A proposito di "inferno" | |
di Jeffery L. Sheler e John Cooper, su Apocalypse soon |
La minaccia dell'inferno [è sempre stata usata] per incentivare le persone a trattenersi dal fare il male. Per i predicatori, .. l'eterna scommessa era quella di evitare l'inferno e guadagnarsi il cielo. E le fiamme e i tormenti erano reali.
Ai nostri giorni, l'opinione a riguardo dell'inferno è molto cambiata e l'inferno sembra essere divenuto meno caldo di quello che si riteneva. .. "Civiltà Cattolica", un'influente rivista gesuita con forti legami col Vaticano, [afferma] che "l'inferno non è un luogo, ma è uno stato d'animo nel quale una persona soffre per la privazione di Dio. Lo stesso Papa Giovanni Paolo II ha ribadito questo concetto in un'udienza dicendo che "più che un luogo, l'inferno indica lo stato di coloro che saranno separati eternamente da Dio" e che il linguaggio usato dalla Bibbia (lo stagno di fuoco) deve essere letto in chiave simbolica.
.. In un sondaggio condotto dalla U.S. News Poll risulta che il numero degli americani che credono nell'esistenza dell'inferno sia aumentato rispetto a 50 anni fa o a solamente 10 anni fa, ma la maggior parte di loro ritiene che esso sia solamente uno stato dell'esistenza e non un posto reale. .. Persino alcuni evangelici, i quali hanno un approccio con la Bibbia più letterale, tendono a voler coprire la macchia rappresentata dall'Inferno con il cosmetico dell'amore divino. Perciò nella cultura americana, l'Inferno sta diventando un concetto politicamente scorretto.
Per ricercare le radici dell'Inferno bisognerebbe andare a vedere gli insegnamenti giudeo-cristiani. Nei primi tempi biblici, l'idea dell'aldilà era quantomeno lugubre. Nei libri della Genesi, 1 Re, Salmi e Giobbe, per esempio, viene scritto che tutti i morti, sia i giusti che i dannati, venivano condotti in un oscuro luogo chiamato Sheol, un luogo moralmente neutrale analogo all'ades della mitologia dell'antica Grecia.
.. Nel II secolo A.C., quando le scritture ebraiche furono tradotte in greco, la parola sheol fu sostituita con ades, e i due concetti divennero uno nella concezione popolare. Più tardi, in qualche parte del Giudaismo e nel Cristianesimo si è cominciato a credere nella risurrezione finale dei morti, e così l'ades divenne una residenza temporanea delle anime dannate- mentre i giusti stavano nella santità celeste in attesa della risurrezione del corpo. Nei primi insegnamenti cristiani, dopo il giudizio finale, i condannati finivano nell'inferno di fuoco chiamato gehenna, una parola greca riguardante la desolata Valle di Hinnom, situata a sud di Gerusalemme, dove venivano gettati i sacrifici umani agli dèi canaaniti e in essa vi era un fuoco continuo. Nel libro della Rivelazione (l'Apocalisse) vi è scritto che "Se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello stagno di fuoco" (20:15) a fianco di Satana.
Nelle Bibbie inglesi le varie differenze tra sheol, hades e gehenna non sono presenti in quanto per tradurre questi tre termini si è usato semplicemente la parola "inferno".
In alcuni passaggi del Nuovo Testamento ci sono terribili descrizioni dell'inferno come un luogo di "pianto e stridore di denti" dove "il verme non muore e il fuoco non si estingue mai". E il teologo latino del quarto secolo Geronimo supponeva che fosse un luogo di tormento sensoriale.
.. Nel corso della storia si sono sviluppate molte teorie sull'Inferno: Origene d'Alessandria e Gregorio di Nissa lo consideravano un luogo di sofferenze spirituali causate dal rimorso e dalla separazione da Dio. Agostino d'Ippona riteneva che le sofferenze fossero sia spirituali che sensoriali - punto di vista che anche ai giorni nostri gode di molto credito.
Anche sulla durata della condanna ci sono diverse opinioni: Origene supponeva che anche il peggiore dei peccatori prima o poi sarebbe stato riabilitato e avrebbe trovato infine la via del paradiso. Questa teoria è stata smentita dal Concilio di Costantinopoli del 543 e oggigiorno ci sono teologi che ritengono che alla fine i peccatori verranno annichiliti, mentre altri pensano che i tormenti non avranno fine.
Nel 14. secolo l'Inferno fu raffigurato anche nella letteratura grazie a Dante e alla sua Divina Commedia. Due secoli dopo, i leader della Riforma Protestante, Lutero e Calvino, considerarono l'Inferno come un luogo reale, i cui tormenti nel fuoco erano simbolici. Essi dicevano che la peggiore agonia era dovuta al terrore e alla assoluta separazione eterna da Dio.
Nel diciassettesimo e diciottesimo secolo il Westminster Larger Catechism dichiarava che le agonie dell'Inferno toccavano sia l'anima che il corpo, mentre la teoria di Origene secondo la quale tutti alla fine saranno salvati ebbe sempre più consensi.
Il ventesimo secolo ha portato alla quasi totale morte dell'Inferno. Deriso dagli intellettuali e accantonato dai predicatori, i quali hanno preferito toccare temi più elevati, la minaccia di un luogo di condanna dopo la morte degli impenitenti in un eterno lago di fuoco è completamente sparita a partire dagli anni '60. E sebbene siano in molti a credere all'esistenza dell'Inferno, quasi nessuno ritiene di essere condannato ad andarci.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica, aggiornato nel 1992, sostiene che la maggiore punizione dell'Inferno consiste nella separazione da Dio e questo stato di auto-esclusione viene chiamato "Inferno". In esso non si fa nessun riferimento ai versetti del Nuovo Testamento che parlano di "fuoco eterno" ed è per questo che il Papa ha sentito recentemente il bisogno di specificare che queste parole hanno un significato simbolico e devono essere correttamente interpretate.
Il Papa ha aggiunto che il pensiero dell'Inferno non deve creare ansietà, ma bensì esso è qualcosa che serve a rammentarci la libertà. E' molto cambiato il punto di vista della teologia cristiana negli ultimi 150 anni: mentre prima si leggevano le Scritture in modo pressoché letterale, oggi la teologia tenta di spiegare la Bibbia attraverso la psicologia e i simbolismi.
Il Reverendo Thomas Reese spiega che nei primi secoli del Cristianesimo era necessario spiegare l'Inferno attraverso le immagini delle fiamme, perché altrimenti la gente non sarebbe stata impressionata dalle semplici esperienze psicologiche come la solitudine.
.. Questo non significa che non vi sia più nessuno a credere all'Inferno come un luogo di fuoco letterale ed agonia. Questo è dopotutto il pensiero dominante delle chiese evangeliche protestanti e di alcuni conservatori cattolici.
.. Anche tra coloro che credono nella realtà del fuoco, vi sono alcuni che non ritengono che le agonie saranno eterne. Questa teoria chiamata "annichilismo" suppone che chi avrà rigettato Dio sarà semplicemente estinto dal fuoco consumante dell'Inferno. [Un concetto analogo a quello Egizio, o a quello della Dottrina Segreta. ndJB] La base di questo credo è da andare a ricercare su alcuni brani biblici: 2 Tessalonicesi 1:9 parla di eterna distruzione, mentre Apocalisse 20:14 parla di seconda morte per chi rifiuta Dio.
Per argomentare questa teoria, Pinnock nel Criswell Theological Review si chiede: "Come possono i cristiani credere che Dio possa essere così crudele e vendicativo da infliggere torture eterne alle sue creature? Un Dio che facesse così sarebbe più simile a Satana che a Dio." Alcuni studiosi specificano che il concetto dell'immortalità dell'anima è legato all'idea che avevano i Greci (specialmente Platone), mentre nella Bibbia troviamo scritto, per esempio, che Dio può distruggere l'anima e il corpo nell'Inferno (Matteo 10:28).
.. Altri pensatori teologici invece rigettano l'idea dell'Inferno come qualcosa di soprannaturale, poiché il vero Inferno si trova sulla Terra [verissimo ndJB]. .. I fuochi dell'inferno sono quelli che bruciano nei cuori degli uomini quando si distruggono l'uno con l'altro.
Molti si chiedono se la minaccia dell'Inferno possa ancora spingere le persone alla virtù. Sia il Papa che i Protestanti più conservativi ritengono di sì. "Se non esiste Dio, né Paradiso, né Inferno, dice il Prof. Jerry L. Walls dell'Asbury Theological Seminary, "allora non vi sono persuasive motivazioni per essere morali". Reese inoltre osserva che parlare di punizione alfine di spingere le persone a fare il bene, può funzionare soltanto con persone ai primi livelli (tipo i bambini), mentre difficilmente funziona con gli adulti.
.. L'INFERNO non era stato preparato per l'uomo, ma come luogo di punizione per Satana e i suoi angeli ribelli e quindi è ancora più sconsolante il fatto che molti uomini dovranno convivere con loro.
[Segue] un elenco dei principali riferimenti, .. estratto da un articolo di John Cooper.
Vedi anche: Inferno e Paradiso: dipendono da noi