in court yet often _win_ in the real world, achieving their political agendas. We found that slapp targets who fight back seldom lose in court yet are frequently devastated and depoliticized and discourage others from speaking out _chilled_ in the parlance of First Amendment commentary." They are also often broke since these suits not only divert critics_ time and energy, but force them to spend huge amounts of money defending themselves in court. "The longer the litigation can be stretched out . . . the closer the slapp filer moves to success," observes New York Supreme Court Judge J. Nicholas Colabella. "Those who lack the financial resources and emotional stamina to play out the _game_ face the difficult choice of defaulting despite meritorious defenses or being brought to their knees to settle. . . . Short of a gun to the head, a greater threat to First Amendment expression can scarcely be imagined."
.. Slapp suits threaten the very foundation of citizen involvement and public participation in democracy.
IN ONDA COL BAVAGLIO
dal libro "Proibitissimo!", di Menico Caroli, Garzanti
Tollerata fino al 1935, la musica jazz era inserita nei palinsesti radiofonici previa traduzione in italiano del nome dei suoi interpreti: Benny Goodman in Beniamino Buonuomo, Louis Armstrong in Luigi Astronni o Braccioforte, Duke Ellington in Del Duca, Hoagland Carmichael in Carmelito. Una circolare del partito nazionale fascista nel 1924 ordinò l'italianizzazione delle parole straniere (ad es. giovanottiera anzichè garçonniere).
Filiberto Guala, amministratore delegato RAI nel 1954, redasse le "Norme di autodisciplina per le trasmissioni televisive" sulla base di una bozza giunta dal Vaticano e approvata da Pio XII. Erano vietate molte parole: alcova, amplesso, casino, delitto, parto, sudore, talamo, vizio, verginità, ascelle, cosce (se non riferito al pollo), intestino (meglio "organismo"), scopare (meglio "spazzare"), uccello (piuttosto "passero").
"Resta cu'mme" di Domenico Modugno fu censurata nel 1957 perchè diceva "nun me 'mporta d'o passato / nun me 'mporta 'e chi t'ha avuto", che divenne "nun me 'mporta d'o passato / mille lacrime m'ha dato".
Mina venne esiliata dalla RAI dal 1962 al 1964 per aver concepito un figlio fuori dal matrimonio. Nilla Pizzi venne esiliata per aver divorziato.
Nel 1971 "Gesù bambino" di Lucio Dalla fu considerato un titolo blasfemo, così lo sostituì con 4 Marzo 1943 (sua data di nascita). E dovette cambiare "giocava alla Madonna" in "giocava a fare la donna".
Per non condizionare il voto nel referendum sul divorzio, la RAI non trasmise la canzone "Sì" di Gigliola Cinquetti.
"Questo piccolo grande amore" fu trasmesso in RAI solo dopo che Claudio Baglioni cambiò "la paura e la voglia di essere nudi" in "la paura e la voglia di essere soli".
La prima volta che fu consentito in Italia trasmettere per radio e TV una canzone contenente la parola "sesso", fu nel 1966. ("C'è per tutti un complesso, il problema del sesso": Celentano, "Mondo in mi settima") Nel 1970 esisteva un elenco di parole sconsigliate alla radio: sudore, inguine, amante, ernia, piedi, divorzio, membro.
NON MI LASCIO CENSURARE DA BUSH
di Ennio Caretto, su Io Donna, 4 Ottobre 2003
.. Christiane Amanpour, la più celebre giornalista televisiva americana, una di quelle a cui il presidente Bush nega le interviste, ha avuto il coraggio di dire in diretta .. ciò che quasi tutti i colleghi avevano taciuto: "In Iraq le TV USA, e in qualche misura anche la mia, si lasciarono intimidire dall'amministrazione e dai suoi soldati della TV Fox, e permisero che si creasse un clima da paura e di autocensura". Quando la CNN l'ha convocata .. ha rifiutato di fare marcia indietro. Il suo capo, Jim Walton, ha dovuto ridimensionare lo scandalo: ".. Ha parlato a titolo personale e la rispetto. Ma .. i suoi commenti non rispondono alla realtà."
Senza dubbio, la CNN non ha voluto creare un altro caso Arnett. Alcuni anni fa, Peter Arnett .. aveva già rischiato grosso con le corrispondenze da Baghdad nel 1991 - il Pentagono le aveva trovate "antipatriottiche" - e la CNN lo costrinse a dimettersi.
.. Ma Christiane non esitò. "Nessuno tra noi, i politici, i servizi segreti, si interrogò, per esempio, sulla presenza o meno delle armi di sterminio in Iraq", disse. "Ma l'amministrazione potrebbe averci ingannato". Una pausa. "Alla fine della guerra, una guerra su cui ho ancora dei dubbi, a Baghdad c'era il caos. Ma non riuscimmo a impiegare questo termine perchè il Pentagono ci accusò di falsare la realtà." Poi l'attacco alla TV Fox, di proprietà di Rupert Murdoch, così destrorsa da fare da cinghia di trasmissione a Bush, e da bollare la Amanpour come "la voce di Al Quaeda".
LA DISNEY PARACULA BUSH
di Giovanna Grassi, su Il corriere della Sera del 6 Maggio 2004
.. La Walt Disney ha drasticamente annunciato che non distribuirà .. il film-documentario .. "Fahrenheit 9/11" di Michael Moore, .. che affronta i rapporti del presidente Bush con le massime corporation saudite e con il clan di Osama Bin Laden lungo l'arco di trent'anni, arrivando sino all'evacuazione dei parenti di Bin Laden dagli USA dopo l'attacco terroristico dell'11 settembre con un aereo .. fornito dal governo. .. "Nel film ci sono anche molte interviste ai soldati americani in Iraq che esprimono le loro critiche sulla guerra voluta da Bush."
.. "La Disney ha, oltre a molti altri interessi, la paura delle reazioni del fratello di Bush, Jeb Bush, governatore della Florida dove la Disney ha i suoi più redditizi parchi a tema.", [ma] la Disney ribatte cautamente che il film "affronta una materia non adatta al pubblico familiare". [Se così fosse, bastava distribuirlo nella categoria PG o NC-17. ndJB]
BUSH FA CHIUDERE UNA MOSTRA D'ARTE "IRRIVERENTE"
da "Il corriere della sera" (12 Dicembre 2004), "Il venerdì di Repubblica" (14 Gennaio 2005) ed altre fonti
New York: chiusa in fretta e furia una mostra d'arte amatoriale (allestita nello spazio pubblico del Chelsea Market, un mercato coperto del West Side di Manhattan), "rea" di esporre - fra una sessantina di altre opere - un ritratto di Bush composto con piccole teste di scimmia. (Fatto curioso: il 2004 era appunto l'anno cinese della scimmia.)
La piccola tela «Bush e scimmie», realizzata dallo studente d'arte Chris Savado, è stata venduta su internet per 4000$ (che andranno in beneficenza), ma una sua riproduzione resterà in segno di protesta sull'Holland Tunnel per un mese - sotto gli occhi di centinaia di migliaia di automobilisti.
BOLLINO ROSSO PER LA GIALAPPA's BAND
di Maria Novella Oppo su L'Unità del 26 Aprile 2004
Tra le altre vergogne orchestrate in tv domenica, in spregio della festa della libertà, c'è da registrare anche la censura al programma della Gialappa's Band «Mai dire domenica». Ovviamente il direttore di Italia 1 Luca Tiraboschi nega che si possa parlare di censura, ma lo sfidiamo a trovare una parola più adatta a definire un taglio di 40 minuti di gag interpretate da Neri Marcoré, Giobbe Covatta, il mago Forrest e Marcello Cesana (il Gurzo). Tutti colpevoli di aver citato o interpretato personaggi politici in epoca di malintesa par condicio. Ieri sera l’intimazione è arrivata anche a "Striscia". Ricci: "Vedremo".
Come se la legge, che prevede l'obbligo per i candidati di non invadere gli spazi della programmazione facendosi propaganda illecita, fosse invece lo strumento adatto per impedire la libertà di espressione, e quindi di satira, che è garantita dalla Costituzione e non può essere sospesa da nessuna normativa.
Le cose sono andate così, come le racconta per la Gialappa Marco Santin: «Solo venerdì ci hanno comunicato che dovevamo eliminare quei pezzi, ma, nel comunicarcelo, nessuno dell'azienda ci ha voluto mettere la faccia. Abbiamo avuto la notizia tramite un avvocato che riceveva ordini da qualcuno di cui non poteva fare il nome». Una scena quasi altrettanto satirica quanto quelle tagliate.
E come mai Mediaset non ha mostrato la faccia, l'autorità interna, i responsabili ai quali risaliva la decisione messa in atto improvvisamente? Come ogni azienda, anche quella di Berlusconi ha le sue gerarchie, che questa volta sono state scavalcate da un'autorità superiore, o addirittura suprema, che si è nascosta dietro una legge varata per tutt'altri scopi.
Così le forbici hanno colpito anche Dante Alighieri interpretato da Giobbe in perfette terzine, nonché l'irresistibile Gasparri (molto meglio dell'originale) di Neri Marcoré e perfino il Gurzo, animale immaginario che evidentemente ha trovato spazio nelle liste di Forza Italia. Nonché i sondaggi del mago Forrest, che non sono certo meno attendibili di altri della casa.
«E come mai le forbici - chiede Santin - hanno risparmiato Emilio Fede che sbeffeggiava in diretta una candidata del centrosinistra (Lilli Gruber)? Sarà forse perché il direttore del Tg4 è dello stesso partito dell'editore?». La domanda non ha bisogno di risposta. Mentre un grosso interrogativo pende sulla prossima puntata (l'ultima di stagione) del programma di Marco Santin, Carlo Taranto e Giorgio Gherarducci, incorso nella censura insieme a Blob (che da giorni va in onda «imbavagliato») e al programma di Carlo Lucarelli sulla storia della mafia. ..
«Nel fine settimana è arrivata la denuncia della Gialappa’s che ha terminato "Mai dire domenica" su Italia 1, alle 21.45, circa 40 minuti prima del previsto. Ieri è stata la volta della presa di posizione delle ‘Iene’, Davide Parenti in testa: "La normativa sul periodo preelettorale me la sono letta e ho capito una cosa: è ambigua. .. L'editore ha ritenuto inopportuno trasmettere battute di satira politica. La normativa è la stessa di sempre: .. non si possono mandare in onda immagini di esponenti di partito e di lista. .. La parola d'ordine è prudenza, per non rompere le scatole a nessuno. [Quest'anno] si è aggravata la prudenza nell'interpretazione di questa norma. Probabilmente la maggiore attenzione data dalla Rai a questo problema, quella che ha investito programmi come 'Blob' e 'Blu notte', ha portato anche Mediaset a regolarsi di conseguenza." .. Sulla questione Luca Tiraboschi, direttore di Italia 1, aveva già detto la sua. "Nessuna censura", ha fatto sapere dopo aver valutato la posizione di quelli della Gialappa’s, "Mediaset non ha fatto altro che applicare le regole del periodo pre-elettorale. Ci vuole malafede a parlare di censura nei confronti della Gialappa’s. Lo dimostrano gli oltre 10 anni di ininterrotto rapporto con il loro talento. Se poi si vuole creare l’incidente a tutti i costi, è un altro discorso, nemico del buonsenso. Se non avessimo voluto correre rischi non avremmo insistito nei giorni scorsi per portare da 10 a 13 gli appuntamenti coi loro show. La verità è che i Gialappa’s hanno sempre potuto esprimere la loro creatività nel modo assolutamente più libero, liberi persino di andare a volte, anzi spesso, un po’ sopra le righe".» (MilleCanali)
«Carlo Taranto, Giorgio Gherarducci e Marco Santin in arte Gialappa’s Band si ribellano all’Ufficio Legale di Mediaset che ha intimato al trio di operare dei tagli su alcune gags che vedono protagonisti i personaggi politici nella trasmissione "Mai dire domenica". Il primo taglio riguarderebbe la parodia del ministro Gasparri e dopo questa tante altre stanno al vaglio dell’autorità garante. Quest’anno la stessa autorità garante ha emanato un regolamento più restrittivo che rischia di imbavagliare la satira e la Gialappa’s si sta preoccupando seriamente per il proseguo delle loro trasmissioni basate tutte sulla satira pungente.» (Nonsolomusica)
VIETATO RIDERE DEI NUOVI POTENTI
di Silvia Luperini, su "Sette" de "Il corriere della sera", #4 - 2004
[La] comica napoletana Rosalia Porcaro .. è finita sotto silenzio come ospite del RAIOT di Sabina Guzzanti cancellato dal palinsesto di RaiTre. Poi, a poche ore dalla messa in onda [del] suo intervento a "Qualcosa è cambiato", condotto da Alda d'Eusanio su RaiUno, [ha fatto la fine di Paolo Rossi e Daniele Luttazzi]. Ma che cosa ha fatto di così grave? .. Tutto questo putiferio è nato da .. uno sketch .. che diceva: "Se mèttene paura tutt' quant' che Berluscono leva l'articolo 18. Se nun ve state zitte, quello vi leva pure gli altri 17". .. "La censura non me l'aspettavo proprio", spiega [l'interessata], "anche perchè avevo già tolto preventivamente delle battute sulla guerra e su Previti. Mi sembravano poco adatte, visto il clima di paura che si respira in Rai." E invece, malgrado mille precauzioni, l'epurazione è stata decisa da Fabrizio del Noce in persona. Le motivazioni? Paradossali. Una nota della direzione spiega che la Porcaro parla un dialetto napoletano poco comprensibile in un programma a diffusione nazionale. E che lo sketch non è adatto alla prima serata di Raiuno. |
PUTIN, IL NUOVO ZAR
di Luigi Ippolito, su "Sette" de "Il corriere della sera", #4 - 2004
La sociologa Olga Kryshtanovskaya [ha radiografato] l'ascesa dei siloviki, gli uomini della forza arrivati al potere sotto l'ala di Vladimir Putin. In cima alla sua lista ci sono i due ex uomini del KGB Igor Secin e Viktor Ivanov, i potenti vicecapi dell'amministrazione presidenziale. Segue, ovviamente, Nikolaj Patrushev, il capo dell'FSB, il servizio di sicurezza erede del KGB.
.. Ora nell'elite russa c'è un 25% di militari [fra] uomini dell'esercito, dei servizi di sicurezza, della polizia. Dai tempi di Gorbaciov, l'aumento di queste persone è stato di 12 volte: a quell'epoca loro costituivano il 3.7%. .. Ai tempi di Eltsin era l'11.2%; .. nell'ultimo anno del suo potere, .. il 17.4%.
[Alla] TV russa, due volte alla settimana trasmettono questa immagine: al Cremlino un tavolo con Putin a capo e alcuni membri del governo. Ciò viene definito riunione di Putin con i membri del governo. In realtà ne fanno parte quegli uomini del governo che sono subordinati direttamente e immediatamente al presidente. Sono in 16. .. E' una commistione tra governo e Consiglio di Sicurezza, ma si tratta di una cerchia più ristretta sia del governo che del Consiglio di Sicurezza. .. Ora di queste persone il 58% sono militari. [Sotto di loro] ci sono 7 rappresentanti plenipotenziari che hanno i loro apparati che constano di 1500 persone. Queste 1500 persone al 70% sono militari. [Tutto ciò senza tener conto di quelli che lavorano a strutture "affiliate" all'FSB.]
I militari con Putin si occupano non solo delle questioni di sicurezza, ma anche dell'economia, della politica, dell'informazione e delle elezioni. All'inizio dell'anno presso la Commissione Elettorale è stato istituito un Consiglio di Osservazione, che si occupa del controllo delle elezioni. A guidarlo è il gnerale dell'ex KGB Andrej Przhezdomskji. Poi moltissime persone provenienti dai servizi segreti sono piazzate in varie organizzazioni legate alle telecomunicazioni: internet-provider, compagnie di telefonini.. [Penso che] anche i cellulari [siano] controllàti: è la possibilità di sorvegliare ognuno, per ogni evenienza.
.. Nel periodo dal 1991 al 1993 il KGB si è disgregato in più frammenti. .. Nel '93 è cominciato un esodo di massa: .. 300 mila alti ufficiali hanno abbandonato il KGB. Dove sono andati a finire? Soprattutto nelle strutture private, nelle grandi banche. Praticamente ogni compagnia più o meno importante aveva due dipartimenti dove erano arrivati quelli del KGB: dipartimento di sicurezza e servizio d'intelligence. Molti [altri ex-ufficiali del KGB] hanno costituito strutture in proprio, che si chiamano imprese private di vigilanza. ..
IL CASO SGRENA (giornalista italiana rapita in Iraq)
Insomma: il solito vecchio trucco della falsificazione alla Mary Poppins: "basta un poco di zucchero e la pillola va giù". Se si limitassero alle menzogne, prima o poi qualcuno se ne accorgerebbe.. invece le condiscono con qualche briciolo di verità, e falsificano il tutto alla grande.
"Tanto il calderone mediatico travolge tutto e tutti. Chi vuoi che si fermi a riflettere, e a vagliare il falso dal vero?"
Io.
Vi presento un riassuntino degli articoli comparsi sul "l'Unità" di domenica 6 marzo 2005. Le conclusioni, traetevele da voi. (E non mi riferisco al caso in sè, bensì allo stato della tanto millantata "libertà di espressione" così cara alla nostra "democrazia".)
LA VERSIONE USA
Alle 21 circa, una pattuglia nel settore occidentale di Baghdad ha visto un veicolo che andava ad alta velocità verso il check-point 504 e ha tentato più volte di dare un avvertimento all'autista per farlo fermare, con segnali del braccio e della mano, facendo lampeggiare luci bianche, e sparando poi colpi di avvertimento: prima sul lato anteriore della macchina e poi al blocco motore, per fermare il veicolo. LA VERSIONE DEI SUPERSTITI
PERCHÈ HANNO AVVISATO SOLO A LIBERAZIONE AVVENUTA?
"ALCUNE" INCONGRUENZE
COS'È SUCCESSO PRIMA
COS'È SUCCESSO DOPO
COMMENTI A CALDO
|