SCARICA GLI EBOOK DELL'INTERA TRILOGIA! (4.3MB) VAI ALLA PAGINA DI TALCO TALQUEZ SU FACEBOOK!

CLICCA QUI! (Anche solo per saperne di più.)
TI RIMANGONO APPENA PER LEGGERE "IL LIBRO"


Questa pagina è stata visitata 60267 volte dal 17 Giugno 2004.
Dimensione: 29524 bytes Ultimo aggiornamento: lunedì 3 maggio 2010 h.18:37
(Per non mostrare più l'intestazione delle pagine, clicca qui.)


Wisdom: dalla Materia allo Spirito IL GRANDE FENICE

"Io sono il Grande Fenice, che è in On, supervisore di tutto l'esistente.
[..] Mi librai in alto in volo quale dio primigenio e assunsi forme.
[..] Io sono Horus, il dio che dona luce per il tramite del suo corpo."

[Coffin Texts, Libro dei morti]

Disegnato da Paolo "Eshàl" Fumagalli

Gli antichi egizi furono i primi a parlare del Bennu (dal verbo BENU che significa risplendere, sorgere o librarsi in volo), che poi nelle leggende greche divenne la Fenice (da PHOINIX, che significa "rosso" o "albero solare" - nota che "Fenice" è il nome di una specie di palma da dattero). Uccello sacro favoloso, aveva l'aspetto di un'aquila reale e il piumaggio dal colore splendido, il collo color d'oro, rosse le piume del corpo e azzurra la coda con penne rosee, ali in parte d'oro e in parte di porpora (mai vista, una fiamma? ;-), un lungo becco affusolato, lunghe zampe e due lunghe piume - una rosa e una azzurra - che le scivolano morbidamente giù dal capo (o erette sulla sommità del capo). In Egitto era solitamente raffigurata incoronata con l'Atef (la Corona Bianca dell'Alto Egitto, con due piume di struzzo per lato: la corona di Osiride) o con l'emblema del disco solare.

Gli antichi la identificavano col fagiano dorato, tanto che un imperatore romano si vantò di averne catturata una [hahaha! :"-D ndJB]; nella Bibbia, con l'ibis; alcuni, col pavone; altri, con l'airone rosato o l'airone cinereo (arda cinerea) - basandosi sull'abitudine degli antichi Egizi di festeggiare il ritorno del primo airone cinereo sopra il salice sacro di Heliopolis, considerato evento di buon auspicio, di gioia e di speranza. [Va detto che gli egizi conoscevano meglio di certi studiosi di oggi la differenza abissale tra "rappresentare" e "identificare": nessuno di loro si sarebbe mai sognato di dire che la Fenice è un airone! ndJB] Il volatile più idoneo a rappresentarla invece ritengo sia la garzetta: una specie di uccello affine all'airone, di cui numerosi esemplari vennero sterminati solo poichè i loro ciuffi costituivano le "aigrettes" usate per confezionare i pennacchi coi quali si adornavano le dive. (Gli "asprì", italianizzazione del francese "esprit" - che, "guardacaso", significa proprio BA: spirito.)

Il Bennu Come l'airone che spiccava il volo sembrava mimare il sorgere del sole dall'acqua, la Fenice venne associata col sole e rappresentava il BA ("l'anima") del dio del sole Ra, di cui era l'emblema - tanto che nel tardo periodo il geroglifico del BennuIl geroglifico BAveniva impiegato per rappresentare direttamente Ra. [In Egitto, i BA di tutte le divinità erano simboleggiati da animali. Il BA di Iside, ad es., era un gatto. ndJB] Quale simbolo del sole che sorge e tramonta, la Fenice presiedeva al giubileo regale. Ed essendo colei che ri-sorge per prima, venne associata al pianeta Venere - che appunto veniva chiamato "la stella della nave del Bennu-Asar" (Asar è il nome egizio di Osiride, che si dice avesse rivelato al Bennu il segreto della vita eterna), e menzionata quale Stella del Mattino nell'invocazione: «Io sono il Bennu, l'anima di Ra, la guida degli Dei nel Duat [l'oltretomba]. Che mi sia concesso entrare come un falco, ch'io possa procedere come il Bennu, la Stella del Mattino.»

E come l'airone, che s'ergeva solitario sulla sommità delle piccole isole di roccia che sbucavano dall'acqua dopo la periodica inondazione del Nilo che ogni anno fecondava la terra col suo limo, il ritorno della Fenice annunciava un nuovo periodo di ricchezza e fertilità. (Non a caso era considerata la manifestazione dell'Osiride risorto, e veniva spesso raffigurata appollaiata sul salice, albero sacro ad Osiride). Per questa stessa ragione venne riconosciuta quale personificazione della forza vitale, e - come narra il mito della creazione - fu la prima forma di vita ad apparire sulla collina primordiale (sulla quale fu poi edificata la città di Heliopolis) che all'origine dei tempi sorse dal caos acquatico. Si dice infatti che il Bennu abbia creato sè stesso dal fuoco che ardeva sulla sommità del sacro salice di Heliopolis.

Una splendida immagine della Fenice nel cielo. Proprio come il sole, che è sempre lo stesso e ri-sorge solo dopo che il sole "precedente" è tramontato, di Fenice ne esisteva sempre un unico esemplare per volta (da cui l'appellativo "semper eadem": sempre la medesima - ed anche al giorno d'oggi sopravvive il modo di dire "essere una Fenice", ossia qualcosa di cui non si conosce l'uguale, introvabile, un esemplare unico): era sempre un maschio, e viveva in prossimità di una sorgente d'acqua fresca all'interno di una piccola oasi nel deserto d'Arabia, un luogo appartato, nascosto ed introvabile - citando il ben noto adagio di Metastasio ("Demetrio", atto II, scena III): "Come l'araba Fenice, che vi sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa". Ogni mattina all'alba faceva il bagno nell'acqua [simbolo alchemico delle emozioni, ndJB] e cantava una canzone così meravigliosa che il dio del sole arrestava la sua barca (o il suo carro, nella mitologia greca) per ascoltarla. Talvolta visitava Heliopolis (la città del sole, di cui era l'uccello sacro), e si posava sulla pietra ben-ben: l'obelisco all'interno del santuario della città (nota originariamente col nome di "Innu", che significa "la città dell'obelisco", da cui il nome biblico On).

Miniatura del XV sec. Quando, dopo aver vissuto per 500 anni (secondo altri 540, 900, 1000, 1461 / 1468 in base alle levate eliache di Sirio, o addirittura 12925 / 12954 / 12994 in base alla metà del ciclo precessionale), la Fenice sentiva sopraggiungere la sua morte, si ritirava in un luogo appartato e vi accatastava ramoscelli di mirto, incenso, sandalo, legno di cedro, cannella, spigonardo, mirra e le più pregiate piante balsamiche, con le quali intrecciava un nido a forma di uovo - grande quanto era in grado di trasportarlo (cosa che stabiliva per prove ed errori). Infine vi si adagiava, lasciava che i raggi del sole l'incendiassero, e si lasciava consumare dalle sue stesse fiamme mentre cantava una canzone di rara bellezza. Dal cumulo di cenere emergeva poi una piccola larva, che i raggi solari facevano crescere rapidamente fino a trasformarla nella nuova Fenice nell'arco di tre giorni (Plinio semplifica dicendo "entro la fine del giorno"), dopodichè il feniciotto (=giovane Fenice), giovane e potente, volava ad Heliopolis e si posava sopra l'albero sacro, "cantando così divinamente da incantare lo stesso Ra" - peraltro si dice anche che dalla gola della Fenice giunse il soffio della vita (=il Suono divino, la Musica) che animò il dio Shu.

Il Fisiologo ce ne dà una versione leggermente diversa: «[La Fenice] vive in alcune zone dell’India. .. Trascorsi 500 anni della sua vita, si dirige verso gli alberi del Libano, e si profuma .. entrambe le ali con diversi aromi. Con alcuni segni si annuncia al sacerdote di Eliopoli nel mese nuovo, Nisan o Adar, cioè nel mese di Famenòth, o di Farmuthì. Dopo che il sacerdote ha avvertito questo segnale, entra e carica l’altare di sarmenti di legno. Quindi il volatile arriva, entra nella città di Eliopoli, pieno di tutti gli aromi che sprigionano entrambe le sue ali; ed immediatamente vedendo la composizione di sarmenti che è stata fatta sull’altare, si alza e, circondandosi di profumi, .. volto alla luce del sole, con grande battito delle ali, si procura un incendio volontario .. e da solo si consuma. Poi, il giorno seguente, giunse un sacerdote e, dopo aver bruciato la legna che aveva collocato sopra l’altare, trovò qui, osservando, un modesto vermicello, che emanava un buonissimo odore. Poi, al secondo giorno, trovò un uccellino raffigurato. Il terzo giorno il sacerdote tornò a vedere e notò che l’uccellino era divenuto un uccello Fenice. Una volta salutato il sacerdote, volò via e si diresse al suo luogo antico.»

Antica xilografia medievale. Storicamente parlando, viene menzionata per la prima volta in un libro nell'esodo (VIII secolo a.C.), e uno dei primi resoconti dettagliati ce lo fa lo storico greco Erodoto circa due secoli dopo: «Un altro uccello sacro era la Fenice. Non l'ho mai vista coi miei occhi, se non in un dipinto, poichè è molto rara e visita questo paese (così dicono ad Heliopolis) soltanto a intervalli di 500 anni: accompagnata da un volo di tortore, giunge dall'Arabia in occasione della morte del suo genitore, portando con sè i resti del corpo del padre imbalsamati in un uovo di mirra, per depositarlo sull'altare del dio del Sole e bruciarli. Parte del suo piumaggio è color oro brillante, e parte rosso-regale (il cremisi: un rosso acceso). E per forma e dimensioni assomiglia più o meno ad un'aquila.» Proprio a questo spannometrico resconto di Erodoto, dobbiamo l'erronea denominazione di "Araba Fenice".

Secondo la versione fornitaci da Ovidio nelle Metamorphoses, invece, la Fenice «.. si ciba non di frutta o di fiori, ma di incenso e resine odorose. Dopo aver vissuto 500 anni, con le fronde di una quercia si costruisce un nido sulla sommità di una palma, ci ammonticchia cannella, spigonardo e mirra, e ci s'abbandona sopra, morendo, esalando il suo ultimo respiro fra gli aromi. Dal corpo del genitore esce una giovane Fenice, destinata a vivere tanto a lungo quanto il suo predecessore. Una volta cresciuta e divenuta abbastanza forte, solleva dall'albero il nido (la sua propria culla, ed il sepolcro del genitore), e lo porta alla città di Heliopolis in Egitto, dove lo deposita nel tempio di Iperione, il Titano padre del dio Sole [come Osiride era padre di Horus, ndJB].» Ad Heliopolis era appunto situata la Casa della Vita, luogo in cui i sacerdoti di Ra conservavano gli archivi dei tempi passàti. In quest'ottica, dunque, la Fenice è il nuovo profeta/messia che "distrugge" gli antichi testi sacri per far risorgere una nuova Religione dai resti della precedente. Com'è scritto nel Fisiologo, la Fenice «prende l’aspetto del nostro Salvatore, che scendendo dal cielo, riempì le sue ali dei dolcissimi odori del Nuovo e dell’Antico Testamento, come egli stesso disse: "Non sono venuto ad eliminare la legge, ma ad adempierla". E di nuovo: "Così sarà ogni scrittore dotto nel regno dei cieli, offrendo rose nuove ed antiche dal suo tesoro".»

Simbolo di rinascita spirituale.Simbolo cristiano. La lunga vita della Fenice e la sua così drammatica rinascita dalle proprie ceneri, ne fecero il simbolo della rinascita spirituale, nonchè del compimento della Trasmutazione Alchemica - processo Misterico equivalente alla rigenerazione umana ("Fenice" era il nome dato dagli alchimisti alla pietra filosofale).

Già simbolo della Sapienza divina (cfr. Giobbe 38 verso 36), intorno al IV secolo d.C. venne identificata con Cristo che risorge [presumibilmente per via del fatto che tornava a manifestarsi 3 giorni dopo la morte, ndJB], e come tale venne adottata quale simbolo paleocristiano di immortalità, resurrezione e vita dopo la morte.

«Ovidio scrive che "negli ELISI .. la FENICE vi spiega l'ali". In questa Vita Elisia nell'Empireo Regno si nasconde il Mistero ultimo della FENICE, l'Uccello di Fuoco che risorge dalle sue Ceneri, l'UOMO SOLE che ha conquistato la immortalità, la Luce perfetta della Conoscenza Integrale Ermetica e la Sapienza. .. EL-ISI = Sole e Luna, luogo e stato d'Essere Paradisiaco nel quale i raggi dei due grandi Luminari si penetrano in sintesi d'Amore puro. È uno stato vibrante dell'infinito nel Finito da cui procedono tutte le Potestà Intelligenti del Circolo Vitale e gli stati di Luce Beatificante., di delizia, di Gioia, di Sapienza, di Verità, d'Armonia, di Eternità; stato Elisiaco che non lo può intendere chi non lo prova.» (U.D.Cisaria)

Esistono controparti della Fenice in praticamente tutte le culture: sumera, assira, inca, azteca, russa (l'uccello di fuoco), quella dei nativi americani (Yel), e in particolare nella mitologia cinese (Feng), indù e buddista (Garuda), giapponese (Ho-oo o Karura), ed ebraica (Milcham):

    Il Feng-Huang

  • I cinesi hanno un gruppo di quattro creature magiche (detti "I quattro Spiritualmente-dotàti") che presiedono i destini della Cina, e rappresentano le forze primordiali degli animali piumati, corazzati [armored=celenterati?], pelosi e con squame. Questi quattro animali sacri sono: Bai Hu (la tigre) o Ki-Lin (l'unicorno) per l'Ovest; Gui Xian (la tartaruga o il serpente) per il Nord; Long (il drago) per l'Est; e, per il Sud, Feng (la Fenice) - detto anche Fêng-Huang, Fung-hwang o Fum-hwang. Rappresentava il potere e la prosperità, ed era un attributo esclusivo dell'imperatore e dell'imperatrice, che erano gli unici in tutta la Cina ad essere autorizzati a portare il simbolo del Feng. Era la personificazione delle forze primordiali dei Cieli, e talvolta veniva rappresentata con la testa e la cresta di fagiano e la coda di pavone. (Ma siccome i cinesi desideravano dare al Feng i più begli attributi di tutti gli animali, lo raffiguravano con la fronte della gru, il becco dell'uccello selvatico, la gola della rondine, il collo del serpente, il guscio della testuggine, le strisce del drago e la coda di un pesce.) Nel becco portava due pergamene o una scatola quadrata che conteneva i Testi Sacri, e recava iscritte nel corpo le Cinque Virtù Cardinali. Si dice inoltre che la sua canzone contenesse le cinque note della scala musicale cinese, e che la sua coda includesse i cinque colori fondamentali (verde, rosso, giallo, bianco e nero), e che il suo corpo fosse una mistura dei sei corpi celesti (la testa simboleggiava il cielo; gli occhi, il sole; la schiena, la luna; le ali, il vento; i piedi, la terra; e la coda, i pianeti). Il Feng viene a volte dipinto con una sfera di fuoco che rappresenta il sole, ed è chiamato "l'uccello scarlatto": l'imperatore di tutti gli uccelli.
    Spirito ardente. Nato dal fuoco nella "Collina del Falò del Sole", vive nel Regno dei Saggi, che sta ad Est della Cina. Beve acqua purissima e si ciba di bambù. Ogni volta che canta, tutti i galli del mondo l'accompagnano nella sua canzone di cinque note. [Faccio osservare che il gallo è colui che canta al sorgere del sole, e il 5 numerologicamente rappresenta lo spirito - pertanto "la canzone di note spirituali" è un inno sacro, una canzone spirituale. ndJB] Appare soltanto in tempi di pace e prosperità, e scompare nei tempi bui. [Ra abbandonò la Terra, deluso dalla malvagità degli uomini. ndJB] Diversamente dal Benu, il Feng può essere maschio o femmina, e vivere in coppia - coppia che rappresenta la felicità della coppia di sposi. Al concepimento, è il Feng a consegnare l'anima del nascituro nel grembo della madre.

  • Nella cultura induista e buddista, la Fenice si chiama Garuda: ha ali e becco d'aquila, un corpo umano, la faccia bianca, ali scarlatte e un corpo d'oro. È uno dei supremi veggenti d'infinita Coscienza. Narra la leggenda indù che Kadru, madre di tutti i serpenti, combattè con la madre di Garuda, imprigionandola. [Kundalini è il serpente di energia imprigionato nel 1° chakra. ndJB] Garuda andò quindi a recuperare del Soma, che lo rese immortale, per liberare sua madre da Kadru. Vishnu, colpito da ciò, lo scelse come avatar (l'incarnazione terrestre) o destriero. Comunque, Garuda mantenne un grande odio verso i Naga (la famiglia dei serpenti e dei draghi), e ne ammazzava uno al giorno per pranzo. Poi però un principe buddista gl'insegnò l'astinenza, e Garuda riportò in vita le ossa di molti dei serpenti che aveva ucciso.

    Karura e Ikki (il Cavaliere della Fenice)

  • In giappone la Fenice figura col nome di Ho-ho o Karura (storpiatura del nome indù Garuda): è un'enorme aquila sputafuoco dalle piume dorate e gemme magiche che ne coronano la testa, ed annuncia l'arrivo di una nuova era.

    Il Milcham e il suo uovo

  • Nelle leggende ebraiche, la Fenice viene chiamata Milcham. Dopo che Eva mangiò il frutto proibito, divenne gelosa dell'immortalità e della purezza delle altre creature del Giarino dell'Eden - così convinse tutti gli animali a mangiare a loro volta il frutto proibito, affinchè seguissero la sua stessa sorte. Tutti gli animali cedettero, tranne la Fenice - che Dio ricompensò ponendola in una città fortificata dove avrebbe potuto vivere in pace per 1000 anni. E alla fine di ogni periodo di 1000 anni, l'uccello bruciava e risorgeva da un uovo che veniva trovato nelle sue ceneri.

PARALLELI CON ALTRE FIGURE LEGGENDARIE:

  • Quetzalcoatl, dio uccello (serpente piumato) dell'America centrale, aveva il dono di morire e risorgere; grande sovrano e portatore di civiltà. Da un'iscrizione Maya del 987 d.C.: "Arrivò Kukulcan, serpente piumato, a fondare un nuovo stato". I toltechi ne parlano come di un re-sacerdote di Tollan, che morì nello Yucatan, forse arso su un rogo (come la Fenice).

    Wakonda

  • Wakonda, uccello del tuono degli indiani Dakota. Per i Sioux, "grande potere superiore", fonte di potere e saggezza, divinità generosa che sostiene il mondo e illumina lo sciamano [come Ra illumina il faraone, ndJB]

Mosaico medievale.SI DICE INOLTRE:

  • ..che la Fenice, dal momento che si crea da sè, non può avere alcun Maestro.
    Vero.

  • ..che, essendo un uccello unico (ne esiste soltanto una per volta), è un essere solitario
    Vero.

  • ..che è ancora più solitario per via del fatto che non si riproduce
    Falso.

  • ..che può vivere centinaia d'anni, ma sempre da sola, senza nessuno dei suoi simili.
    Vero, ma può stringere ottimi legàmi con le altre specie del luogo in cui si trova.

    La Fenice protegge la Terra.

  • ..che, pur essendo lo scopo della sua vita quello di riportare la felicità sulla Terra, lei stessa ha dovuto rinunciare alla sua felicità personale e alla possibilità di amare, dal momento che una Fenice non può avere un compagno.
    Falso: si tratta di un'inesatta interpretazione del fatto che la Fenice non possa avere eguali. È vero che non le occorre un altro essere della stessa specie per riprodursi, ed è vero che della sua specie esiste soltanto lei, ma non è affatto vero che non possa Amare.

ALTRE CURIOSITÀ:

    La costellazione della Fenice

  • La costellazione della Fenice (abbreviazione: Phe; ascensione retta centrale: 1 hr; declinazione centrale: -50°) è una costellazione dell'Emisfero Australe (quindi poco visibile da noi: soltanto parzialmente, d'inverno), situata vicino a Tucana (il Tucano) e Sculptor, in prossimità della luminosa stella alfa della costellazione Eridano. Fu così chiamata da Johann Bayer nel 1603, ed è costituita da 11 stelle. Assai curiosamente è universalmente stata riconosciuta come uccello, ed è stata chiamata Grifone, Aquila, Giovane Struzzo (dagli arabi) e Uccello di Fuoco (dai cinesi).

    Tatuaggio "tribale" della Fenice

  • Queste, le piramidi che furono dedicate alla Fenice: quella di Cheope, presso Giza, detta "dove il sole sorge e tramonta"; e, ad Abusir, le tre - Sahure, "splendente come lo spirito-Fenice"; Neferikare, "dello spirito Fenice"; e Reneferef, "divina come gli spiriti-Fenice".

  • Una interessante spiegazione ornitologica per il mito della Fenice, è che alcuni grandi volatili sbattono le ali sul fuoco per uccidere i parassiti col fumo. [E in effetti la Fenice, nel suo aspetto distruttore, viene a liberare il mondo dal male - i parassiti, appunto - bruciandolo col Fuoco Spirituale. ndJB]

  • A tutt'oggi troviamo tracce del mito della Fenice nell'usanza di festeggiare s.Antonio con un falò (il 17 gennaio). E che dire de "Le sacre ceneri", la prima domenica di Marzo - corrispondente grossomodo al mese di Nisan, il primo mese dell'anno secondo numerose religioni?

    Graffito nella catacomba di S.Callisto (250 d.C circa)

  • Fra le oltre 100 Fenici cristiane catalogate, da segnalare quelle (con tanto di raggi intorno alla testa, tipo il dio Mitra) dipinte nel 250 d.C. nelle catacombe di Santa Priscilla, nel Salario; quelle di ss. Cosma e Damiano, di San Pietro, dell'abside di Santa Prassede, a San Giovanni in Valle a Verona, le tre di Aquileia; ma se ne trovano anche nel cuore d'Europa (ad es. la Cattedrale di Poitiers, XIII sec.), in Nord Africa e in Oriente.

  • La Fenice era raffigurata sulle monete dell'imperatore romano Adriano e sui primi dollari americani (prima che l'immagine venisse convertita in aquila), ma viene tuttora spesso ritratta dove meno te l'aspetti (ad esempio alcuni videogiochi o cartoni animàti).

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI:

  • Erodoto, "Storie" II, 73
  • Plinio, "Naturalis historia", X, 2
  • Ovidio, "Metamorphoses"
  • Il fisiologo (bestiario medievale in latino), IX
  • Geroglifici: The Book of the Dead, The coffin texts

"There can be only one"

Fenice.info

AnkhAnkhBaBa

UTILI PROMEMORIA

  • Fuoco: simbolo di spiritualità universale, purificatore e guaritore, e pure civilizzatore (senza di esso le società umane non avrebbero potuto progredire) "Quiescit in sublimi": si acquieta solamente quando ha raggiunto la sommità, la perfezione.
  • Sole: nell'antico Egitto, a mezzogiorno era associato a un falco in volo (Horus) e a volte con un occhio che vedeva tutto e ardeva con giudizio (l'occhio di Horus). Più recentemente, il sole veniva anche detto "Lumen de lumine", luce da luce, spesso riferito a dio (cfr. il Credo dei cattolici). Interessante pure il detto odierno "Tutto nel lume suo viene a celarsi": ogni cosa scompare allorchè il sole risplende, da cui il significato di simbolo di persona eccelsa nella sua arte o virtù.
  • "Risorgere dalle proprie ceneri" .. significa che la fine di un ciclo non comporta la distruzione di tutto quanto fatto, bensì è permesso ripartire da dove si era arrivati per proseguire il cammino ad un livello superiore. Il Ciclo della Fenice è l’opposto di quello del Serpente Ouroboros. Infatti mentre il Serpente si riveste dei viventi per replicare se stesso e li getta come cambiasse la pelle; la Fenice, al contrario, è l’Iniziato che domina l’energia del Serpente e la usa per replicare se stesso e per risorgere ad un gradino di vita superiore. .. (Per la maggior parte degli individui .. dopo il primo passaggio di Saturno sul Saturno Radix, [a] circa 28-30 anni di età, inizia una continua involuzione e uno stato di immobilità spirituale e spesso anche materiale: la fase creativa ed evolutiva della vita è praticamente finita, tutto il resto è passiva e miserabile sopravvivenza. .. Chi non sa risorgere dalle proprie ceneri come una Fenice non farà nessun progresso, ma ogni anno tornerà sotto il giogo del Serpente. .. La Fenice sfugge al Ciclo del Serpente, in quanto non muore alla fine del ciclo per lasciare il posto alla propria discendenza, bensì [appunto] rinasce dalle proprie ceneri.) [da trigono.com]

Dal videogioco "Night slashers" ©1994 DataEast
La splendida sequenza della Fenice che risorge, tratta dal videogioco "Night slashers" (©1994 DataEast).