Questa pagina è stata visitata 8737 volte dal 17 Giugno 2004.
Dimensione: 9208 bytes Ultimo aggiornamento: lunedì 3 maggio 2010 h.18:37
(Per non mostrare più l'intestazione delle pagine, clicca qui.)
Tutti ne parlano, ma nessuno lo guarda. (O, per meglio dire, nessuno è disposto ad ammettere che lo guarda. ;-)
Sto parlando proprio de "Il grande fratello", e questa volta non mi riferisco al Grande Orwell, bensì proprio alla trasmissione televisiva unanimemente considerata lo specchio dei tempi che stiamo vivendo.
E io dò loro ragione, ma per ragioni assai differenti.. (e te pareva! ;-)
Il Grande Fratello come dimostrazione che il mondo di oggi si divide in guardoni (gli spettatori) ed esibizionisti (i concorrenti)? Sì, anche.
Il Grande Fratello come denuncia dell'invasività del controllo elettronico, fatto di telecamere così minuscole e camuffate che oramai ci seguono dovunque? Sì, anche.
Ma perchè nessuno pare aver ancora notato il Grande Fratello come sfacciata rappresentazione della vita?
Vediamo un po': che cosa abbiamo, qui?
Individui liberi che accettano di porre temporaneamente limite alla propria libertà, venendo reclusi in uno spazio limitato, senza possibilità di comunicare con l'esterno - a meno che non sia qualcuno da fuori a decidere di mettersi in contatto con loro. Incarnarsi è la stessa cosa: lo spirito si priva della libertà recludendosi in un corpo, che interagirà solo con esseri nella sua stessa condizione (altri spiriti reclusi in un corpo). E così facendo, perde ogni contatto con la dimensione dalla quale proviene - a meno che eventi sovrannaturali (pertanto fuori dalla sua portata) intervengano.. Inutile dire che un simile tipo di contatti è assai più raro delle incursioni di Daria Bignardi nella vita dei ragazzi della caSa.
Chi è fuori sorveglia chi è dentro, e pur non partecipando direttamente all'azione, ne trae lezioni di vita, spunti per riflettere, ecc. Che dall'Alto ci osservano, è cosa risaputa. E che vi siano degli spiriti disincarnati che imparano dai nostri errori (secondo la celebre massima di Eleanore Roosevelt: "Impara dagli errori degli altri: non vivrai abbastanza a lungo, per poterli compiere tutti da te."), è un'ipotesi tutt'altro che aberrante - almeno, per come la vedo io.
Chi ha organizzato il gioco, ha previsto una serie di prove: di abilità, di intelligenza, o di resistenza La vita ne è piena.
Quando qualcuno dei ragazzi viene eliminato, non occorre uno psicologo per constatare che ciò viene vissuto ed elaborato come un lutto C'è chi è felice (se la persona gli stava antipatica), c'è chi è triste.. Ma nessuno rimane indifferente al pensiero: prima o poi toccherà pure a me. Con tutto il carico di incertezze ed aspettative che ciò comporta.
Esiste anche chi si elimina da sè Perchè è triste, o perchè è stufo di giocare e/o non regge più il gioco. Esattamente come chi si suicida.
Uscire è una gioia per chi esce, mentre chi rimane prova uno stranissimo mix di invidia (beato lui che è nuovamente libero) e felicità (fortuna che sono ancora qui). Piangere i defunti è assurdo, come ogni bravo cristiano sa. (Peccato che i cattolici l'hanno dimenticato.) Piangiamo per noi, perchè per qualche tempo saremo incapaci di vedere il caro "estinto", ma lui sta senz'altro meglio di noi. (Peraltro qui concordano pure quei buffi individui che sono gli atei, cfr. la lettera di Epicuro sulla felicità: quando ci siamo noi, la morte non c'è; quando arriva la morte, non ci siamo più noi. Chi è morto non soffre e non ha rimpianti. Soltanto chi rimane.)
Uscendo, si ha modo di rivedere ogni cosa che è successa dentro la casa (provvede Daria stessa con il riassuntino, ma comunque sono disponibili le videoregistrazioni delle puntate precedenti): e soltanto uscendo si scoprono gli altarini, le piccole grandi ipocrisie crollano, e gli sbagli commessi si rendono evidenti. Ragione in più per vivere essendo sè stessi. (Quanto al riassuntino, non sto neanche a dilungarmi: è un fatto risaputo che in punto di morte si riveda "il film" della propria vita.)
Spesso chi rimane scopre di patire la mancanza di chi se n'è andato, mentre quand'era fra loro gli dava ben poca importanza (cfr. Mathias) I genii vengono sempre apprezzati postumi - SE vengono apprezzati. Gesù fu crocefisso. Socrate avvelenato. Gli esempi si sprecano.
Il fatto stesso di convivere con altre persone, porta a molte "scelte" dettate da necessità - vedi Lorenzo che fa sesso con Tati "in mancanza di meglio" (quasi una regressione a livello animale: 'ndo cojo, cojo). E questo dovrebbe farci seriamente riflettere circa la cosiddetta "libertà di scelta" - e, in ultima analisi, circa il tanto millantato Libero Arbitrio stesso.
Ma non è affatto detto che ciò sia un male, poichè consente alle persone di confrontarsi con altre persone assai diverse da loro, che invece mai avrebbero tollerato di frequentare per scelta. Analogamente al sesso. È l'attrazione fisica a spingere i maschi verso le femmine, come ben dimostrano i bambini che le disprezzano - fino a quando cambiano improvvisamente e "misteriosamente" idea col sopraggiungere della pubertà. Più in generale, qualsiasi polarità in questo mondo duale ha la funzione di creare dinamismo: si pensi ad esempio agli orrori del male per incoraggiare al bene.
Se ne potrebbe parlare per ore: le analogie possibili sono veramente tantissime, io mi sono limitato a segnalare quelle a mio parere più significative. Se altre me ne verranno in mente, altre ne aggiungerò - ma ciò che qui mi preme non è fare un bel pensierino tipo giornalista, bensì offrirti lo spunto per essere TU STESSO a renderti conto che vi sono molti modi per guardare alla stessa realtà; e, soprattutto, che il mondo è pieno di Messaggi, per chi ha occhi per vedere e orecchi per sentire.
Ricordi "Trueman show"? Tutti a parlare di accusa ai media, e nessuno che si è reso conto che è la storia del Buddha: un uomo che, cogliendo le incongruenze del mondo fittizio in cui si ritrova a vivere, lascia la casa, il lavoro, la sua donna, e si confronta con l'artefice della messinscena - precisamente come fece Buddha con Maya, "l'Architetto".
Per non parlare di "Matrix", che qualche imbecille ha bollato come film violento (concentrandosi sulle sparatorie cui nessuna americanata può sottrarsi) anzichè cogliere le decine e decine di messaggi esoterici lanciàti (quelli sì, a raffica: altro che i proiettili!).
È proprio vero: "esoterico" significa "riservato ai pochi", ma ciò non implica che sia necessariamente occulto. Proprio come EtaBeta che "nascondeva" l'Atombrello sfoggiandolo come copricapo, la Verità sta sotto gli occhi di tutti (è il motto di X-files): il problema è che sono in pochi a volerla guardare.
PS: avrei comunque piacere di ricevere vostre segnalazioni di ulteriori analogie fra "Il grande fratello" e la vita. Sarò lieto di includere quelle più interessanti ed azzeccate su questa pagina - e, se la cosa interessa, potremmo svolgere un lavoro simile su "Trueman show" e "Matrix".. Scrivetemi! (Mica posso fare tutto io, eccheccavolo! ;-)