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SOMMARIO
Vedi anche: Libertà di espressione
COPYRIGHT: UN ABUSO?
di Giovanni Spataro su Galileo.NET
.. "La SIAE non garantisce i grandi introiti che permettono di vivere a un artista, protegge solo i pesci grossi, i soci di maggioranza. E' vero che monitora lo sfruttamento delle opere ma il grosso degli introiti serve per tenere in piedi la SIAE stessa. Quello che va agli autori è una percentuale irrisoria .. Il bollino che deve essere applicato su ogni opera di ingegno, ritarda la fuoriuscita del prodotto e fa aumentare i costi", denuncia Blicero (membro del LOA, hacklab di Milano del Centro Sociale Bulk).
.. La protesta non può che passare per la Rete. Sfruttando una trovata tutta italiana, concepita dai membri di Stranonetwork di Firenze: il netstrike. .. Come nella realtà le persone scendono in strada e la occupano, i partecipanti al netstrike .. occupano la banda, la capacità della rete di trasmettere le informazioni, per diminuire il flusso, e oscurare la visibiltà del sito. .. E così lunedì 15 gennaio 2001 l'amministratore del server SIAE si è visto raggiungere da una valanga di connessioni. Un numero troppo alto da gestire. Risultato: il sito è rimasto inaccessibile per tutta la durata della protesta virtuale, tre ore.
[Occorre] costruire valide alternative al monopolio SIAE .. che permettano agli autori di tutelare e vivere delle proprie opere. [Ad esempio] la Gnu Economy, nome che sbeffeggia gli adepti della New Economy ..: un'economia basata sulla cooperazione e libera circolazione dei saperi, anziché sulla chiusura e sulla competizione .. "Il mondo del freesoftware, .. un chiaro esempio come questo non sia in contrapposizione con i meccanismi del mercato attualmente vigenti. Anzi che riesce a stare all'interno di tali meccanismi e dall'interno riesce a scardinarli..". Chi produce freesoftware, programmi liberi di essere distribuiti, modificati e copiati, riesce a vivere del proprio lavoro. Spesso fornendo servizi, per i quali si fa pagare, legati direttamente al prodotto. Il freesoftware ha raggiunto una quota di mercato pari al 12 per cento. Di fatto, la Gnu Economy è una realtà.
.. "Se vogliamo essere pragmatici la gente preferisce usufruire di cose che non paga. Ma questo non è in antitesi con la realtà. E' dimostrato che i più grandi consumatori di cd regolarmente acquistati sono quelli che utilizzano Napster. .. Il sapere sarà sempre più difficile da controllare. A meno che non si voglia chiudere la Rete. [link a free-speach] .. Il copyright in termini schiettamente ideologici è un furto. Chi scrive un libro utilizza idee che fanno parte di un patrimonio di sapere non solo suo".
IN OLANDA LINKARE MATERIALE PROTETTO È REATO
da Punto Informatico, ZDNews (anno IV, n.879, 11 Giugno 1999)
L'Aia - un sito che crea un link ad un altro sito che contiene illecitamente materiale protetto da copyright viola il copyright a sua volta. [Assurdo! Ogni sito linkato andrebbe quotidianamente controllato tutto! ndJB]
.. La Chiesa [di Scientology] aveva chiesto che un sito venisse chiuso perché conteneva materiale protetto da copyright non autorizzato. E i giudici hanno imposto al provider di chiudere il sito ospitato [non bastava far rimuovere il materiale protetto da copyright? ndJB] e hanno affermato che devono essere considerati illegali alla stessa stregua tutti i link al sito finito nel mirino della Chiesa. [Solo quelli che se si rifiutano di togliere il link! ndJB]
.. Intanto si è appreso che America Online ha ceduto alle pressioni della potente Chiesa e ha comunicato il nome del proprio abbonato che nei giorni scorsi aveva osato pubblicare su un newsgroup alcune pagine di materiale protetto. Pagine che aveva utilizzato per criticare la Chiesa...
L'ALTERNATIVA DEL SOFTWARE LIBERO
di Mauro Mazzieri, da Gulliver (primavera- estate 1999)
.. Quando c'è libertà di scelta, i prodotti di qualità peggiore, a meno che non siano sostenuti da un'ossessiva e costosa campagna pubblicitaria, finiscono col perdere quote di mercato. Ma in questa situazione quello che passa il convento è .. l'indispensabile, e chi lo produce non ha nessun interesse a spararsi addosso ammettendo i propri errori.
.. Tutti usano Microsoft Office? D'accordo, ma vale quel milione e trecentomila lire che devono uscire dal vostro portafogli? .. Dagli enti pubblici escono miliardi per comprare prodotti Microsoft, comprare computer nuovissimi perché ci girino decentemente, e per finanziare i cosiddetti corsi di "informatica", in cui la sezione "sistemi operativi" consiste in DOS e Windows, e la sezione "conoscenza dei principali pacchetti applicativi" in Word ed Excel.
.. Esistono molte persone convinte che il software, o almeno quello di base (sistema operativo e applicazioni più comuni) debba essere "libero", free. .. Nulla vieta a chi l'ha scritto di guadagnarci sopra in altri modi, ad esempio per servizi come l'installazione e l'assistenza tecnica, o per adattarlo a particolari esigenze su commissione. Per "Free", si intende a tutti gli effetti libero: chiunque ha la possibilità di accedere al codice sorgente e, se ne ha la capacità, apportargli dei miglioramenti.
.. Ogni nuova versione di linux o di un suo componente, a parità di hardware, è più veloce della precedente. Sembrerebbe scontato, ma non lo è: provate un pò a usare Windows NT sulla stessa macchina che usavate a suo tempo per Windows 3.1.. beati voi se ci riuscite.
Per chi decidesse di provarlo il primo problema da superare è l'installazione: non perché sia difficile in sé, ma perché richieda la conoscenza da parte nostra di ciò che sta avvenendo. Esistono tantissimi manuali, anch'essi liberi, che documentano ogni singola funzione di ogni cosa, basta leggerli.
.. Nell'utilizzo del nuovo ambiente noterete probabilmente alcune peculiarità. Innanzitutto, ogni cosa che avviene ha una spiegazione, che forse non riusciamo a capire, ma che è possibile trovare. Ancora un'affermazione che parrebbe scontata, ma ripensate alle famigerate finestre "Errore di protezione generale" .. usando Windows: spesso non è possibile risalire alla loro causa, il sistema non dà alcuna informazione utile, il classico tentativo è spegnere e poi riaccendere.. qualche maligno dice che il tasto reset l'abbiano messo apposta per poter usare i sistemi operativi della Microsoft. [:-) ndJB]
Un'altra caratteristica che si nota subito è come l'assoluta libertà abbia portato ad un proliferare di molti modi diversi di far la stessa cosa; tanta abbondanza all'inizio spaventa: si cerca un banale editor di testi, se ne trovano una dozzina già nello stesso CD da cui abbiamo installato il sistema base .. diverse interfaccie grafiche .. non siamo più obbligati a far partire le applicazioni dal menu avvio, in basso a sinistra sulla barra perché così piace a Bill... il menu lo mettiamo dove ci pare e piace, con dentro quel che più ci aggrada; anche finestre e bottoni sono fatte come ci stanno più a genio Poi chi ha detto che tutto debba essere contenuto in un solo schermo? Abbiamo tutte le scrivanie che vogliamo, magari ognuna con caratteristiche diverse. Si può anche, se lo si preferisce far del tutto a meno della grafica: linux è sempre linux, non c'è nessuna finestra DOS con potenzialità ridotte: possiamo anche non abbandonare mai l'interfaccia a caratteri, è solo questione di gusti.
.. Il software libero è messo a disposizione da ciascun programmatore in base alla sue capacità, ed è a disposizione di ognuno in base alle sue necessità. Un concetto rivoluzionario...
LORO (quelli della SIAE)
di Aaron Brancotti
.. Una loggia nata sotto i migliori auspici del Fascio e della Corona: "Vittorio Emanuele III Per grazia di Dio e per volontà della nazione Re d'Italia e di Albania Imperatore d'Etiopia Il senato e la camera dei fasci e delle corporazioni a mezzo delle loro commissioni legislative, hanno approvato; Noi abbiamo sanzionato e promulghiamo quanto segue..." (fonte E. Somma).
.. Credevo, come tanti, nel diritto di poter suonare la mia musica senza dover rendere conto a nessuno. Sugli striscioni intorno ai palchi spesso c'era scritto "FUCK the SIAE" e di compilare il "borderò", che non so come si scriva perchè quando l'ho chiesto a Loro mi è stato risposto che si chiama Programma Musicale, nei centri sociali non mi è mai stato imposto. Nei locali invece lo esigono, però sempre riferendosi a Loro con epiteti irriferibili. Eh si, non si può dire che la SIAE goda di gran popolarità. Ma questo non sempra che a Loro importi. .. E io, quando suono, pago. E paga anche chi mi fa suonare.
.. In compenso il Bollino viene usato per trasformare DVD manga giapponesi palesemente taroccati (copertina fotocopiata) in oggetti perfettamente legali. Anzi, già che ci sono, Loro ci scrivono sopra anche "IMPORTED", così l'autore non vede sicuramente il becco di un quattrino. Fate un giro in qualche negozio di giapponeseria e date un'occhiata agli scaffali..
.. Quello che chiedo non è lo smembramento della SIAE, ovviamente improponibile; semplicemente, auspico la possibilità giuridica che nascano altre società con lo stesso tipo di finalità. .. Una precisazione: non credo che la nascita di altre associazioni risolverebbe il problema. Per Loro sarebbe più che altro uno smacco psicologico sapere che non sono più gli unici e che quindi non possono più fare quello che vogliono. E, se non altro, in USA (ovvero in regime di concorrenza) proteggere un brano presso una delle tante società equivalenti alla SIAE costa pochi dollari e non c'è bisogno di dimostrare di essere un artista (?), cosa che invece la SIAE chiede con i suoi ridicoli esami e soprattutto con le sue laute tasse di iscrizione. E, non ne sono sicuro, ma mi piace pensare che nessuno in USA abbia la faccia tosta di farti pagare una tassa quando fai un concerto di beneficenza di musica classica o trasmetti musica in un ospedale che ospita bambini malati terminali. ..Se questo è il Diritto d'Autore, allora NO COPYRIGHT.
LA LEGGE È UGUALE A SÈ STESSA
di Aaron
.. L'art.180 comma 1 della famigerata legge 633 del 1941, .. taglia le gambe a qualsiasi velleità e tentativi di fare concorrenza alla SIAE.
La famigerata legge è quella, appunto, che sancisce l'accordo tra Stato Italiano (nella persona del Re Vittorio Emanuele III e del Senato e della Camera dei Fasci e delle Corporazioni) e SIAE come unico interlocutore possibile per quanto riguarda intervento, mediazione, mandato, rappresentanza e cessione per l'esercizio dei Diritti d'Autore in Italia.
[La] ASAE, .. è una associazione di autori, compositori, editori e altre figure professionali bistrattate e dimenticate dalla SIAE e che proprio a causa della summenzionata legge non può a sua volta costituirsi come società. [Leggo] nella loro home page: ".. che la SIAE si occupi della riscossione dei proventi derivanti da diritto d'Autore in un regime monopolista di fatto è una palese violazione alle norme comunitarie sulla concorrenza (in particolare agli artt. 86 e 90 del Trattato CE, recepito dall'art 9 l.287/90)".
.. "Art 624, Comma 1 Codice Penale: Furto - .. è punito con la reclusione fino a tre anni e con la multa da lire sessantamila a un milione". .. Il famoso spot pubblicitario BSA (poi ritirato grazie alla denuncia di E.Somma presso l'Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria) affermava che per la copia illegale di software si rischiano fino a tre anni di reclusione e sicuramente più di un milione di multa. .. Quindi, non rischiate inutilmente copiando software in maniera illegale: andate a rubare un originale in un negozio di vostra fiducia - la pena è analoga, se non addirittura minore. Sinceramente mi sembra abbastanza assurdo.
SMASCHERATI I PIRATI DELLA MUSICA ONLINE
di Paolo Attivissimo, 4 Marzo 2002
.. La RIAA, l'associazione dei discografici statunitensi, ha sempre avuto un appiglio morale incontestabile contro Napster, Morpheus e gli altri sistemi di scambio musicale. Vergognatevi, dicevano: scaricando la musica da Internet invece di acquistare i CD, state uccidendo gli artisti che amate.
Così i discografici hanno creato un'alternativa a Napster, anzi due (Pressplay e MusicNet), con le quali pagando un canone di abbonamento si ha il diritto legale di ascoltare o scaricare musica. Certo, la musica scaricata da Pressplay e MusicNet è molto più scomoda da usare, perché è protetta con sistemi anticopia che ne intralciano anche i riversamenti legittimi ai lettori musicali tascabili o semplicemente da un computer a un altro dello stesso utente. Ma fa niente, val bene la pena di sopportare un pò di disagio pur di essere onesti.
[Però] Pressplay e MusicNet, .. come rivela un articolo del New York Times, .. stanno in realtà pagando gli artisti compensi miserrimi: per ogni brano scaricato, un artista percepisce la ragguardevole cifra di 0,0023 dollari. In altre parole, per far guadagnare un solo euro al vostro gruppo del cuore dovreste scaricare la sua musica ben 380 volte. Un singolo da un milione di copie, che di questi tempi è un gran bel traguardo, frutterebbe all'artista circa 2600 euro (diciamo cinque milioni di lire).
Non sorprende che gli artisti stiano intimando a Pressplay e MusicNet di rimuovere i loro brani dal servizio ..: stando ai calcoli di Jim Guerinot, manager di artisti come No Doubt, Beck e Offspring, le case discografiche si intascano il 91% degli incassi di chi scarica musica dai loro servizi online - [quando oltretutto] non hanno neppure i costi di stampa e distribuzione dei CD.
Jill Berliner, consulente legale specializzata in questioni musicali, riassume molto eloquentemente l'atteggiamento degli artisti musicali. "Dal nostro punto di vista, se comunque l'artista in pratica non guadagna nulla [da Pressplay e MusicNet], preferiamo che i suoi fan possano avere gratis la sua musica".
.. Sembra insomma che molti artisti, piuttosto che far ingrassare una banda di anonimi discografici, preferiscano lavorare gratis e lasciare che gli utenti scarichino la loro musica dai sistemi "pirata". Il risentimento verso chi lucra così massicciamente sulle loro fatiche è comprensibile, ma dar via la propria musica non è una scelta suicida? Chi mai intraprenderà una carriera nel settore, sapendo di non guadagnarci un soldo? Dipende. Il CD non è l'unica possibile fonte di guadagno di un artista. Esistono anche i concerti dal vivo, ad esempio.
.. John Perry Barlow, ex paroliere dei Grateful Dead, .. ha rilasciato un'intervista a News.com che contiene molti spunti educativi in proposito ..: "Noi regalavamo la nostra musica. All'epoca lo facevamo perché sentivamo che non c'era modo di impedire ai Deadhead [i fan dei Grateful Dead] di registrarci, e comunque non suonavamo per fare soldi. .. E quando chiudemmo il gruppo eravamo lo show più pagato in assoluto, grazie in gran parte alle nostre esibizioni dal vivo... La cosa interessante è che i nostri dischi non erano qualitativamente alla pari con certi nastri dei fan, eppure tutti i nostri album divennero dischi di platino. I fan vogliono possedere oggetti tangibili, oltre ad avere la musica da suonare... Se permetti alla tua musica di circolare liberamente e la usi come pubblicità, è un aiuto enorme. Paradossalmente, puoi lasciarla circolare gratis e comunque venderla, se la gente è disposta a pagare la confezione e la comodità [di avere il disco già fatto invece di fabbricarselo inaffidabilmente online]".
Un'altra lauta fonte di guadagno per gli artisti è il merchandising: poster, magliette, accendini, adesivi, e via dicendo. Un fan che s'infuria all'idea di scucire 20 euro per un CD non ha esitazioni a pagarne il doppio o il triplo per una T-shirt autografata. Inoltre ci sono i contratti di sponsorizzazione: l'artista viene pagato per indossare capi e accessori della rinomata marca di turno. Conosco fan disposti a qualsiasi esborso pur di accaparrarsi gli occhiali indossati da Lenny Kravitz.
.. D'accordo, John Perry Barlow è un eccentrico, e poi ha fatto musica negli anni stravaganti della cultura hippie. .. Ma che dire allora di Lawrence Lessig, professore di legge a Stanford? Un tipo serio e posato, tanto da essere consulente del tribunale nella causa antitrust contro Microsoft. .. Chi scarica musica gratis da Internet è uno scroccone, un vampiro, un disonesto, ci dicono i discografici. Ma perché allora non è scroccone chi ascolta la radio? In fin dei conti anche lui non paga per ricevere .. la musica trasmessa. Quante volte, si domanda Lessig, abbiamo già pagato la musica che scarichiamo da Internet? Tante, ma non ce ne siamo accorti. Le stazioni radio trasmettono musica pagandola tramite il canone (che paghiamo noi) oppure mediante la pubblicità (di prodotti il cui prezzo, maggiorato dai costi pubblicitari, paghiamo sempre noi). La musica di sottofondo al ristorante è pagata da una piccola maggiorazione del conto (che paghiamo ancora noi). Le canzoni incluse nelle colonne sonore dei film sono pagate dal nostro biglietto d'ingresso. Considerate ad esempio Madonna e la sua Ray of Light. Microsoft ha pagato, secondo indiscrezioni, venti milioni di dollari (circa 23 milioni di euro, quarantacinque miliardi di lire) per abbinare la canzone alla campagna pubblicitaria di Windows XP. Questo vuol dire che chiunque comperi Windows XP o un computer sul quale si trova XP preinstallato sta pagando anche Madonna per la sua cantatina. E che dire di Sting? Quanto ha incassato per abbinare Desert Rose alla Jaguar? E Edoardo Bennato per cantare la campagna TIM? Potrei andare avanti a lungo, ma il concetto è chiaro. Scaricare musica da Morpheus sarà anche illegale, ma se considero quante volte l'ho già pagata, volente o nolente, e se guardo l'elemosina che offrono i discografici per i loro servizi "legali", faccio una gran fatica a convincermi che il pirata sono io.
THE FUTURE OF IDEAS IS IN THE BALANCE
from the book "The Future of Ideas" by Lawrence Lessig (professor of law at Stanford Law School), on The American Spectator (Jan/Feb 2002)
The Internet puts two futures in front of us, the one we seem to be taking and the one we could. The one we seem to be taking is easy to describe ..: it is the most cynical image of Time Warner’s marriage to AOL: the forging of an estate of large-scale networks with power over users to an estate dedicated to almost perfect control over content. .. The promise of many-to-many communication that defined the early Internet will be replaced by a reality of many, many ways to buy things and many, many ways to select among what is offered. What gets offered will be just what fits within the current model of the concentrated systems of distribution, .. addicting a much more manageable, malleable and sellable public.
The future that we could have is much harder to describe. It is harder because the very premise of the Internet is that no one can predict how it will develop. .. Yet there are elements of this future that we can fairly imagine. They are the consequences of falling costs, and hence falling barriers to creativity. The most dramatic are the changes in the costs of distribution; but just as important are the changes in the costs of production. Both are the consequence of going digital: Digital technologies create and replicate reality much more efficiently than non-digital technology does. This will mean a world of change.
.. The cost of filmmaking is a fraction of what it was just a decade ago. The same is true for the production of music or any digital art. Digital tools dramatically extend the horizon of opportunity for those who could create something new. .. We now have the potential to expand the reach of this creativity to an extraordinary range of culture and commerce. Technology could enable a whole generation to create - remixed films, new forms of music, digital art, a new kind of storytelling, writing, a new technology for poetry, criticism, political activism - and then, through the infrastructure of the Internet, share that creativity with others. ..
FREE SPEECH? FREE BEER?
Every society has resources that are free and resources that are controlled. Free resources are those available for the taking. Controlled resources are those for which the permission of someone is needed before the resource can be used. Einstein’s theory of relativity is a free resource. You can take it and use it without the permission of anyone. Einstein’s last residence in Princeton, New Jersey, is a controlled resource. To sleep at 112 Mercer Street requires the permission of the Institute for Advanced Study.
.. As the philosopher of our age and founder of the Free Software Foundation, Richard Stallman, puts it, "free, not in the sense of free beer, but free in the sense of free speech."
.. Free resources have always been central to innovation, creativity and democracy. The roads are free in the sense I mean; they give value to the businesses around them. Central Park is free in the sense I mean; it gives value to the city that it centers. A jazz musician draws freely upon the chord sequence of a popular song to create a new improvisation, which, if popular, will itself be used by others. Scientists plotting an orbit of a spacecraft draw freely upon the equations developed by Kepler and Newton and modified by Einstein. Inventor Mitch Kapor drew freely upon the idea of a spreadsheet - VisiCalc - to build the first killer application for the IBM PC - Lotus 1-2-3. In all of these cases, the availability of a resource that remains outside of the exclusive control of someone else - whether a government or a private individual - has been central to progress in science and the arts. It will also be central to progress in the future.
Free resources have nothing to do with communism. (The Soviet Union was not a place with either free speech or free beer.) Neither are the resources that I am talking about the product of altruism. I am not arguing that there is "such a thing as a free lunch." There is no manna from heaven. Resources cost money to produce. They must be paid for if they are to be produced.
But how a resource is produced says nothing about how access to that resource is granted. Production is different from consumption. And while the ordinary and sensible rule for most goods is the "pay me this for that" model of the local convenience store, a second’s reflection reveals that there is a wide range of resources that we make available in a completely different way.
The choice is not between all or none. Obviously many resources must be controlled if they are to be produced or sustained. I should have the right to control access to my house and my car. You shouldn’t be allowed to rifle through my desk.
.. But likewise, and obviously, many resources should be free. The right to criticize a government official is a resource that is not, and should not be, controlled. I shouldn’t need the permission of the Einstein estate before I test his theory against newly discovered data. These resources and others gain value by being kept free rather than controlled. A mature society realizes that value by protecting such resources from both private and public control.
No modern phenomenon better demonstrates the importance of free resources to innovation and creativity than the Internet. .. For the defining feature of the Internet is that it leaves resources free.
.. From the economics of "real space" - where records are now made, books are still written, and film is primarily shot - to the virtual domains where they increasingly are distributed, the context of creativity has been transformed by the Internet. Many of the constraints that affected real-space creativity have been removed by the architecture, and original legal context, of the Internet. These limitations, perhaps justified before, are justified no more.
But the Internet itself is also changing. Features of the architecture - both legal and technical - that originally created this environment of free creativity are now being altered. They are being changed in ways that will re-introduce the very barriers that the Internet originally removed.
There are strong reasons why many are trying to rebuild these constraints: They will enable these existing and powerful interests to protect themselves from the competitive threat the Internet represents. The old, in other words, is bending the Net to protect itself against the new.
[HISTORY OF COPYRIGHT]
.. The first Copyright Act gave authors of "maps, charts and books" an exclusive right to control the publishing and vending of these works, but only if their works had been "published," only after the works were registered with a copyright registry, and only if the authors were Americans. (Our outrage at China notwithstanding, we should remember that before 1891, the copyrights of foreigners were not protected in the United States. We were born a pirate nation.)
This initial protection did not restrict "derivative" works: One was free to translate an original work into a foreign language, and one was free to make a play out of a novel without the original author’s permission. And because of the burdens of registering, most works were not copyrighted. Between 1790 and 1799, 13,000 titles were published in America, but only 556 copyright registrations were filed. The vast majority of creative work was free for others to use; and the work that was protected was protected only for limited purposes.
After two centuries of copyright statutes, the scope of copyright has exploded, and the reach of copyright is now universal. There is no registration requirement - every creative act reduced to a tangible medium is now subject to copyright protection. Your e-mail to your child or your child’s finger painting: both are automatically protected.
.. We have gone from a regime where a tiny part of creative content was controlled to a regime where most of the most useful and valuable creative content is controlled for every significant use.
The first Congress to grant copyright gave authors an initial term of 14 years, which could be renewed for 14 years if the author was living. The current term is the life of the author plus 70 years - which, for an author like Irving Berlin, would mean a protection of 140 years.
.. Each time, it is said with only a bit of exaggeration, that Mickey Mouse is about to fall into the public domain, the term of copyright for Mickey Mouse is extended. You might think that there is something a bit unfair about a regime where Disney can make millions off stories that have fallen into the public domain but no one else but Disney can make money off Disney’s work - apparently forever.
.. Control is not necessarily bad. Copyright is a critical part of the process of creativity; a great deal of creativity would not exist without the protections of the law. Large-budget films could not be produced; many books would not get written.
But just because some control is good, it doesn’t follow more is better.
.. Today .. an author is free to take from work published before 1923; is free to take noncreative work (facts) whenever published; and is free to use, consistent with fair use, a limited degree of others’ work. Beyond that, however, the content of our culture is controlled by an ever-expanding scope of copyright.
.. Pushed by an army of high-powered lawyers, greased with piles of money from PACs, Congress and the courts have jumped into action to defend the old against the new. Ordinary people might find [this] a bit odd. After all, the recording industry continues to grow at an astounding rate. Annual CD sales have tripled in the past ten years. Yet the law races to support the recording industry, without any showing of harm. (Indeed, possibly the opposite: when Napster usage fell after the court-restricted access, album sales fell as well. Napster may indeed have helped sales rather than hurting them.)
.. The Internet exposes unprecedented realms of copyrighted content to theft, but it also makes it possible (with the proper code) to control the use of copyrighted material much more fully than before. And it opens up a range of technologies for production and distribution that threaten the existing establishment.
.. Intellectual property is both an input and an output in the creative process; increasing the "costs" of intellectual property increases both the cost of production and the incentives to produce. Which side outweighs the other can’t be known a priori. "An expansion of copyright protection," Judge Posner argues, "might .. reduce the output of literature .. by increasing the royalty expense of writers."
.. Judge Alex Kozinski .. wrote:
"Something very dangerous is going on here. Private property, including intellectual property, is essential to our way of life. It provides an incentive for investment and innovation; it stimulates the flourishing of our culture; it protects the moral entitlements of people to the fruits of their labors. But reducing too much to private property can be bad medicine."
Why? For the same reasons we’ve been tracking.
"Private land .. is far more useful if separated from other private land by public streets, roads and highways. Public parks, utility rights-of-way and sewers reduce the amount of land in private hands, but vastly enhance the value of the property that remains. The state must therefore find a balance, and this balance will be struck between overly strong and overly weak protection. Overprotecting intellectual property is as harmful as underprotecting it. Creativity is impossible without a rich public domain."
But is that unfair? Is it unfair that someone gets to profit off someone else’s ideas? No, says Kozinski:
"Intellectual property law assures authors the right to their original expression, but encourages others to build freely on the ideas that underlie it. This result is neither unfair nor unfortunate: It is the means by which intellectual property law advances the progress of science and art. We give authors certain exclusive rights, but in exchange we get a richer public domain. This balance reflects something important about this kind of creativity: that it is always building on something else. Nothing today, likely nothing since we tamed fire, is genuinely new: Culture, like science and technology, grows by accretion, each new creator building on the works of those who came before. Overprotection stifles the very creative forces it’s supposed to nurture."
.. We live in a world with "free" content, and this freedom is not an imperfection. We listen to the radio without paying for the songs we hear; we hear friends humming tunes that they have not licensed. We refer to plots in movies to tell jokes without the permission of the director. We read books to our children borrowed from a library without any payment for performance rights to the original copyright holder.
.. Creation is always the building upon something else. There is no art that doesn’t reuse. And there will be less art if every re-use is taxed by the earlier appropriator. Monopoly controls have been the exception in free society; they have been the rule in closed societies. Before a monopoly is permitted, there should be reason to believe it will do some good - for society, and not just for monopoly holders.
.. Authors and creators deserve to receive the benefits of their creation. But when those benefits stop, what they create should fall into the public domain. It does not do so now. Every creative act reduced to a tangible medium is protected for upward of 150 years, whether or not the protection benefits the author. This work thus falls into a copyright black hole, unfree for over a century.
.. Software is a special case. The current protection for software is the life of an author plus 70 years or, if work-for-hire, 95 years. This is a parody of the Constitution’s requirement that copyright be for "limited times." When Apple’s Macintosh operating system falls into the public domain, there will be no machine that could possibly run it. The term of copyright for software is effectively unlimited.
.. The Net has created a world where content is free. Napster is the most salient example of this world, but it is not the only one. At any time a user can select the channel of music he or she wants. A song from your childhood? Search on the lyrics and find a recording. Within seconds you can hear any music you want.
This freedom the recording industry calls theft. But they don’t call it theft when I hear an old favorite of mine on the radio. They don’t call it theft when they are recording takeoffs of prior recorded music. And they don’t call it theft when they make a new version of "Jingle Bells." They don’t, in other words, call it theft when they are using music for free that has been defined by the copyright system to be fair and appropriate use.
Artists should be paid, but it doesn’t follow that selling music like chewing gum is the only possible way.