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«Con la raccomandazione - spero superflua - di accettare sempre solo ciò che torni al vaglio della tua logica.»
(da "Conosci te stesso")
INDICE:
0. Introduzione
Vedi anche: Analisi di un caso di medianità
1. Conosci te stesso
2. La via della Mente
3. La Ragione del Dolore
4. Materia e Vibrazione
5. Dall'Assoluto al relativo
6. La Libertà
7. Cerchi e Medianità
8. Misticismo quotidiano
«.. Colgo l'occasione per sottolineare l'importanza della cultura, proprio come strumento per capire meglio la realtà che ci circonda e - ancora di più - la realtà che si agita dentro di noi. Raramente la cultura viene usata però a questo fine, rimanendo quasi sempre solo una piuma in più con la quale pavoneggiarsi. .. lo scopo del parlare è quello di comunicare concetti, e più il linguaggio si rivela adatto a questo fine - essendo il più chiaro possibile - , più è strumento utile per il fine per il quale esiste. .. io credo anche che se si ha davvero qualcosa da dire e da comunicare, è nell'interesse di chi parla essere il più chiaro possibile. [Tuttavia] dare delle definizioni abbastanza astratte e per di più su argomenti occulti - definizioni che possano venire accettate e comprese da tutti senza permettere errori di interpretazione - non è per niente facile.»
(da "Materia e vibrazione" e "Dall'assoluto al relativo")
Lo scopo di questo [libro] è quello di portare il lettore in un breve viaggio attraverso i messaggi che in questi ultimi anni i "maestri" del Cerchio Ifior e - molti più anni fa - del Cerchio Firenze 77 ci hanno donato. [cfr. "Cerchi e medianità" per sapere qualcosa riguardo a ciò che si definisce "Cerchio"] .. Ma questo NON è il sito ufficiale del Cerchio Firenze 77 o del Cerchio Ifior.
.. Il [libro] è organizzato per argomenti che via via si addentrano sempre più nel merito dell'insegnamento, introducendo concetti progressivamente più complessi ma completi.
[Eccovi il] messaggio di benvenuto del "maestro" Moti ..:
«Ciò che abbiamo da dirti .. non è la Verità Assoluta, perché la Verità Assoluta noi non la possediamo e, anche se la possedessimo, potremmo solo offrirtela senza però poter compiere il miracolo che solo tu puoi compiere: quello di assimilarla e farla tua. Le nostre parole sono semi affidati al vento, semi che solo in un terreno adatto potranno germogliare a affondare le loro radici sempre più in profondità. In mezzo al proliferare di associazioni spirituali - ognuna con il suo bagaglio di promesse per attirare gli altri uomini, ognuna con la sua mitologia di grandi poteri e di grandi Maestri - noi non ti promettiamo nulla, perché nulla di concreto abbiamo da offrirti: se cerchi il potere sulle alte creature non ascoltare le nostre parole perché da esse nessun potere, nessuna autorità, nessun innalzamento potrai ricevere; se cerchi la prova dell'esistenza di un Dio, qualunque esso sia, meglio faresti a osservare ciò che ti circonda, perché ben più facilmente puoi sentire la certezza della Sua presenza in un filo d'erba che in un sussurro; se cerchi di sentirti orgoglioso, evoluto, più avanti nel cammino discostati da noi, perché noi parliamo per ogni uomo e non solo per pochi, non solo per chi si ritiene possa meglio intendere ciò che noi diciamo; se cerchi una maggiore conoscenza - che affondi le radici nella più lontana storia dell'uomo - altre strade possono maggiormente appagare ciò che la tua mente vorrebbe possedere. Noi non parliamo .. per chi pensa che un insegnamento, per essere valido, debba essere espresso in modo complesso, o difficile, o elegante: noi ci rivolgiamo ai semplici perché sono i semplici che formeranno il mondo del domani, quel mondo che ogni uomo, in cuor suo, attende. Certamente chi conosce altri insegnamenti riterrà il nostro dire semplicistico e ingenuo, dimenticando che ognuno di noi che sussurriamo queste parole non le sussurra affinché raggiungano un' "elite". Quante volte coloro che svolgono studi universitari si dimenticano di ciò che essi stessi sono stati, e non sono più in grado di parlare in modo tale da aiutare coloro che sono ancora alle elementari! Ebbene - figlio - è alle scuole inferiori dell'umanità che, principalmente, è rivolto il nostro parlare, consci che nessun bimbo può leggere e capire un testo universitario - che resta, così, appannaggio di pochi - qualunque universitario può, invece, leggere e capire un testo elementare, magari focalizzando nelle parole più semplici quegli stessi concetti che, espressi con un altro linguaggio, gli sembravano essere più inafferrabili. In questa prospettiva leggi .. ciò che qui sta scritto e non confondere, come così spesso, troppo spesso, si è soliti fare, il messaggero e il messaggio. Le parole che troverai saranno, forse, semplici; non appagheranno, probabilmente, il tuo senso estetico; non estingueranno, certamente, la tua sete di conoscenza; non ti consentiranno, senza dubbio, di giungere d'un balzo alla comprensione di Dio.. ma ascoltale in serenità e lasciale penetrare in te: riascoltare cose che sai già può servirti per capire meglio, per salire stabilmente sul quel gradino più alto che, forse a ragione, ritieni di avere già raggiunto. E ricorda soprattutto .. le parole di un saggio di molti secoli fa il quale disse: "Non disprezzare i fiumi di altre contrade solo perché quello che tu ami percorrere ti appare più bello: è sempre acqua ciò che scorre tra le sponde, e per quanto diverso il percorso di un fiume possa apparire da quello degli altri, sempre nello stesso oceano finirà col confondersi.»
«Il "conosci te stesso" presenta problemi solo perché il nostro stesso io si oppone alla sua applicazione, cercando di deviarci verso direzioni solo apparentemente corrette, ma che sono in realtà meramente illusorie. .. Ci si potrebbe [dunque] chiedere: a che pro "inventare" l'io? .. Senza un io non avremmo una mente, un corpo, etc, e quindi non potremmo neanche fare esperienze. [Inoltre farci incasinare la vita da un Io serve a] produrre in noi delle reazioni tali da metterci nelle situazioni più fruttuose per comprendere meglio un certo argomento, quindi per focalizzare il nostro esperire in questo mondo su determinate questioni. È un po' quello che ci succede allorché proviamo l'irresistibile impulso di fare qualcosa che sappiamo essere sbagliato ..: l'impulso ad agire in questo senso, anche quando la tua mente razionale è perfettamente consapevole della nocività di questa azione, non deriva altro che dal tuo veicolo Akaisco che necessita di questa particolare esperienza, al fine di poter comprendere una sfaccettatura, un lato, di una questione.»
(anticipato dal capitolo "Materia e vibrazione")
.. Sono da considerare derivati dell'io l'orgoglio, l'egoismo, la paura, la rabbia, il desiderio di prevaricare gli altri, di essere accettati, e più in generale tutti quei moti dell'animo umano, che tendono ad allontanare dal proprio equilibrio e pace interiori. .. Stanco della vita, annoiato e deluso, dolente per qualche motivo, l'uomo che cerca la felicità e la pienezza interiori si pone l'interrogativo: "Che cosa posso fare?". "Niente", è la risposta: "Conosci te stesso". .. questo è il solo modo di liberarsi. Ma come può l'individuo comprendere se stesso se non mette a nudo l'essere suo, se non esegue una profonda analisi che possa aprirlo, che possa svelare a lui stesso la vera causa del suo comportamento, le vere ragioni del suo agire e pensare? .. Comprendere se stessi, abbandonare ogni posizione non realmente sentita, ogni falsità: via ogni pregiudizio, via ogni timore! Solo comprendendo se stesso l'uomo può liberare l'essere suo dalla sofferenza, dal dolore. E per comprendere se stessi non vi è regola, non c'è esercizio da seguire. Lo ripeto: ognuno deve essere consapevole dei propri limiti, comprenderli; e, comprendendoli, li supererà .
.. Uno dei concetti principali da assimilare per chi si avvicinasse a tentare di capire cosa è l'io , è questo: l'io è illusione. Un illusione che per poter esistere ha bisogno di trovare un riscontro esteriore in oggetti da possedere, persone da prevaricare, per sopperire a quella che è la sua più grande mancanza. Senza stimoli che lo rendano vivo, l'io non esiste. E nella consapevolezza della sua NON esistenza, soffre. Ecco il vostro dolore quando non siete considerati, ed ecco perché è molto più doloroso per una persona subire l'indifferenza, piuttosto che la rabbia di chi lo circonda. .. Meditate sulla vostra vita, cercate di rendervi consapevoli di quello che vi spinge ad agire. .. La mente .. serve all'evoluzione dell'individuo e non a soddisfare l'avidità dell'io. Ridare a questo veicolo, la mente, il giusto valore: ecco di che cosa si tratta. [Occorre] osservarci e conoscerci in ogni nostra parte, fino all'essere perfettamente edotti su ogni meccanismo interiore che ci spinge ad agire, pensare e reagire, nella vita quotidiana.
.. Molto spesso si tende a dire: "voglio combattere questo mio io". .. serve a ben poco ..: le misure repressive, d'altra parte, hanno sempre sortito l'effetto contrario di quello che stava alla base del loro esistere. Tenete anche conto del fatto che, al vostro attuale stato evolutivo, il vostro io non si manifesta più in modo grezzo e grossolanamente evidente, ma tende ad agire in modo molto più sottile, insinuante, e vi fa muovere subdolamente in modo tale da crearvi confusione, tanto da farvi apparire altruista un'azione miseramente egoista. [Piuttosto] osservate ed analizzate tutte le vostre azioni quotidianamente, e cercate di arrivare (si richiede per questo la massima sincerità verso se stessi) alle motivazioni che vi hanno spinto a comportarvi in quel modo, poi prendete coscienza di quanta dose di io era presente nelle vostre azioni e, senza recitare inutili "mea culpa" o macerarvi nei sensi di colpa - che tanto non vi servono a nulla se non a soffrire e stare male - aspettate un'altra esperienza, grazie alla quale potrete verificare quanto avete compreso di voi stessi e del vostro io. .. Non abbiate, dunque, timore di scoprirvi egoisti, e cercate di usare tutto il coraggio che possedete mentre vi osservate, per gettare via le maschere di altruismo che l'io - a questo punto della vostra evoluzione - sta cercando per portare avanti "i suoi interessi" e, alla peggio, "per fare i propri comodi".
.. L'io è molto importante nel corso dell'evoluzione degli individui poiché, se non ci fosse stato, oggi nessuno di voi potrebbe godere di tutto ciò che l'uomo (anzi l'io) ha creato, inventato per il proprio benessere. Possiamo affermare che l'io, come la mente, è tanto indispensabile all'uomo per la sua crescita quanto lo è l'annullamento affinché quello stesso uomo possa raggiungere il massimo "sentire" .. Quindi l'io passa, o almeno così dovrebbe, dall'essere una specie di incarnazione del demonio, a semplice impulso e stimolo senza il quale ci ripiegheremmo su noi stessi senza più un vero motivo per agire. .. Ciò che si manifesta allorché l'io tace, altro non è che il sentire. Il sentire è l'espressione della nostra, chiamiamola per ora, coscienza superiore, una coscienza di noi stessi e degli altri, che porta con sé comprensione, forza, pace, altruismo.. e infine quella cosa il cui nome così spesso è usato a sproposito, che è l'Amore. .. Possiamo facilmente definire l'evoluzione come un processo di ampliamento del nostro "sentire di coscienza" che si verifica come conseguenza del progressivo annullamento dell'io. .. La funzione dell'io è quella di indurci a cercare, più o meno consapevolmente, di superarlo. In quanto il processo di superamento dell'io è l'unico che può promuovere lo sviluppo della nostra coscienza, vero scopo della nostra esistenza.
.. Per giungere alla comprensione non occorre ritirarsi dal mondo. Potete rimanere soli anche in mezzo al mondo. Così, se avete delle occupazioni, delle attività, potete benissimo esplicarle; però rendetevi consapevoli.
Dovete comprendere: alla base di ogni sofferenza c'è l'io con il suo desiderio di espandersi. Generalmente l'uomo cerca un conforto a questo dolore, e allora - ripeto - non comprende. La ricerca di sicurezza conduce all'affanno, alla delusione, al dolore. Nel dolore la ricerca del conforto conduce alla schiavitù, al reciproco sfruttamento. Tutto quanto non vi fa comprendere, vi illude. Ogni volta che accettate e non comprendete, vi illudete.
Ricordate: giunge alla liberazione non chi resiste alla tentazione, ma chi non ha alcuna tentazione. Cade non chi è stato tentato, ma chi non ha compreso.
Non potete sbagliare, purché non vogliate sbagliarvi. La comprensione presuppone un'immensa schiettezza da parte vostra, una enorme sincerità con se stessi.
Voi siete abituati ad agire e ad aspettarvi una ricompensa dalla vostre azioni. Ecco l'errore. Voi non dovete avere ricompense, non siete qua per aspettarvi ricompense. Siete qua per comprendere, e questa comprensione avviene solo quando agite senza sforzo.
Questo non significa votarsi ad un cieco fatalismo. Assolutamente no. Questo significa essere voi stessi. Così, nell'aiutare, non dovete aspettarvi una ricompensa. Nel momento in cui vi rendete consapevoli che portate aiuto alle creature per far godere il vostro io, non dovete - indotti da questo pensiero - cessare di portare aiuto, ma essere consapevoli del perché lo fate. Così, non dovete dire: "Basta mi riposo mi ripiego su me stesso". Questo è un errore. Dovete essere vigili, costantemente consapevoli, senza attendere da questo nessuna ricompensa, senza agire per essere ricompensati. La comprensione giunge (con conseguente superamento di una parte dell'io e ampliamento del sentire N.d.R.) , a vostra insaputa, quando realizzate questa costante consapevolezza.
.. Vivere la propria umanità .. non significa vivere automaticamente la propria vita, bensì riconoscere se stessi e le proprie intenzioni in ogni esperienza che la vita induce ad affrontare. Significa essere consapevoli di ciò che si è, nel bene e nel male; significa accettarsi per ciò che si è, per quanto doloroso e faticoso ciò possa risultare. .. Quante volte vi sento affermare: "È più forte di me", dopo aver compiuto un'azione che sapete sbagliata, sorvolando su di essa e volendo convincervi con quella frase che eravate inermi e impotenti di fronte a quello che vi spingeva ad agire! .. accettare la propria realtà significa essere a un passo dall'averla modificata in senso positivo. Siate dunque santi o demoni, eroi o vigliacchi, asceti o libertini, egoisti o altruisti, ma siatelo con la coscienza di esserlo e vi accorgerete che questo vi è stato necessario per comprendere certe verità che, una volta acquisite, vi porteranno gradualmente a trascendere e superare i limiti che la vostra umanità vi sta imponendo. .. arriva inevitabilmente il momento della confusione ..: è il momento più proficuo, perché da quella confusione potrà nascere una nuova comprensione dell'argomento e quindi di se stessi.
.. Voi sempre cercate di sdrucciolare verso la vostra maniera di pensare, verso il vostro modo di intendere; voi cercate un modo per giungere a qualcosa. .. Voi più o meno immaginate quale è la meta ed allora volete conoscere quale è la via per giungere alla meta. Ma questa via non può essere realizzata a mezzo di una conoscenza, si deve giungere ad una comprensione. Chi può comprendere per voi? Nessuno: voi stessi. .. " Come comprendere l'intimo nostro? ". Rendendovi consapevoli, il che è molto diverso dal conoscere o sapere, come tu hai detto.
Ad esempio in un amore non corrisposto si alternano gelosie, timori, violenze nel volersi imporre all'altro. Che cosa si fa allora in questa circostanza? Si cercano delle scuse. Si dice: " È un carattere freddo, perciò non ha tanto slancio, però a modo suo mi vuole bene ". E in tutti questi pensieri si placano gelosie, timori, violenze e così via. Ma questo non significa comprendere il dolore, superare la passione a cui date il nome di amore. Se volete liberarvi da questa schiavitù dovete rendervi consapevoli, dovete essere estremamente sinceri con voi stessi, sapere esattamente senza reticenze, senza false giustificazioni, che non siete desiderati. Ciò sarà come toccare una piaga, vi sentirete offesi, menomati nell'orgoglio, nell'io ma se avrete coraggio, se riuscirete a considerare la questione non più nei termini dell'io, allora voi avrete compreso, avrete superato quella passione, l'avrete annullata alle sue stesse origini.
Tale genere di passione nasce da un primo desiderio non appagato e comunque ineluttabile; questo "io voglio" produce un'autosuggestione, una montatura che vi trascina, togliendovi serenità ed equilibrio. Se voi dunque, lo ripeto ancora, vi rendete consapevoli che alla base di questa vostra passione sta l'io col suo desiderio di possedere , e vi rendete costantemente consapevoli di ciò, voi comprenderete la passione la passione e la supererete, ripeto, l'annullerete alle sue stesse origini, non ne sarete trascinati.
Dunque comprendere se stessi significa rendersi esattamente consapevoli di tutto ciò che vi spinge ad agire, a parlare; rendersi consapevoli che, anche quando pensate, voi seguite canoni di pensiero, siete influenzati dalle altrui verità e non pensate mai secondo ciò che sentite. Questo significa rendersi consapevoli. .. Questa liberazione avviene non quando voi costringete il vostro essere a fare ciò che non sentite, ma quando voi agite senza sforzo, quando siete veramente voi stessi. .. Non dovete attendere il cambiamento perché quello chiaramente dice che voi non cercate altro che un divenire, non un essere. .. se voi prendeste l'abitudine di scrivere i vostri pensieri, fare una specie di diario, che dopo un certo periodo di tempo potreste rileggere, vi accorgereste che avete cambiato il vostro modo di pensare. Allo stesso modo avviene la consapevolezza. Voi dovete rendervi consapevoli ed allora, nella costante consapevolezza, giungerà la comprensione e la liberazione. Tutto quanto vi avviene, avviene per la vostra comprensione. Questo ricordatelo.
Domanda - Allora, Claudio, la prima volta che uno si rende conto di essere egoista e dice: "si guarda, un'altra volta non voglio essere egoista", tu dici che questo non è sufficiente. Basta dire: "Sì, sono egoista e quando non lo sarò più.. ". Insomma mi sembra che invece questo debba richiedere uno sforzo da parte nostra...
Risposta - No, nessuno sforzo. Quando tu dici: Sì, io sono egoista", nel momento che tu dici ancora: "Voglio non essere più egoista" tu cerchi un divenire, tu cerchi di fare qualcosa che non avviene spontaneamente, ma qualcosa che è forzato.
Domanda - Ma allora che cosa dobbiamo fare?
Risposta - Rendervi consapevoli.
Domanda - E cioè non mentire a noi stessi?
Risposta - E basta, punto. Ripeto: nella costante consapevolezza giunge la comprensione e la liberazione.
Domanda - E la volontà non entra neanche in minima parte?
Risposta - La volontà entra in questa costante consapevolezza e basta. Non dovete con la volontà fare violenza a voi stessi. Con la volontà dovete cercare di rendervi costantemente consapevoli.
.. Per me non esiste la moralità. La moralità per l'uomo liberato non esiste. Esistono le leggi e le costrizioni per coloro che non sono giunti a questa liberazione. .. Voi potete essere nel mondo ed essere staccati, voi potete possedere grandissime ricchezze ma non essere schiavi di queste ricchezze, essere staccati da esse. Servirvene per aiutare i vostri fratelli. ..
Domanda - La comprensione dovrebbe essere la somma dei nostri errori, delle nostre fatiche, delle nostre delusioni?
Risposta - No. La comprensione è il fiore che sboccia nel fango. I vostri errori, i vostri dolori debbono portarvi (e vi porteranno) comprensione. ..
Domanda - Allora vuol dire che tutto questo cambiamento avviene a mia insaputa?
Risposta - Sì, esattamente. Non avviene con sforzo ma naturalmente. .. Voi non dovete essere qui per cercare conforto al vostro dolore, bensì per scoprirne e comprenderne le cause. Tutto quanto non vi fa comprendere vi illude. Ogni qual volta voi accettate e non comprendete, vi illudete. ..
Domanda - La comprensione e consapevolezza presuppone che noi non possiamo ingannarci, cioè credere di capire e invece non capire?
Risposta - Appunto, presuppone un'immensa schiettezza da parte vostra, una enorme sincerità con voi stessi.
.. Le insidie che chi cerca di comprendere se stesso deve fronteggiare non sono poche, e in cambio di ciò, quello che si ottiene (o si dovrebbe ottenere) appare assai fumoso e poco rassicurante, vero? .. Tutto ciò finché l'atto di porre attenzione e riflettere su se stessi non diventi una cosa "automatica" fatta quasi senza accorgertene.
.. Un altro errore che comunemente fate, è quello di credere che ciascuno debba dare un giudizio riepilogativo di se stesso. Mi spiego meglio: se, per esempio, analizzando un vostro comportamento scoprite che quello che credevate essere uno slancio di altruismo in effetti nascondeva un impulso egoistico, voi darete un giudizio di voi meno lusinghiero di quello che davate ad un esame superficiale. .. Ciascuno è quello che è nel momento in cui si prende in considerazione. .. se infatti si è quello che si è nel presente, che significato e che valore può avere il cercare di scoprire le vere ragioni che hanno spinto ad agire in un certo senso, a compiere una certa azione, se teoricamente - nel momento in cui voi fate questa riflessione - potete essere "diversi" da quello che eravate quando avete agito? .. se non si superano, nel presente, le limitazioni che determinano l'intimo essere di ognuno, tali si è e tali si rimane. .. Se voi avete fame, non vi sfamate pensando a quello che avete mangiato nel passato o a quello che mangerete. Tutti i problemi sono nel presente e nel presente debbono essere affrontati, se si vogliono risolvere.
.. Conoscere se stessi significa osservarsi nella vita di tutti giorni e porre attenzione a tutti i propri moti interiori e - per così dire - annotarli di volta in volta dentro se stessi. Fatto questo occorre analizzarli a posteriori con la massima schiettezza di cui si è capaci, e senza aspettarsi da questo lavoro ricompense o acquisizione di chissà quali facoltà. Fatelo e basta, purché l'unico vostro scopo sia la verità. .. L'io è l'illusione di separatività (divisione tra me e te, mio e tuo) che giace dentro di noi, che tramite la comprensione può essere superato, portando così ad un nuovo ampliamento del nostro sentire. L'intero processo passa sotto il nome di evoluzione. Un'evoluzione spirituale, questo è ovvio.
«Se voi prendete, per esempio, un cristallo e lo immergete in una soluzione sovrassatura, vedrete che un po' alla volta questo cristallo acquista altre parti di materia, e come la scienza sa benissimo, non l'acquista casualmente, ma secondo direttive ben precise che lo portano ad una crescita tutto sommato ordinata. .. È evidente, creature, come a questo punto si debba giungere alla conclusione che ogni cosa del creato ha una sua evoluzione, un suo cammino da percorrere, ed il tutto sia così perfettamente organizzato, curato nei minimi particolari da escludere completamente il fatto che tutto sia affidato alla casualità, al caso, ma anzi questo ordine, questa organizzazione presuppongono implicitamente l'idea di una divinità - anche se ben diversa dall'immagine antropomorfa che ognuno di voi può possedere - che regoli e comprenda in sé tutto l'universo.»
.. I piani di esistenza sono principalmente 4: piano Fisico, piano Astrale, piano Mentale e piano Akasico . Oltre al piano Akasico troviamo una serie di piani "Spirituali", per ora non meglio definiti. Il piano Fisico, l'unico che percepiamo al momento, è quello con la materia più grossolana. Non c'è molto da dire su esso, in quanto lo sperimenti già ogni giorno grazie al tuo corpo Fisico. Cioè al tuo corpo in senso lato, che altro non è che il veicolo che ti consente di vivere e interagire all'interno di questo piano. Quando la propria consapevolezza è spostata su di un dato piano - quello Fisico nel nostro caso - non è possibile di norma avere anche solo la percezione dell'esistenza dei "piani superiori". Avere un veicolo (o corpo) Fisico, implica necessariamente avere anche un veicolo Astrale, uno Mentale ed uno Akasico. Ciascun veicolo si troverà nel rispettivo piano di esistenza. Il fatto che prima io abbia accennato a "piani superiori" non implica che quando parli di essi devi guardare in alto: essi non sono altrove rispetto al piano Fisico, al contrario sono compenetrati in esso. Puoi visualizzarli come una miscela di gas composti da particelle a diverso peso. Il "gas Akasico", sarà il più rarefatto e quello Fisico sarà il più denso e pesante. I veicoli o corpi, sono allacciati tra loro in modo molto intimo, e le interazioni tra essi sono molteplici.
.. Ogni piano ha quindi la sua materia dotata di sue proprie peculiarità, e il funzionamento di ogni veicolo è strettamente legato alla materia di cui è composto. Una caratteristica importante dei veicoli è quella della loro "organizzazione". In generale nel piano Fisico possiamo notare come le creature più primitive siano caratterizzate da corpi più semplici e rozzi. Un mollusco non ha certo l'organizzazione corporea di un mammifero, per esempio, ma è enormemente più complesso di un battere. E così via. .. Questa tendenza alla maggiore complessità negli organismi più "evoluti", è mantenuta perfettamente a livello degli altri veicoli sopracitati. Quindi in generale un essere umano, oltre ad avere un cervello più sofisticato, avrà anche un veicolo Astrale, ma soprattutto Mentale e Akasico assai più complessi ed raffinati. (Ma .. il corpo delle passioni e istinti noto come corpo Astrale, può presentare già una buona organizzazione a livello animale.)
.. Il processo di evoluzione è un processo di affinamento dei veicoli dell'individuo. Si tratta di un procedimento assai lento, più lento di quanto tu possa immaginare, e pretendere di farlo iniziare e concludere nell'arco di una sola vita, non ha alcun senso. Ecco quindi che si rende necessario vivere più vite e in contesti molto diversi tra loro, in modo da ricevere dall'ambiente gli stimoli necessari a promuovere il processo evolutivo. [Evoluzione significa] coscienza e capacità di "sentire".
.. Il minerale quindi a suo modo, un modo decisamente limitato, sperimenta la realtà fisica col fine di cominciare a costruire un suo corpo Astrale. Non è ancora in grado di percepire sensazioni neanche delle più elementari (come "caldo" o "freddo") ma inizia quantomeno ad abbozzare un embrione di corpo Astrale, che verrà ulteriormente sviluppato soltanto nello stadio successivo.
Giunto al limite delle possibilità evolutive di un minerale - quindi con un veicolo Astrale ormai abbozzato a sufficienza - si rivela necessario usufruire di un veicolo fisico più adatto a esperire sensazioni più vivide e quindi più costruttive per il veicolo Astrale. Il veicolo di cui sto parlando, appartiene al mondo vegetale.
Nell'ambito della vita vegetale senza dubbio gli stimoli come "caldo" e "freddo" sono percepiti in modo assai più vivido e hanno diretta conseguenza sulle possibilità di sopravvivenza di questa forma di vita. Sebbene le possibilità di interazione con l'ambiente circostante siano limitate se raffrontate a quelle di un animale, sono comunque nettamente superiori a quelle di un minerale, consentendo di arrivare ad un discreto grado di strutturazione del corpo Astrale. Il corpo Fisico di un vegetale, inoltre, possiede dei bisogni primari per la propria sopravvivenza, quindi avrà bisogno di acqua e sali minerali, di luce, soffrirà se viene danneggiato e, fondamentale, necessiterà di riprodursi. Una gamma di esperienze davvero molto vasta.
Per quanto il veicolo Astrale possa godere di grandi stimoli in questo stadio evolutivo, il corpo Mentale inizia a strutturarsi sul serio solo allo stadio animale. Non c'è bisogno che ti descriva la vita di un animale, ma è ovvio che le prime manifestazioni di intelligenza e capacità di ragionamenti elementari sono visibili solo negli animali di una certa evoluzione Mentale, e anche qui sono piuttosto primitivi rispetto agli standard degli esseri umani (tengo a precisare che io adoro tutti gli animali).
Giunti a questo punto occorre fare una precisazione: sebbene, per esempio, il vegetale non possieda un corpo Mentale strutturato, ciò non significa che non lo possieda del tutto. Esso sarà presente, ma sarà così disorganizzato e amorfo da non riuscire a svolgere nemmeno una delle funzioni che potenzialmente la materia di cui è composto consentirebbe. È la stessa differenza - più o meno - che potrebbe passare tra un cumulo di silice, plastica e altri materiali normalmente presenti in un PC, e invece un computer assemblato e perfettamente funzionante.
.. Giunti allo stadio di vita umana, accade qualcosa di molto particolare. I veicoli Fisico, Astrale e Mentale, ormai hanno raggiunto un buon livello organizzativo e comincia, solo allo stadio umano, l'evoluzione spirituale. L'ampliamento del proprio sentire, rappresentato dall'organizzazione del corpo Akasico.
Occorre ora fare una precisazione sul meccanismo della reincarnazione: quando un individuo passa da un'incarnazione all'altra, esso in realtà sostituisce tutti e tre i suoi corpi inferiori, e quindi vengono sotituiti sia il corpo Fisico, sia il corpo Astrale, sia quello Mentale, e in questo modo vengono perse tutte le pulsioni e le conoscenze in essi contenuti, tuttavia vine conservato sempre il medesimo corpo Akasico, che andrà via via strutturandosi sempre più. Ad ogni nuova incarnazione ci vengono assegnati .. tre nuovi veicoli (.. fisico, astrale e mentale) costruiti sulla base delle necessità evolutive del corpo Akasico. .. L'io dell'individuo è identificabile all'insieme dei tre corpi inferiori (Fisico, Astrale e Mentale), mentre il sentire raggiunto lo possiamo localizzare a livello del corpo Akasico.
.. Il minerale ha una certa forma all'interno del piano Fisico, tuttavia ha una sua corrispondente forma che arriva via via, attraverso gli altri piani di esistenza fino ad unirsi con il Tutto (il concetto di Tutto sarà trattato in seguito N.d.R.). Tuttavia vi è una cosa da considerare, ovvero il fatto che, come dicevo, questa materia degli altri piani di esistenza non è ancora abbastanza organizzata per poter far sentire, rendere consapevole il minerale di ciò che accade negli altri piani di esistenza. La sua percezione, la sua consapevolezza è quindi limitata quasi totalmente al piano fisico, anche se incomincia, sotto gli impulsi dell'ambiente, a reagire agli stimoli e a crearsi una sua certa consapevolezza interiore di ciò che succede a livello emozionale, incomincia cioè a organizzare molto lentamente la sua materia Astrale, che prima era totalmente disorganizzata.
.. Il vegetale, a sua volta, ha una forma nel piano Fisico, però la sua sensibilità è molto maggiore rispetto a quella del minerale proprio perché attraverso gli stimoli vissuti sotto la forma minerale, un po' alla volta, la sua materia Astrale si è andata organizzando.. Voi vi stupireste se riusciste a percepire, a comprendere in realtà quanto ogni vegetale abbia una sensibilità spiccata e forte, non molto diversa, in realtà, da quella dell'uomo. La maggiore differenza risiede nel fatto che alla pianta è molto difficile poterla esprimere in modo comprensibile all'essere umano.
.. Nell'animale, un po' alla volta, grazie agli stimoli che riceve, si va formando anche la consapevolezza a livello Mentale.
.. Nel corso della vita umana questa consapevolezza mentale diventa via via sempre migliore sino, alla fine, a sconfinare nel piano Akasico, dove la consapevolezza diviene gradatamente sempre più strutturata.
.. La consapevolezza in un dato piano di esistenza è proporzionale a quanto il corpo è strutturato in quel corrispettivo piano. È importante inoltre notare che anche, per esempio, a livello delle incarnazioni umane i corpi più inferiori non cessano di strutturarsi e raffinarsi. Quindi anche se è vero che l'animale ha già il corpo Astrale del tutto pronto e organizzato, il veicolo Astrale di un essere umano sarà comunque dotato di una complessità e raffinatezza superiori. ..
Al momento della morte l'individuo giunto al ciclo delle incarnazioni in forma umana, sposterà la sua consapevolezza nel piano Astrale, quindi, dopo un lasso di tempo più o meno lungo, si ritirerà nel piano Mentale e - infine - nell'Akasico. Poi, partendo col medesimo corpo Akasico, e sulla base delle esigenze evolutive, verranno ricostruiti i tre veicoli inferiori per una nuova incarnazione in forma umana. E così via fino alla fine della ruota delle nascite e delle morti, quando l'individuo si sarà definitivamente liberato del suo io, o meglio, avrà concluso di strutturare il suo corpo Akasico. Quello che accadrà poi verrà trattato in una sezione futura. [Il Bar-do Thos-grol spiegato in tre righe! :-)]
.. Se fosse possibile tradurre in modo ben comprensibile ciò che passa per la pietrosa testa del minerale, questo sarebbe sotto forma di "caldo", "freddo", "pioggia", "vento", e via e via e via, quindi semplicemente come delle constatazioni di qualche cosa che accade senza, in fondo, né ragionamento, né percezione emotiva, e quindi, ripeto, che a questo stadio evolutivo dell'individuo non vi è e non vi può essere un io così come voi lo avete inteso da quando siamo venuti a parlare tra voi. Come conseguenza logica e inconfutabile, lo stesso discorso, quasi pari pari, può essere portato per l'individuo incarnato allo stadio vegetale; in quanto questo individuo ha sì un corpo Astrale più strutturato di quello che aveva nel corso delle molteplici incarnazioni minerali, però se fosse possibile riportarvi come pensieri ciò che passa per la mente alla clorofilla del vegetale, voi potreste avvertire "sento caldo", "sento freddo", "sento pioggia", "sento vento", e via e via e via. Quindi anche in questo stadio l'io non esiste e non può esistere. Quelli tra voi che più amano gli animali, tendono quasi sempre a personalizzare gli animali, ma come prolungamenti di esseri umani, a volte addirittura come prolungamenti di se stessi, scambiando spesso il comportamento indicativo tipico degli animali con un senso di personalità; in realtà, anche per quello che riguarda l'individuo incarnato all'interno del mondo animale, si può affermare che non esiste un io; questo anche se il corpo Astrale, in questo caso, è abbastanza ben organizzato e strutturato, il corpo Mentale comincia soltanto allora ad essere strutturato, è la soltanto la prima fase di strutturazione, e quindi l'io non è ancora formato, ma vi è il primo larvato percepire, la prima differenza tra io e non-io. Se voi, infatti, poteste entrare nella mente dell'animale potreste sentire i suoi pensieri come: "io ho fame", "io ho sete", "io ho freddo", "io ho caldo", l'io c'è già: una percezione molto larvata di se stessi e gli altri.
Tuttavia, ripeto, anche per quello che riguarda l'incarnazione all'interno del mondo animale, non è possibile parlare di un vero e proprio io.
L'io, invece esiste, compare allorché l'individuo giunge all'incarnazione umana; l'individuo che giunge alla incarnazione umana, infatti possiede un corpo Astrale, ormai ben strutturato, un corpo Mentale, a sua volta organizzato in modo più o meno uniforme e complesso, quindi gli scambi tra questi due corpi e il corpo Fisico sono continui e tali da permettere di fare una distinzione, da permettere di avere coscienza della separazione tra se stesso e il mondo al di fuori di se stesso. Permette, cioè, di rendersi conto che egli è, e il mondo intorno a lui è, ma in modo diverso da lui stesso. Come abbiamo detto, questa percezione, questo senso di separatività tra l'individuo ed il mondo esterno, in realtà, è a sua volta un'illusione, perché per procedere nell'evoluzione l'individuo deve arrivare ad andare oltre l'io, e a comprendere che non esiste io e non-io, ma fa parte di un tutt'unico, in cui non vi sono parti contrapposte, ma vi sono parti che si completano a vicenda. .. E vi osserviamo, vi vediamo lottare con voi stessi, vi vediamo soffrire, perché non riuscite a essere migliori di quello che siete; a volte, vi vediamo litigare con gli altri, vi vediamo arrabbiarvi, vi vediamo guardarvi allo specchio e dirvi: "Ma perché non riesco a essere diverso?"; vi sentiamo pensare: "io sono così, però so qual è la meta e voglio arrivare a tutti i costi, e se io voglio, io posso!". Bene, creature, questa vostra intenzione vi fa onore, siamo contenti che in ognuno di voi vi sia almeno questa intenzione, questa spinta a superare il vostro egoismo, questo tentativo di andare oltre a ciò che voi mostrate quotidianamente, questa ricerca di spiritualità, di altruismo, di amore, questo "voglio fortissimamente voglio" che a volte perseguite, a volte dimenticate. Tuttavia .. tutti i vostri sforzi, tutti i vostri momenti di repressione, tutta la vostra ricerca, in realtà, non serve assolutamente a nulla. Voglio dirvi cioè che il vostro cercare il superamento dell'io non vi porterà ad alcun risultato. .. Il fatto stesso che voi vogliate superare qualche cosa vuol dire che vi sforzate, che vi fate violenza per superarla, e io vi garantisco, creature, che il fatto stesso di farvi violenza non vi può portare a superare la cosa, qualunque essa sia; può forse aiutarvi per altri versi, può forse impedire di fare del male agli altri, di nuocere agli altri, di non rivelare certi vostri aspetti esteriori, ma interiormente vi fate violenza creature, e non serve a farvi raggiungere l'Amore, l'altruismo, la non separatività, e quindi a superare l'egoismo.
[Parliamo ora di] come l'essere nasce, incomincia a poco a poco a prendere contatto con gli altri suoi veicoli e a costruire, in questo modo e di conseguenza, la propria personalità.
..Questi limiti di tempo che noi abbiamo dato (in questo caso abbiamo parlato di sette e quattordici anni) sono indicativi e non validi, genericamente, per tutti gli individui. La differenza dipende soprattutto dal grado evolutivo dell'individuo che si incarna ..: avendo dei corpi sottili più raffinati e complessi, gli individui più evoluti impieghino più tempo a maturare del tutto la loro personalità, e quindi a completare i dovuti allacciamenti..
.. La verità, per essere tale, deve essere esatta e completa. Se uno solo di questi due attributi viene meno - e cioè se è inesatta o parziale - è una non-verità . Molto semplicemente. Allora tu dirai che è impossibile conoscere con esattezza Assoluta tutta quanta la Verità. Hai ragione, se pensi così. .. Esistono delle verità che le guide definiscono "punto di passaggio" che - sebbene siano verità limitate - sono corrette nel loro ambito e hanno la fondamentale funzione di permetterci di raggiungere verità sempre meno limitate. .. Ma fino a che punto possiamo arrivare? Il limite massimo è dato dall'evoluzione dell'individuo. Non si possono comprendere davvero verità che trascendono le proprie capacità.. È possibile capire con la mente, questo sì. Ma per fare propria una nuova verità è necessario avere un'evoluzione, un sentire, adeguati.
[La Goccia (o Scintilla) è] quella parte dell'Assoluto dalla quale discende ognuno di noi, ovvero quella particella della Realtà Assoluta che ha dato luogo al vostro immettervi nel ciclo delle evoluzioni e delle incarnazioni. .. Quando si stacca dall'Assoluto, la Goccia comincia il suo viaggio che la porterà a dare vita ad un nuovo corpo Fisico. .. come una palla di neve [che rotola] lungo il fianco della montagna e via via che rotola sulla neve si ingrossa, [altrettanto la Goccia] attraversa i piani Spirituali e nell'attraversarli attira a sé della materia di questi piani; attraversa poi il piano Akasico e attira a sé materia del piano Akasico, poi il piano Mentale e attira a sé materia del piano Mentale, il piano Astrale e attira materia del piano Astrale, il piano Fisico, finalmente, e attira a sé materia del Piano Fisico.. ed una nuova vita è pronta a nascere. Ci si potrà chiedere come mai la materia resta attaccata a questa Goccia Divina. Questo accade perché la Goccia Divina in realtà è quello che potrebbe essere definito un centro di attrazione, con delle particolarità molto simili a quello che nel vostro piano Fisico viene chiamato magnetismo. .. All'inizio del ciclo, all'inizio dell'evoluzione, la materia che la Goccia Divina attira a sé è informe, non è strutturata, si può quasi affermare che avviene una raccolta di materia nei vari piani di tipo casuale - anche se vi ricordo di stare attenti a questa parola, perché in realtà, di casuale non vi è mai nulla. .. Voi direte: "ma com'è che accade che questa materia raccolta in modo caotico alla fine dà vita a qualcosa che caotico non è?". Questo accade, prima di tutto, perché in realtà la Goccia Divina sa già quello che sarà il cammino, o ciò che compirà la sua emanazione attraverso i piani, e sa che tutto avverrà in modo pressoché automatico .. Accade cioè, a mano a mano che il bambino vive, cresce, desidera, ama, che la materia che compone il suo corpo Astrale poco alla volta si affina, rendendolo sempre più capace di desiderare, di sentire, di amare; a mano a mano che il bambino cresce affina la sua mente, attraverso gli stimoli che l'ambiente gli fa pervenire .. Ognuno di voi, per affinare sempre di più i propri corpi - e non soltanto quelli transitori, come il Mentale, l'Astrale ed il Fisico, ma in particolar modo quello Akasico e quelli Spirituali - ha bisogno di un certo numero di incarnazioni.
«Una donna che abbia avuto, in una sua incarnazione, un eccesso di ricerca del sesso, nella vita successiva, per reazione, per comprendere questo discorso dell'eccesso sessuale rinasce come una donna che pensa al rapporto carnale come a un peccato gravissimo, il più grave di tutti - che è una cosa abbastanza comune nelle persone che seguono la vostra religione. Allora può darsi che questa entità, dopo aver vissuto due vite l'una in antitesi dell'altra, nel piano Astrale possa riflettere sulla sua ultima incarnazione e superare, col ragionamento, questo errore di considerare il sesso come qualcosa di estremamente peccaminoso. Ecco che allora il bilancio viene fatto dopo che c'è stata tutta una serie di esperienze in antitesi. Non è che il karma verrà dopo, per farle capire qualcosa che, in fondo, ha già sperimentato e maturato dentro di sé: l'esperienza opposta alla dissolutezza è già avvenuta nell'ultima incarnazione e quindi si tratta, a quel punto, di fare un bilancio. Bilancio che viene fatto, appunto, nel piano Astrale, avendo tutti gli elementi necessari per poterlo fare. Dal punto di vista del sesso, quell'essere rinascerà equilibrato.»
Il karma è definibile come la legge di causa ed effetto. È quella sorta di meccanismo che ad ogni causa da noi mossa nella vita di tutti i giorni, fa seguire un uguale e bilanciato effetto contrario. .. Nessuno studioso di Fisica .. si sognerebbe di negare l'esistenza di un simile semplice principio alla base dell'universo. Ebbene, questo principio di azione e reazione mantiene la sua validità spostandosi nei piani più sottili, laddove idealmente si localizzano quegli "ingranaggi" che guidano gli eventi ..: la causa del dolore non si trova in un ente supremo e maligno, non si trova nella cattiva sorte né nei cattivi governi o istituzioni. Sei tu la sola e unica causa della tua sofferenza.
.. Voi sapete che tre tipi di effetto ricadono sull'individuo: quello immediato, dovuto alla materia posta in movimento; quello dopo il trapasso; quello che ricadrà nelle vite successive e che è l'ultimo, quello veramente fattivo, definitivo, che ricade sulla coscienza dell'individuo e va a colmare la lacuna che originò l'azione, la causa. Il secondo tipo di effetto, quello dopo il trapasso, impegna l'individuo nella meditazione della sua ultima incarnazione e lo pone, quindi, in uno stato di passività, di subire un effetto e non di muovere cause. .. Perché, direte, l'individuo non muove cause quando non vive? Tutto è analogo: a un periodo di attività segue un periodo di riposo: azione e reazione. Alla Manifestazione segue il riassorbimento, al giorno la notte, e così via. Altrettanto è per la vita evolutiva dell'individuo: ad una incarnazione nella quale sono state mosse delle cause segue il trapasso nel quale vi è un riposo.
.. Accade a molti, soprattutto a chi è religioso ma non solo, di vedere i momenti di grande sofferenza e difficoltà come delle punizioni divine, ottenendo così di aggiungere alla sofferenza che già si sta patendo, anche quella del senso di colpa verso la divinità. [Ma] karma non significa punizione. In tal caso, si dovrebbe pensare al concetto di colpa, per l'uomo. Mentre i maestri parlano, al massimo, di errore. Ormai voi sapete che la coscienza non è mai errata, semmai è insufficiente .., e poco a poco si costituisce fino a prendere il predominio su tutte quelle stimolazioni ambientali che possono appunto venire dall'ambiente, dall'educazione, dai trascinamenti di vario genere, dalle forme di fanatismo, di induzione che possono venire dalle associazioni, dalle ideologie, dalle politiche, dalle religioni e via e via. L'uomo che ha una coscienza costituita è forte in se stesso e non cede a queste - chiamiamole - tentazioni, a questi - diciamo meglio - richiami. .. Il concetto di karma non può essere un concetto di punizione, ma sempre di correzione; di qualcosa che va all'uomo per farlo comprendere.
.. La vita dell'uomo è la sua nascita spirituale. Non v'è bisogno di mettere alla prova l'uomo per vedere se è ben riuscito e quindi supererà positivamente la prova, o se è mal riuscito e quindi non avrà la forza di superarla. Ciò non ha alcun significato! Ma le vicissitudini alle quali va incontro l'uomo sono necessarie per la maturazione spirituale. Ma la macerazione che egli sopporta nella vita di ogni giorno è nettare alla sua nascita spirituale. Il karma non è una prova né un castigo. Ma è un'esperienza, una macerazione, che porta come frutto la nascita spirituale dell'uomo.
.. Vi guardo, creature di ogni specie, razza, ceto ed età: siete tutte segnate e dominate dal dolore. Vi guardo cercare affannosamente il piacere ed affannosamente trovare la sofferenza. Il dolore non è come il sole, che splende in egual misura sui giusti e sugli ingiusti; sembra accanirsi con i buoni, gli inermi, lasciando perciò in grande perplessità chi soffre e chi è spettatore della sofferenza, che in ciò vedono una ingiustizia. Infatti il dolore - che sia sensazione fisica o sentimento - appare assolutamente dannoso e tanto negativo che l'uomo ne fa la maledizione di Dio. L'esistenza del dolore è, al tempo stesso, lacerante esperienza e, per gli esseri dotati di raziocinio, paurosa minaccia nonché causa di angosciosi interrogativi. Generalmente l'uomo accetta più l'esistenza della morte che quella del dolore. Ed è giusto. Perché mai temere la morte tanto da sognare l'immortalità? Che sciocchezza! L'uomo che fosse immortale sarebbe il più disgraziato degli esseri. La morte è la più grande benedizione: libera l'umanità dalla tirannia dei potenti, dalla noia dei sapienti, dal peso dei notabili. Pensate un attimo a che cosa sarebbe l'umanità se nessun uomo del passato fosse morto, specialmente i potenti. Tutti vorrebbero continuare a pesare sulla storia. Ve la immaginate che Babilonia? E quanto è comodo, invece, poterli mettere in disparte, obliarli, seppellirli nel silenzio.
.. Perché mai tanto dolore affligge ogni essere vivente? E fa dubitare i raziocinanti che la vita sia un dono; e fa pensare piuttosto che introduca in un luogo di pena dove, per qualche oscura ragione, ognuno debba soffrire. E se fosse - come nella catena alimentare della natura ogni creatura si ciba ed è cibo di altre - che le sensazioni, le emozioni, il dolore degli esseri viventi costituissero alimento per invisibili entità ultraumane? E se il dolore - che è tormento do ogni essere carnale - fosse il piacere di entità cosmiche immateriali, che si adoperassero in ogni modo per far soffrire i viventi e così trovare, esse, più godimento? In tal modo gli esseri viventi tutti - e più di ogni altro l'uomo - sarebbero come animali da allevamento, fatti per vivere e soffrire per il piacere di invisibili, potenti, sovrastanti, crudeli parassiti.
.. Il credente, di fronte allo spettacolo del dolore, conosce il dubbio. Chi soffre perde la fede. Nei momenti di grande dolore anche la più ferrea delle convinzioni spirituali, vacilla. "Padre, perché mi hai abbandonato?" si chiese lo stesso Cristo all'acme della sofferenza. .. "Guai a ribellarsi nel dolore!" dicono i padri spirituali. Io, senza avere la pretesa d'esservi da guida, vi dico:ribellatevi pure! Il dolore non è una cosa piacevole. È ufficio di ogni uomo essere forte, ed è ufficio dell'uomo forte resistere al dolore. Ma non sentitevi in colpa se vi manca la rassegnazione, se non sapete accettarlo come se fosse un piacere.
.. "Perché mi è successo questo? Perché devo soffrire?", si domanda il sofferente. Tutti vorrebbero conoscere il perché del loro dolore. Esistono tante risposte quanti sono quelli che patiscono. E ne esiste una che le riassume tutte: l'uomo soffre perché deve superare l'io personale ed egoistico. [Ma] per il fatto stesso che il dolore esista, è da Dio voluto, ricade su di Lui ..: tutto quanto esiste - per esistere - deve essere "sentito", ed il modo in cui ciascun essere lo "sente" è il modo attraverso al quale lo "sente" Dio; .. Dio stesso ne soffre .. Non ringraziate Dio per la sofferenza, né maleditelo. Quando soffrite pensate che non è tanto Dio a mandarvi quelle pene, quanto Dio a trasformare quel dolore in un balsamo per il vostro esistere. Dio che non condanna né si vendica, Dio che con quel mezzo, senza alternative, vi riscatta da una vita senza coscienza, vi richiama a partecipare alla sua vera natura.
.. Sono consapevole che quanto dico può essere recepito più da chi è spettatore della sofferenza che da chi soffre. Chi patisce non intende ragioni, se non quella che può dare termine al suo soffrire. Ed è giusto che sia così. Ma nell'ora della disperazione, quando senti di non farcela con le tue sole forze e ti volgi attorno, forse senza speranza, quanta gioia e sollievo ti dà la mano di chi ti aiuta! Ebbene, se ti sembra bello e giusto avere trovato soccorso, perché tu pure non soccorri? .. allora perché .. prima di dare .. frapponi mille condizioni al tuo dare, finanche esigere che chi ha bisogno risponda al tuo ideale di bisogno o addirittura ti sia simpatico? .. perché nulla fai di ciò che tu puoi fare per riscaldare i rapporti con i tuoi simili, anche semplicemente cercandoli, intrattenendoti con loro senza un tuo scopo egoistico? Perché invece fuggi chi non ti è in qualche modo utile e fai di tutto per liberarti della sua compagnia come se fosse una calamità? Certo l'ideale sarebbe che fossi tu ad avere l'iniziativa, tu ad operare una sifatta società! Ma già tanto sarebbe che tu considerassi chi ti avvicina così come vorresti essere considerato. Questo è quello che il dolore ti indirizza a farti comprendere, ad insegnarti; ma non già come un fatto di conoscenza, un patrimonio della mente, bensì come un'intima trasformazione: un essere nuovo che in tal modo sente e perciò opera, ancorché perdesse o perda il ricordo dell'esperienza avuta. Oh dolore, primo alimento della paura! .. Sarebbe forse temuta la fame se non fosse dolorosa? E chi intraprenderebbe l'odissea che comporta lo sfamarsi se il digiuno fosse piacevole? Dunque tu, dolore, condizioni le esperienze degli esseri viventi e al tempo stesso li muovi da un venefico, mortale ristagno.
.. L'esistenza del dolore poggia su precise ragioni, quanto meno su quella di spingere gli uomini a serrarsi, a collaborare, a lavorare uniti per cancellarlo dalla Terra. Realizzandosi ciò, l'importante tappa raggiunta non sarebbe tanto l'assenza di dolore, quanto l'unione fraterna degli esseri. Guai a chi passivamente subisse il dolore! Lo svuoterebbe di gran parte del suo significato. Perciò, fratelli che soffrite, imprecate, maledite, cercate, chiedetevi perché. Così facendo fate quello che il dolore deve farvi fare! Ma non identificatevi con il vostro dolore. Voi siete molto di più. ..
1. Il karma è mosso dall'intenzione che sta a base dell'azione compiuta, e non dall'azione stessa.
2. Lo scopo del dolore è quello spingerci fuori dalla cristallizzazioni (ristagni spirituali), ed è solo l'ultimo dei mezzi che la vita usa per farci comprendere, laddove tutti gli altri stimoli non sono bastati a farci raggiungere il medesimo fine.
.. Nonostante i discorsi fatti, la tendenza comune di fronte a esempi del genere è quella di finire col considerare il karma come una sorta di legge punitiva. No. Il karma agisce per aiutarci a comprendere e cessa la sua esistenza allorché la comprensione sopraggiunge. .. In realtà nulla di quanto ci accade nelle nostre giornate si verifica per caso. Il dettaglio più insignificante che noi "per puro caso" (il caso non esiste) notiamo, è stato messo lì apposta per .. aiutarci a capire qualcosa in più di noi stessi e avvicinarci alla Verità. .. Ciò che sta alla base del creare del karma positivo o negativo, non è l'azione come voi potete pensare ma è l'intenzione con cui l'azione viene compiuta. .. chi fa un'azione sapendo, intenzionalmente, avendo coscienza di sbagliare, provocherà una reazione .. molto forte; chi, invece, agisce nell'ignoranza smuoverà una reazione più debole, più facilmente superabile in seguito.
.. Karma vuol dire, in ultima analisi, donare comprensione. Ogniqualvolta l'individuo agisce senza comprendere, muove un karma. È ad un tempo la giustizia e la misericordia divina. Ma il vero senso è la misericordia perché, a karma consumato, l'individuo ha capito. Il karma è congegnato in modo che se l'individuo fosse solo al mondo - ammesso che potesse realizzarsi questo - ebbene l'effetto ricadrebbe su di lui, solo al mondo ed isolato, e gli donerebbe comprensione ugualmente. Anche nelle condizioni più sfavorevoli, esso conduce l'individuo a comprendere, qualunque temperamento egli abbia. .. Esiste anche la legge dell'amore e dell'amore fraterno: se vedete una creatura che soffre, e avete compreso qual è la ragione del suo soffrire, voi potete aiutarla a comprendere, ed ecco che il karma raggiunge il suo scopo. Pensando che le creature debbono bere fino all'ultimo calice il loro dolore, ecco che con buoni pensieri di serenità, di aiuto alla comprensione, voi facilitate la comprensione stessa, che è il fine del karma.
.. L'uomo non deve ricordare, nel momento che subisce l'effetto di una causa che ha mosso, qual è stato l'avvenimento per il quale, in tempi trascorsi, mosse quella causa. Se l'uomo ricordasse ciò che ha fatto, egli non commetterebbe certe azioni non perché ha compreso ma perché avrebbe paura delle conseguenze che quelle azioni recano con sé. [Il karma invece] deve dare comprensione verso chi soffre, dare sentimento a chi soffre, in modo che verso i fratelli non si provi avversione ma amore.
.. Sempre la realtà è alla portata dell'uomo. Dirò di più: l'uomo vive nella realtà. Ma perché, allora, l'uomo è dedito alle illusioni?, perché non comprende? Non comprende per sua natura o per sua evoluzione, e molte volte, nei limiti della sua natura e della sua evoluzione, per sua cattiva volontà. Dal primo tipo di incomprensione, o se volete di ignoranza, l'uomo non ha un karma, e da questa ignoranza sarà riscattato: egli è infatti chiamato a tutto comprendere, a tutto conoscere. L'altro tipo di incomprensione, invece, porta un effetto, in quanto è dovuto all'occasione di comprendere lasciata sfuggire: e l'uomo dovrà comprendere forzatamente attraverso l'azione diretta, l'esperienza diretta. .. L'aiuto che l'uomo riceve è tanto, ripeto, ma è un aiuto marginale perché nessuno può fare per voi ciò che voi dovete e potete fare. .. Ma chi ha sete, benché una mano amica gli porga l'acqua, da solo deve berla.
[La] scienza è già a conoscenza del fatto che il vuoto assoluto non esiste, ma vorrei adesso spingere oltre questo concetto. In linea di massima potremmo affermare che negli spazi vuoti tra la particelle di materia fisica, possiamo collocare le "particelle" del piano Astrale e quelle degli altri piani più sottili, impossibili da rivelare con strumenti del piano Fisico.
.. Da quanto esposto fin qui, sembrerebbe che esista una netta separazione tra i diversi piani di esistenza. Una separazione non determinata dallo spazio (abbiamo detto che i diversi piani occupano il medesimo spazio) bensì dalle "particelle" di cui sono composti. Sbagliato. Non so fino a che punto sei al corrente degli sviluppi scientifici nel campo delle particelle subatomiche, ma certo saprai che siamo già arrivati molto oltre ai classici protoni, neutroni ed elettroni, e che siamo giunti ad identificare tutta una serie di particelle molto più piccole e instabili, entrando sempre di più nel cuore pulsante della materia quale noi la conosciamo. Dato che è illogico pensare che si possa dividere la materia all'infinito (neanche l'energia si può dividere indefinitamente perché il fotone è la più piccola frazione di energia nota alla scienza), è giocoforza supporre che esiste un ultimo mattone indivisibile, che noi chiameremo "unità elementare". Dividendo un'unità elementare del piano Fisico otterremo particelle del piano Astrale ..: la scissione dell'unità elementare di un qualunque piano di esistenza porta ad ottenere "particelle" del piano di esistenza successivo. Intendendo con "successivo" quello immediatamente seguente in ordine di grossolanità della materia. Dal Fisico all'Astrale, dall'Astrale al Mentale, dal Mentale all'Akasico. Volendo continuare con l'analogia potremmo paragonare il tutto ad un bicchiere d'acqua che si sta ghiacciando: al suo interno si troveranno piccoli cristalli di ghiaccio (materia Fisica) sparati tra loro da acqua allo stato liquido (materia Astrale). Ma anche il ghiaccio ovviamente in realtà è acqua ad uno stato più grossolano di aggregazione. .. Suddividendo sempre di più la materia ci si sposterà progressivamente attraverso piani di esistenza via via più sottili fino a raggiungere il limite estremo di sottigliezza ..
.. il piano Fisico è quello composto da una materia molto densa che è compenetrata dalla materia degli altri piani, cosicché gli altri piani esistono contemporaneamente, e si può dire, mescolati l'uno con l'altro nel "qui ed ora" fisico. Ovvero ciò che vi circonda è, anche se voi non ve ne accorgete, costituito da materia Fisica, Astrale, Mentale, Akasica e via dicendo. [Esattamente come] un individuo qualunque .. non si accorgerebbe, se non lo sapesse per studi e conoscenze varie, dell'esistenza dell'aria all'interno della sua stanza. [Se] fosse stato invece messo in una stanza piena di materia di una densità diversa [ad esempio, acqua].., certamente egli l'avrebbe percepita e ad essa avrebbe reagito. .. Quello che succede sul piano Astrale, è la stessa identica cosa: l'individuo che ha lasciato il corpo Fisico e vive sul piano Astrale (e quindi è costituito da materia Astrale e consapevole di essa), ha in quel corpo Astrale tutti i sensi adatti per percepire la materia Astrale, che per lui ha le stesse qualità, le stesse possibilità, la stessa capacità di azione e reazione e l'interscambio che ha la materia Fisica per l'individuo all'interno del piano Fisico. Quindi, per l'individuo all'interno del piano Astrale, la materia Astrale che per l'individuo del piano Fisico non è percepibile, è invece reale tanto quella del piano Fisico. .. Naturalmente, come accade nel piano Fisico, vi possono essere individui che non hanno i sensi di quel piano perfettamente strutturati o equilibrati. Ecco, allora, che vi saranno delle non possibilità di comunicazione, di interazione, di scambio, così come a una persona che nel piano Fisico ha perso la vista non è possibile percepire determinati elementi, pur reali, all'interno del piano della materia fisica.
.. già a livello del nostro piano - il piano Fisico - il tempo non è uguale per tutti gli esseri viventi. Una mosca ci osserva e ritiene che siamo animali lenti e pigri .., così come noi lo pensiamo della tartaruga. A livello più sottile e meno evidente esistono differenze anche basate sull'età: un giovane rispetto a un vecchio. O sul metabolismo: una persona posata e una iperattiva. O sullo stato emotivo: un momento di calma e uno di tensione. Ma queste differenze si estendono anche oltre il regno animale: le piante non sono immobili come forse pensi: sono semplicemente molto lente. Così tanto lente che il semplice spostamento del fogliame volto a intercettare una zona di maggiore luce può impiegare ore o giorni. Se una pianta potesse pensare e vedere non si accorgerebbe neppure di noi. Saremmo delle macchie di colore che saettano da una parte all'altra, troppo rapide per poter essere individuate. [cfr. l'episidio di Star Trek "Velocità luce" / "Wink of an eye" - ndJB]
Ebbene, se così enormi differenze sussistono pur rimanendo nell'ambito di materia Fisica, come credi che andrebbero le cose nell'ambito di una materia - di corpi - di consistenza inferiore a quella della luce del sole, come è quella Astrale? E nell'ambito di una materia - quella Mentale - che è più sottile di quella Astrale quanto lo è quest'ultima paragonata a quella Fisica? .. I maestri dicono di andarci cauti con certe affermazioni, ma in linea di massima un'ora del piano Fisico corrisponde ad un lunghissimo lasso di tempo Astrale (giorni?, mesi?, anni?) a tacere poi del Mentale. Nell'Akasico .. il tempo non esiste più, e tutto giace simultaneamente nell'eterno presente.
.. Riguardo anche lo spazio le differenze col nostro piano di esistenza sono molto grandi, logicamente. Nel piano Astrale è sufficiente desiderare, dicono le guide, di essere in un posto per raggiungerlo all'istante, mentre nel Mentale basta invece pensarlo. Nell'Akasico così come non esiste tempo, così non esiste lo spazio.
.. spezzando in due un'unità elementare del piano Fisico, che ripeto, è la materia più sottile del piano Fisico non si ottengono due pezzi di materia del piano Fisico. Cosa si ottiene? Si ottengono semplicemente due parti di aggregazione di materia più densa di quello che è il piano immediatamente successivo, ovvero la materia Astrale. .. E questa materia non è né sopra, né sotto, né a destra, né a sinistra dell'atomo di idrogeno. Esiste invece in quello spazio tra elettrone e protone, tra elettrone e nucleo, che noi avevamo considerato all'inizio. .. Quindi la materia Astrale non è situata in nessun punto strano del conosciuto, della realtà, dell'universo ma è semplicemente interna, facente parte della stessa materia Fisica ..: tutta la realtà si compenetra, tutti i vari corpi e i vari piani di esistenza si compenetrano, [e dato che] tutti i piani compenetrano i vuoti presenti nel piano successivo, considerate come la materia del settimo piano, quello più sottile, sia presente in enormi quantità all'interno di tutta la materia fisica! [Ossia] Dio, che è la materia più sottile di tutte, in realtà compenetra veramente tutto il creato, proprio attraverso questa formazione del creato stesso ..
Ora riassumo in poche parole quanto detto: le materie dei diversi piani di esistenza sono tra loro compenetrate e, in realtà, ciascuna materia di un piano è il risultato dell'aggregazione della materia del piano immediatamente più sottile, cosicché potremmo dire che tutto quanto esiste è "Spirito", riferendoci al fatto che la materia dei piani Spirituali più elevati (fino a Dio) si condensa progressivamente a dare quella dei piani più inferiori. Parlando dei diversi piani abbiamo poi sottolineato come lo spazio ed il tempo si comportino in modo molto diverso da quanto non facciano qui sul piano Fisico. .. La nostra scienza già sa che per l'energia vale la possibilità di interpretarla come "particella" e allora si parla di fotone, oppure la si può considerare dal punto di vista vibrazionale e allora si parla di "onda", e quindi l'energia può essere vista come una vibrazione che si propaga nello spazio. Ma anche per quanto riguarda la materia la nostra scienza afferma che ad ogni particella è possibile associare un onda che avrà frequenza (energia) tanto più alta quanto più sarà piccola la massa della particella stessa.
.. che cos'è questo lasso di tempo che passa tra un'incarnazione e l'altra, se non una vibrazione, se non il ripetersi ciclico di un qualche cosa che accompagna la vostra esistenza? .. La vibrazione, quindi, può essere non soltanto in senso molecolare ed atomico, nel senso dell'infinitamente piccolo, ma anche nel senso dell'infinitamente grande. Basta pensare agli innumerevoli cicli vibratori che compongono la realtà. In fondo, fratelli miei, pensate: che cos'è il vostro svegliarvi al mattino, vivere la giornata, andare a dormire per poi svegliarvi, se non la ripetizione di un ciclo di volta in volta con frequenza diversa, a seconda delle esperienze giornaliere e notturne che compite?
.. Arrivare alla vibrazione, infine, sarà importante per capire l'interazione tra i nostri veicoli che è, in ultima analisi, il meccanismo di funzionamento di tutta la nostra interiorità, da quella più spirituale a quella più bassa. .. Conoscere se stessi vuol dire conoscere le proprie intenzioni, le motivazioni che ci spingono ad agire o a non agire nel mondo ..: cosa credi che sia il pensiero? È vibrazione naturalmente. Vibrazione della materia appartenente al nostro veicolo Mentale. E il desiderio? Vibrazione del veicolo Astrale.. La nostra stessa voce .. è una vibrazione del nostro corpo Fisico; delle corde vocali per essere più precisi. .. Tutti i nostri moti interiori sono vibrazioni, e quindi .. cosa credi che sia quella fantomatica intenzione che tutti noi dovremmo conoscere per conoscere noi stessi? Esatto, è una vibrazione. Una vibrazione che partendo dall'alto, dai piani più sottili, vibra e risuona con la materia dei piani via via più grossolani, diventando pensiero, desiderio e, infine, azione.
.. ogni unità elementare del piano Fisico, in realtà, è formata anche dalla materia di tutti gli altri piani di esistenza [che] si compenetrano ..; le qualità della materia fisica e quelle degli altri piani di esistenza, sono dovute al moto delle unità elementari. .. Quindi la vibrazione parte da che cosa? Ricapitoliamo: attraversa i vari piani Spirituali, si muove nella materia Akasica, poi l'effetto di questa vibrazione si comunica alla materia Mentale, ancora la vibrazione si frantuma, si diffonde, risuona con la materia Astrale ed alla fine arriva a manifestarsi, con qualche effetto, all'interno del piano Fisico.
..la vibrazione parte in un modo e poi si scontra con la materia e come tutte le cose che si scontrano, cambia moto, intensità, direzione di moto e via e via; e siccome si scontra con materia sempre più grossa, ecco che la vibrazione si appesantisce sempre di più fino ad arrivare al piano Fisico .. con le sensazioni o i pensieri che a volte avete..
..se voi guardate, o cercate di comprendere, dall'interno del piano Fisico, se la vostra azione è veramente altruistica o no, .. ognuno di voi si perderebbe e non riuscirebbe poi a fare altro che passare dall'esaltazione per come è stato bravo, "altruisticamente", "spontaneamente", alla demoralizzazione, perché scoprirebbe sempre - o crederebbe di scoprire sempre - delle motivazioni egoistiche nella sua azione.. [Il punto è che] non esiste l'azione altruistica a livello del piano Fisico ..: tutte le nostre azioni sono causate da un movimento del nostro io, perciò appunto l'azione altruistica quando viene, viene spontaneamente senza che noi l'avvertiamo. .. Diciamo che l'azione altruistica può avvenire - e uno, dopo, può rendersi conto di averla fatta. Però, nel momento in cui uno agisce altruisticamente non si pone il problema di agire o meno altruisticamente: agisce altruisticamente e basta, senza razionalizzare l'azione e senza aspettarsi altro in cambio. ..In realtà, vi saranno sempre delle spinte non altruistiche - a latere - in quello che sta compiendo. .. se voi vi lasciate catturare dal vostro io, se vi lasciate prendere dai vostri bisogni, è facile che arriviate al punto di convincervi di essere, ad esempio, molto altruisti o molto evoluti. .. in realtà voi, dall'interno del piano Fisico, non riuscite mai fino in fondo a comprendere, a sapere se quello che fate è giustamente altruistico o meno.
.. l'intenzione parte pura, sentita, dalla Scintilla e che questa Scintilla, questa intenzione si maschera, poi, di soggettività ed egoismo allorché attraversa i vari piani di esistenza .. L'intenzione "prima" è, sempre e comunque, altruistica, in quanto parte soltanto dalla Scintilla ma parte dall'Assoluto, di cui la Scintilla fa parte. Questa intenzione attraversa i vari piani di esistenza e, attraversando i vari piani di esistenza, si ricopre di soggettività. .. Ricoprendosi di soggettività, attraverso i vari piani di esistenza, arriva a manifestarsi poi all'interno del piano Fisico e, all'interno del piano Fisico, si concretizza in qualche azione da parte dell'individuo. L'individuo che osserva questa azione ha la possibilità, attraverso l'osservazione, la meditazione, la comprensione e via via, di sfrondare tutto l'inquinamento che vi è stato nel passaggio attraverso i vari piani di esistenza. E, dopo aver tolto i vari strati di egoismo, ha la possibilità di ritornare, ritrovare, rirendere pura e bella l'intenzione così come era partita. [Tutto ciò] non è fine a se stesso, ma è proprio fatto al fine di far sì che le energie, le vibrazioni che partono dalla Scintilla, attraversino i vari piani di esistenza, si purifichino, diventino pulite, ritornino indietro e contribuiscano, quindi, a creare delle correnti altruistiche, positive, all'interno della realtà.
.. L'intenzione, quindi, in quest'ottica diventa una vibrazione - un'energia - che parte da Dio, motore primo di ogni cosa, si fraziona virtualmente nella Scintilla, attraversa i piani Spirituali, raggiunge il corpo Akasico dove inevitabilmente si scontra con le parti di esso ancora non strutturate, da qui giunge ai corpi/veicoli inferiori fino all'espressione dell'intenzione come azione nel piano Fisico. ..L'intenzione parte quanto più pura e altruistica possibile, e sono solo le nostre limitazioni, rappresentate e costituite dalla poca organizzazione del nostro veicolo Akasico che la rendono incompleta e limitata. .. La vibrazione dell'intenzione - ora limitata dalla nostra coscienza - attraversa i nostri veicoli più grossolani (il Mentale e l'Astrale).. Le modalità con cui avvengono queste ultime modificazioni possono evidentemente essere molto varie. Dipende dalla personalità che per karma ci è stata "assegnata" per quella vita, dipende dal nostro umore contingente, ma dipende soprattutto dal nostro equilibrio. L'equilibrio è il solo stato interiore che consente alle vibrazioni akasiche di giungere con una certa purezza sul piano Fisico.
.. L'intero meccanismo si può visualizzare in modo più mistico, come un'onda di amore che scende su di noi proveniente da Dio, giunge nel piano Fisico e poi ritorna indietro trasformando (organizzando) il nostro veicolo Akasico, e producendo evoluzione. In questo contesto l'io ha la capacità di focalizzare questa energia in punti particolari del nostro veicolo Akasico, rendendo questo processo più specifico ed efficace. [ReiKi - ndJB]
1.
.. Si arriva necessariamente non alla Verità ultima (che per l'uomo non può che essere irraggiungibile) ma si arriva alla propria verità. Che è la verità più ampia che possiamo accettare dato il nostro livello evolutivo, ed è esattamente il massimo cui chiunque possa aspirare. Evolvendo, verità più ampie si dischiuderanno sul nostro cammino. .. In fin dei conti ognuno ha quello che vuole: chi desidera verità avrà verità, e chi vuole l'illusione potrà trovarla davvero in quantità, soprattutto nella società di oggi.
.. La vibrazione [è] un modo di vedere l'energia, al punto che i due termini - vibrazione ed energia - diventano quasi sinonimi. Il vantaggio che però ha il parlare di vibrazione è che rende molto più facile visualizzarla come qualcosa che interagisce, che si somma ad altre vibrazioni, che si annulla se ne incontra una opposta, etc.. Inoltre la vibrazione è collegata alla materia che - vibrando - la produce. Ragion per cui una vibrazione Mentale sarà più sottile di una Astrale proprio perché la materia da cui si origina è a sua volta più fine e rarefatta.
.. Ogni nostra emozione, ogni sentimento e pensiero è in realtà costituito da vibrazioni che .. stanno interagendo tra loro. Ciascuna vibrazione è in realtà il prodotto di altre più o meno sottili che hanno precedentemente interagito tra loro. Se in un dato momento proviamo rabbia, .. un impulso vibratorio .. giuntoci dall'esterno (ma non necessariamente) ha incontrato un nostro quadro vibrazionale particolare - magari particolarmente turbolento. .. Chi crede che la propria rabbia per una particolare situazione sia dovuta e inevitabile data la situazione, in realtà si sbaglia di grosso. Se ti arrabbi è perché il tuo stato interiore è di un certo tipo, e se tu fossi - per esempio - più equilibrato proveresti assai meno aggressività o addirittura non ne proveresti affatto.
.. Ma che razza di Dio sarebbe, .. un Dio che .. ci porta vivere esperienze che il più delle volte ci fanno soffrire? Che necessità c'è poi che noi si comprenda e si evolva? Perché Egli non ci ha creati da subito perfetti e felici? Ebbene, è il momento di precisare che Dio non "fa", non "crea", ma semplicemente È. È .. Assoluto. "Assoluto" vuol dire che non ha limiti di nessun tipo.
Un'entità assoluta semplicemente esiste, eterna (cioè fuori dal tempo). .. .. Se dicessi che Dio è buono e misericordioso, escluderei dalle sue qualità la cattiveria e la spietatezza. .. E se questi caratteri non fossero parte di Dio esso non sarebbe completo, sarebbe mancante di queste parti che sono sgradevoli solo da un limitato punto di vista umano.. Dio cesserebbe così di essere Assoluto.
.. Dio può essere concepito in vari modi: come causa ed origine del Tutto, come ordinatore di un caos preesistente, come Essere da cui traggono origine tutti gli altri 'esseri', come Essere immanente nella realtà esistente e via via. .. Per noi Dio è il Tutto-Uno-Assoluto che È, e ciò significa appunto fra l'altro che Dio è Eterno Infinito ed Immutabile. Dio solo è la Realtà totale, la Realtà assoluta, e solo Dio è eguale a Se stesso. L'emanato, pur essendo parte di Dio in Dio, proprio perché parte, non è la Realtà totale, non è Assoluto, quindi è relativo. Il tempo e lo spazio appartengono all'emanato, quindi sono relativi.
.. Il mutare, il divenire, il tempo, lo spazio e il trasformarsi sono relativi, illusori, e finiscono. .. Spazio e tempo sono il prodotto di ciò che li limita. [La] scienza ha scoperto che lo spazio è il prodotto dei corpi che lo occupano e che senza oggetti, nel vuoto assoluto (che è solo teorico perché in realtà non esiste) non ci sarebbe nemmeno lo spazio, e quindi non si avrebbe lo spazio vuoto, bensì assenza totale di spazio.
.. Quindi Dio è assoluto, ed è l'unica Realtà che esiste, immutabile e fuori dal tempo e dallo spazio. Le considerazioni che discendono da una simile definizione sono a dir poco sconvolgenti se solo ci si sofferma a riflettere. Io non esisto, tu non esisti, il monitor che stai fissando non esiste, come non esistono neppure i pensieri che in questo momento stanno attraversando la tua mente. Tutto ciò che conosci non esiste se non nell'apparenza della tua percezione, perché l'unica cosa che si può fregiare dell'aggettivo di "Reale" aldilà di ogni illusione, è la divina sostanza indiversificata.
.. Dio infatti non può che essere anche "omogeneo", nel senso che nessuna parte di Esso può essere messa in evidenza sulle altre o può distinguersi in qualche modo; questo discende sempre dal fatto che si trova aldilà dello spazio, oltre la molteplicità e le diversificazioni della nostra realtà. Oltre la molteplicità c'è l'Unità, o semplicemente l'Uno.
[A questo punto, si potrebbero sollevare alcune obiezioni:] .. se io esisto oggettivamente, Dio è da me limitato e quindi non è più assoluto. [="Dio non è me" -> manco io a Dio per essere completo, ndJB] .. Il mio mutare nel tempo comporta che anche Dio muta con me nel tempo, e ciò ancora una volta gli toglierebbe quel carattere assoluto, perché un Dio perfetto che mutasse si allontanerebbe dalla perfezione. E se invece si avvicinasse alla perfezione vorrebbe dire che prima non era perfetto.
[Occorre dunque] cercare di far capire come la molteplicità del nostro mondo possa coesistere come concetto con un Dio Assoluto.
Kempis ci parla di due ipotesi per spiegare Dio: un Dio trascendente è un Dio che va oltre alla realtà del nostro universo e dei piani di esistenza (ciò lui chiama "il manifestato") ed è quindi avulso dalla nostra realtà, nel senso che la realtà così come noi la conosciamo non è parte di Dio; molte religioni considerano Dio come puramente trascendente. Un Dio invece immanente è più vicino all'ipotesi in cui la realtà così come noi la conosciamo è invece "la sostanza" di Dio.. cioè Dio È la realtà che noi percepiamo (compresi tutti i vari ed eventuali piani di esistenza) e nulla di più. Un Dio immanente non avrebbe creato i cieli e la terra, ma sarebbe i cieli e la terra. Per chi sa qualcosa di filosofia questa è l'ipotesi panteistica.
2.
.. Dio è al tempo stesso immanente e trascendente la manifestazione. .. Noi respingiamo il concetto di "creazione", inteso come l'atto con cui Dio trae dal nulla tutte le cose rimanendo separato dalla sua opera. .. Dalle nostre affermazioni appare più logico pensare all'emanatismo, cioè credere che la molteplicità degli esseri derivi, per emanazione, dall'Uno Assoluto, e che per successiva condensazione si giunga alla materia; tuttavia anche questo concetto non è aderente alla realtà se con esso crediamo che Dio rimanga distinto dalla emanazione. .. Infatti, ne deriverebbe un Dio non certo atemporale ed in continua mutazione.
.. Ciò che noi vediamo mutare, in realtà è immutabile, è un insieme di situazioni - chiamiamole così - fisse nell'eternità del non tempo; e la mutazione nasce dalla percezione in successione di queste mutazioni, così come la storia narrata in un libro acquista vita e svolgimento solo nella mente del lettore ed in funzione di essa.
.. Se è vero che la realtà non è qualcosa di separato da Dio, .. è altresì vero che .. neppure noi siamo separati da Dio e da esso distinguibili. Egli, potremmo dire, è la nostra Vera natura.
Dio è assoluto, è coscienza assoluta. .. Dio non HA coscienza assoluta, bensì Dio È coscienza assoluta. E il nostro cammino evolutivo che ci porta ad ampliare via via la nostra coscienza, in effetti ci avvicina a Dio.
.. Dio è coscienza assoluta, cioè la più grande coscienza che esiste, comprendente tutte le nostre piccole coscienze relative.
.. Se per qualche ragione due enti - di qualunque genere essi fossero - divenissero identici tra loro.. ebbene essi diverrebbero uno solo. .. Così come lo spazio è generato dagli oggetti stessi che lo occupano - oggetti che costituiscono dei limiti per lo spazio - così lo piccole coscienze sono generate dai loro stessi limiti.. senza i quali esisterebbe solo Dio (cosa che poi è vera perché i limiti sono apparenti). Quindi se due coscienze hanno gli stessi limiti, in realtà risultano identiche, ovvero sono la medesima coscienza.
.. Ora immagina che mentre la coscienza di Dio è questo quadrato di 10 centimetri di lato, le nostre piccole coscienze relative sono quei piccoli quadratini numerati da uno a cento. Ciascun quadratino non è perfettamente identico all'altro perché in realtà stiamo parlando di coscienze.
.. Che cosa accade a questo punto? Succede che ciascuno di questi quadratini vive la sua realtà limitata e percepisce il resto del quadrato nel suo modo limitato.. percezione che sarà diversa da quadrato a quadrato a causa della diversa posizione nel quadratone, e sarà tanto diversa quanto più i quadrati saranno lontani tra loro. Il quadratino 1 e il quadratino 100 saranno i due estremi tra cui c'è il massimo di differenza, ma nessuno dei due è più vicino alla realtà dell'altro perché essi sono ugualmente limitati. Quindi il mondo che percepiamo è tale solo perché tale è la nostra coscienza, e cambierebbe se la ampliassimo o la riducessimo. .. La realtà che noi viviamo è il solo modo in cui la nostra attuale coscienza riesce a "percepire" il resto della realtà che la circonda. Che non potrà che essere un modo limitato, quindi non corretto, quindi non reale e bensì illusorio.
[I] quadrati un po' più grossi fatti da quattro quadratini adiacenti tra loro .. hanno una coscienza superiore ai quadratini precedenti e sono quindi più simili al Dio-quadrato.. ma sono composti in realtà dai piccoli quadratini precedenti. .. Ma nel momento in cui noi consideriamo le coscienze più grosse non è che le più piccole si annullino.. esse sono ancora lì, nell'eterno presente a comporre il nostro Dio-quadrato-immutabile esattamente come prima, e sono lì anche quelle più grandi - da cinque centimetri di lato - fino ad arrivare a Dio stesso che nel nostro esempio è la somma delle coscienze più piccole. [Riassumendo:]
A) Il processo evolutivo di ampliamento della nostra coscienza oltre ad essere apparente (perché lo scorrere e la molteplicità sono apparenti e illusori) porta anche alla fusione di coscienze - fusioni di sentire - più limitati a comporre dei sentire via via meno limitati - più grandi - fino a giungere a Dio stesso, che è il Sentire Assoluto. Ma questa fusione è apparente perché esistono sempre contemporaneamente sia i sentire più limitati che quelli più grandi, nell'eterno presente.
B) La realtà è così come noi la conosciamo a causa della nostra limitata coscienza che ci porta a percepire la realtà in modo limitato.
[Nell'esempio dei quadrati vi sono però due errori:]
1) quando due coscienze si uniscono, la somma trascende sempre le parti che si vanno a sommare. Così come la visione tridimensionale che si ottiene dai nostri due occhi trascende la somma delle due visioni bidimensionali date dai singoli occhi. [Altrimenti] avremmo ancora un visione bidimensionale - al limite - un po' più ampia, invece grazie a particolari accorgimenti del cervello otteniamo qualcosa che non era contenuta nel meccanismo di visione dei due occhi presi separatamente. Allo stesso modo le due coscienze, i due sentire che si fondono, originano una nuova coscienza che è qualcosa di più della somma delle parti. E questo è il motivo per cui Dio è anche trascendente, perché pur contenendo le coscienze relative e la realtà relativa (immanenza), la trascende e va ben oltre ad essa (trascendenza) . ..
2) .. rimanendo nel relativo (.. piani Fisico, Astrale e Mentale ..) esistono due diversi livelli di oggettività. .. I veicoli usati sono sempre dotati di propri "organi di senso" - diversi per ogni piano di esistenza - e quindi soggetti, oltre che alla limitatezza della coscienza di chi li usa, anche alla limitatezza dell'organo di senso stesso. .. Quando invece si spostasse la propria consapevolezza sul piano Akasico, si cesserebbe di usare dei sensi per percepire e si diverrebbe una vera e propria coscienza (il quadratino) che non percepisce una piccola parte della realtà, bensì È una piccola parte della realtà. Quindi la conoscenza della realtà - pur rimanendo relativa, in quanto non Assoluta - non è più soggettiva perché non dipende da alcun tipo di percezione.
.. Tutto quanto esiste non può essere staccato da Dio, [pertanto] tutto quanto esiste è parte integrante dell'esistenza di Dio, cioè di Dio stesso; anche se Dio è tutt'altra cosa dalla parte, così come l'uomo è tutt'altra cosa dalla mano del suo corpo.
.. D'altro canto Dio, cioè la Realtà assoluta, non può essere sezionato, diviso in parti. Un osservatore è solo per la limitazione dei suoi mezzi di osservazione che ne coglie una sola parte, ma Dio in Sé è un sol Tutto inscindibile. Ciò che noi percepiamo e osserviamo è tutt'altra cosa da come è in sé, da come è oggettivamente: è cioè soggettivo e non è assoluto, è cioè relativo.
.. Dicesi "soggettivo" ciò che dipende dal soggetto, dal suo modo di percepire, di pensare e di essere; quindi la verità soggettiva, che per l'interessato non è meno importante della oggettiva, può esistere solo nel mondo dei soggetti, ma dei soggetti dotati di percezione, cioè nei piani Fisico, Astrale, Mentale. In questi piani la realtà che si conosce intanto non è assoluta perché è parziale, cioè è relativa, poi è soggettiva cioè legata al modo di essere, alla personalità, alla psiche del soggetto conoscente.
.. Il problema avrebbe una impostazione differente se [esistesse] una diversa possibilità di conoscenza, di unione fra soggetto ed oggetto che escluda la percezione ed ogni altro intermediario: cioè una conoscenza che non si serva di simboli e immagini per trasportare nella mente la realtà del mondo in cui si vive. .. Non sarebbe ricostruire la Realtà nella propria mente .., cioè avendo un'idea della Realtà, ma sarebbe la conoscenza della cosa che scaturisce dall'essere la cosa stessa. [come avviene nell'Akashico, ndJB]
3.
.. In sostanza, la divisione in parti della Realtà Assoluta non è reale; avviene ad opera e dentro il soggetto conoscente; il quale ha una conoscenza relativa e soggettiva se delimita la realtà per effetto delle limitazioni congenite nel processo di percezione [=ha organi di senso che dunque ne limitano la percezione, ndJB]; oppure ha una conoscenza relativa [=non il tutto, solo "1 quadratino" ndJB] ma non soggettiva se conosce al di là del processo di percezione.
.. La conoscenza relativa-soggettiva è chiaramente depositata nella mente, né potrebbe essere diversamente appartenendo essa ai mondi della percezione, delle immagini, dei fenomeni. Ma la conoscenza che significa "essere", cioè la conoscenza relativa e non soggettiva non può risiedere nella mente, la quale per sua stessa natura può accogliere solo immagini [=simboli, ndJB]. .. Anche nell'intuizione, conoscenza per contatto diretto, ciò che si può raccontare è la traduzione in parole, e quindi in pensieri, della intuizione vera e propria (l'intuizione vera proviene dai veicoli - come l'Akasico - che stanno al di sopra del corpo Mentale, quindi oltre i mondi della percezione soggettiva N.d.R.).
.. Quindi la realtà relativa-soggettiva è dei mondi della percezione - piano Fisico, Astrale e Mentale -; la realtà relativa è del mondo del sentire di coscienza - piano Akasico -; la Realtà oggettiva è del mondo divino, del mondo Assoluto. La Realtà oggettiva è dell'Uno, la realtà relativa e relativa-soggettiva sono della molteplicità. L'Uno contiene la molteplicità, quindi essere Uno significa sentire la molteplicità come un sol Tutto inscindibile, significa perciò essere Tutto, ed essere Tutto significa trascendere la relatività e la soggettività. [wow! 8-) ndJB]
[Riassumendo:] la realtà che noi conosciamo è relativa perché relative sono le nostre coscienze [="quadrati piccoli", ndJB], e soggettiva perché dipende dalla nostra percezione. Diversa è la condizione del nostro sentire di coscienza che si identifica con una porzione della Realtà, quindi è relativo - perché parziale - ma non più soggettivo perché indipendente dal processo di percezione.
Abbiamo detto che l'evoluzione è il passaggio da sentire più limitati a sentire meno limitati. Dai quadratini più piccoli a quelli più grandi fino al raggiungimento di Dio stesso, con l'identificazione in Lui. .. Se la mia coscienza di un centimetro di lato dovrà fondersi con un'altra per darne un più grande (che trascende la somma delle parti), io cesserò di esistere?
.. Il sentire individuale si amplia nel corso del cammino evolutivo umano e oltre. Prima delle incarnazioni umane l'esperienza sul piano Fisico ha il solo scopo di strutturare i veicoli più grossolani (Fisico, Astrale e Mentale), fino al raggiungimento della soglia umana. .. Dalla prima incarnazione umana in poi - parallelamente ad un affinamento dei veicoli più grossolani si ha una strutturazione del veicolo Akasico (della coscienza), e quindi un ampliamento del sentire. Conclusa l'esperienza umana il sentire acquisisce la capacità di espandersi anche senza l'ausilio dell'esperienza [=i sensi, ndJB] nei piani più grossolani, e quindi si ritira da essi. .. Questo secondo cammino avviene solo nel mondo del relativo e non più del soggettivo, e man mano che si avanza, cadono sempre nuovi limiti e avvengono sempre nuove fusioni di sentire. Fino a dove? Fino alla "coscienza cosmica". La "coscienza cosmica" è in realtà l'ultimo passo prima di Dio.
La sequenzialità - il divenire - può avere luogo solo all'interno dei Cosmi, e quindi il divenire dai più ai meno limitati può proseguire solo fintanto che rimaniamo nei limiti di un Cosmo. .. Il nostro Cosmo vede come separatività il tempo e lo spazio, in altri Cosmi ci sono altri principi di separatività. L'unico punto di contatto tra i diversi Cosmi è Dio. Quindi ciascun Cosmo esiste separatamente dagli altri e non è possibile che vi sia un qualsiasi contatto diretto tra essi.
[Possiamo] immaginare questo mondo come un immenso organismo, costituito da numerosissimi e diversissimi atomi di sentire .. - ciascuno di essi può essere considerato un sentire unico, di qualità diversa da quelli che lo costituiscono: un sentire più ampio. Questo immenso organismo dal sentire cosmico ha un numero altissimo di atomi di sentire, ed un numero sempre minore di sentire compositi a mano a mano che il sentire è sempre più composto - cioè è sempre più ampio - fino ad essere un solo, unico sentire quando è "coscienza cosmica".
.. Ora, se .. qualcuno concludesse che quei sentire si estinguono, finiscono, spariscono, cessano, quel qualcuno commetterebbe un grandissimo errore. Il mondo del sentire è ben diverso dal mondo della percezione: è per voi inimmaginabile. .. L'esperienza non è un fine, è un mezzo che conduce al riconoscimento di una stessa identità. Ed è proprio in virtù di queste "comunioni" che, dal sentire più semplice al più complesso, la consapevolezza d'essere non viene mai meno, ma si manifesta, per tutti indistintamente, come un ampliamento della coscienza che comprende realtà sempre più complete. Quindi nessuno finisce, si estingue, muore; al contrario: ognuno trova la coscienza del Tutto.
.. La coscienza cosmica contiene l'intera Realtà cosmica in stato di "comunione", come nel vostro sentire sono riassunti sentire più semplici già manifestati. Questa è quella continuità, quella sopravvivenza che voi temete possa venir meno, possa mancare. Quel divino collegamento, garanzia non solo che l' "essere" non si estingue, ma soprattutto che le contingenti limitazioni ad una ad una cadono, rivelando l' "essere" in tutto il suo inimmaginabile splendore.
Due sentire che differiscono tra loro per una sola limitazione, poniamo il sentire A con limitazioni 1-2-3-4-5-6 , e il sentire B con limitazioni 1-2-3-4-6-5 , una volta persa la limitazione 6 diverrebbero identici. Cioè diverrebbero un unico sentire C con limitazioni 1-2-3-4-5 , perché non possono esistere due identici sentire (come più in generale non possono esistere due cose identiche). Ecco quindi che A e B entrano in comunione - si fondono - e danno C. Un sentire più ampio - perché ha una limitazione in meno - che comprende e trascende A e B. Osservato dal punto di vista di A, il suo sentirsi di esistere non viene meno nella fusione con B.. al contrario. Potremmo dire quasi che aumenta, crescendo la sua coscienza durante la fusione con B. E allo stesso modo nemmeno B cessa di esistere ma - al contrario - potremmo quasi dire che esisterà di più ! .. La sopravvivenza esiste e permane, dalla prima incarnazione fino all'identificazione con Dio.
Perché paventare di perdere ciò che racchiude la vostra consapevolezza entro l'angustia di una condizione relativa? Perché temere di perdere la vostra insufficienza? Quale fragile velo è in sé l'illusione che vi distingue e divide dalle altre creature di voi stessi complemento! [Ecco in che senso gli altri sono da amare! ndJB ] Che àncora la vostra consapevolezza a ciò che credete di essere e che fa ritenere le vostre limitazioni tanto preziose da temere di perderle!
.. E quale mai può essere lo scopo per cui ogni uomo si affanna, arrovella, contempla, costruisce, distrugge, se non quello di dargli una coscienza che rifletta la realtà del mondo del sentire? .. Nel mondo da cui vi parlo, nessuno può vedere ciò che non crede, mai la prova viene prima della certezza! La Realtà è nell'intimo dell' "essere" e solo lì può essere scoperta.
1.
.. Il concetto di libertà appare molto chiaro allo schiavo o al carcerato, mentre non altrettanto si può dire per chi vive .. una "vita normale". Ma basta un'analisi neanche poi molto approfondita ed ecco che la nostra libertà .. comincia pericolosamente a vacillare. La nostra educazione, le nostre necessità (da quelle fisiologiche a quelle psicologiche), le persone che ci circondano, .. ci condizionano in ogni istante a fare, dire e persino pensare determinate cose, al punto che il concetto stesso di libertà assoluta non può che essere considerato del tutto assurdo e non attinente alla realtà delle cose.
.. Dal punto di vista dell'Assoluto la libertà non può esistere in alcun modo, in quanto ogni nostra scelta, ogni nostra azione, qualunque cosa deve per forza di cose essere già in Esso contenuta, perché se così non fosse l'Assoluto non sarebbe tale. Ma se ogni scelta è già scritta nell'eterno presente ne consegue che il nostro futuro è già lì, immobile, e noi siamo degli inermi spettatori della nostra stessa esistenza, del tutto impossibilitati a qualsivoglia deviazione sul cammino che stiamo percorrendo.
.. Di quale libertà gode la nostra coscienza?
Come sappiamo essa risiede nel veicolo Akasico (nei sottopiani superiori di esso) e come tutta la materia Akasica essa giace fuori del tempo inteso .., e come unica sequenzialità conosce quella del sentire. Dal più limitato al meno limitato [=i quadratini]. Le necessità di espansione della coscienza influenzano il nostro sentire .. il quale invierà gli impulsi più adatti ai veicoli più grossolani affinché si vivano le esperienze a noi più utili [=è il noi-Akashico a generare le esperienze che facciamo! ndJB].
.. Né si vede libertà allorché si parla del karma, quella legge di causa ed effetto secondo la quale le nostre intenzioni più o meno egoistiche muovono delle cause che scateneranno effetti sulla nostra vita. Effetti che saranno i migliori per portarci a modificare in senso positivo quelle stesse intenzioni [NB: non "azioni" - sennò basterebbe agire ipocritamente, ndJB] che li hanno generati.
.. Possiamo forse decidere cosa desiderare, possiamo forse decidere di essere altruisti e avere solo intenzioni amorevoli verso il prossimo? No, non possiamo, e non potendolo ne discende che non abbiamo alcuna possibilità di condizionare il karma che in questo stesso momento stiamo muovendo.
.. Quaggiù è il dominio dell'illusione, e ciò che osservato da un livello superiore è poco più di un riflesso in uno specchio, qui appare concreto e reale.
.. Sebbene da un punto di vista filosofico "tutto è scritto", noi non sappiamo cosa è scritto e non sapendolo, ecco che viviamo l'illusione del caso, della casualità e della libertà.
.. Ricapitolando ..: noi viviamo l'illusione della libertà e che fintanto che siamo qui essa è - seppur relativa a poche scelte e poche occasioni - concreta e reale.
Chi sarebbe così pazzo da affermare - senza ricorrere a concetti filosofici molto lontani dalla vita di tutti i giorni - di non avere nemmeno la libertà di scegliere se recarsi al lavoro in bicicletta o in macchina? Eppure da un punto di vista filosofico le cose pare che stiano proprio così.
.. Non è di molto aiuto il fatto che noi ancora non sappiamo cosa sia scritto per il nostro futuro, in quanto già il semplice fatto di sapere che esso è là, fisso, inevitabile, aldilà dei nostri sforzi e del nostro impegno per migliorarlo, è a dir poco frustrante e toglie motivazione all'agire, all'impegnarsi per rendere migliore il mondo in cui viviamo. [Precisamente! ndJB]
.. La libertà dell'uomo è relativa e cresce proporzionalmente all'evoluzione. .. Se un individuo poco evoluto avesse una grande libertà, muoverebbe tante cause che lo soffocherebbero. .. Esiste un controllo naturale che restringe il campo di azione degli inevoluti. .. Ma dire che la libertà dell'uomo non è assoluta, non significa che l'uomo non abbia alcuna libertà. ..
1) Azioni che egli compie (o subisce) irrevocabilmente per karma, cioè per gli effetti delle cause che egli ha mosse in precedenti incarnazioni (assenza di libertà).
2) Azioni che egli compie per sua libertà relativa, per le quali la scelta è stata influenzata da una necessità (libertà spuria).
3) Azioni che egli compie, sempre nell'ambito della sua libertà relativa, ma al di fuori di qualunque influenza (libertà pura).
Libertà pura, naturalmente, non vuol dire assoluta. .. La libertà pura si riflette in una, o poco più, decisioni prese al di fuori delle influenze. Solo nell'uomo massimamente evoluto la libertà pura si identifica con la libertà assoluta, in quanto tutte le decisioni sono prese al di fuori di ogni influenza. Riassumendo: la libertà in genere è la possibilità che ha l'individuo di mettere in atto certi suoi proponimenti. .. La libertà è una conseguenza dell'evoluzione; quanto più l'individuo è evoluto, tanto più è libero. .. La libertà è un attributo dell'evoluzione. È assolutamente libero chi non patisce di alcuna limitazione. Le limitazioni possono essere di ordine intimo: mancanza di capacità; oppure di ordine esterno: impedimenti alla realizzazione di un proponimento.
Ad esempio: si può avere la capacità di scrivere un romanzo, ma non avere il tempo per farlo (limitazione esterna). [Altro] esempio: fino a che non ci si proporrà di volare non si determinerà la limitazione che sorge dal non avere questa possibilità.
L'assenza di desiderio rende l'individuo indeterminatamente libero. .. Il libero arbitrio, quindi, non esiste in modo assoluto per l'uomo, in quanto egli è influenzato da innumerevoli fattori d'ordine intimo ed esterno. L'uomo ha un libero arbitrio relativo.
.. Siamo del tutto liberi nelle scelte "minori" che poco incidono sul corso delle vite nostre e altrui, ma assai più vincolati allorché una nostra libera scelta potrebbe muovere karmi tali da schiacciarci e/o compiere azioni tali da interferire gravemente sui karma altrui. ..
2.
.. L'assenza di desiderio è anche una conseguenza dell'evoluzione. Un individuo molto evoluto non desidererà ciò che appartiene ad altri e nemmeno sarà schiavo dei suoi desideri materiali perché avrà capito che sono illusori, e in ciò consisterà la sua libertà. Cioè quello che sentirà di fare sarà ciò che rientra nel suo ambito di possibilità e il resto non gli interesserà e quindi non patirà della limitazione di non poterlo fare.
.. Quindi viene un po' spostato il punto di vista dall'esterno (il non poter fare qualcosa che si vorrebbe fare), all'interno (il cessare di desiderare quel qualcosa e quindi cessare di sentire quella limitazione di libertà). .. Libero non è tanto colui che può soddisfare ogni suo desiderio - perché una tale condizione è irrealizzabile - quanto colui che nulla desidera più di ciò che ha. [Non sono d'accordo: è un trucchetto. :-\ ndJB]
E anche la capacità di non sottostare alle influenze della società è dipendente dalla propria evoluzione.
Noi - individui di media evoluzione - ancora necessitiamo del riconoscimento di chi ci sta accanto, e per esso facciamo molte cose che, altrimenti, non ci interesserebbero ..: ci atteggiamo come si conviene, evitiamo di parlare di argomenti che in sé magari sarebbero anche istruttivi, ma che alla "morale" comune risultano "sconvenienti". .. Ciò è dovuto alla necessità dell'io di sentirsi di esistere e di espandersi, e anche dal fatto che noi - così come siamo - ci sentiamo inaccettabili a livello più o meno consapevole, e quindi per non sentirci rifiutati ci mascheriamo in modo di andare incontro a quelle che crediamo siano le esigenze e le aspettative di chi ci circonda. .. Risulta ovvio come questi meccanismi ci privino della nostra libertà di espressione e di realizzazione... tutte cose che nell'individuo evoluto sono assenti perché già superate. In questo senso egli è più libero.
Anche l'evoluto si rende conto che - vivendo in una società complessa formata da molti individui complessi (e anche complessati, se mi passi il gioco di parole) - deve sottostare alle sue regole. La differenza sta come sempre nell'intenzione: l'evoluto non ha bisogno di adeguarsi, per sentirsi accettato, lo fa solamente per non urtare inutilmente chi gli sta accanto perché sa che se ciò accadesse egli non potrebbe più interagire serenamente con questa persona. Lo fa per gli altri e non per stesso. .. E dato che "desidera farlo" e lo fa con piacere [Non è affatto detto che sia un piacere, ndJB], non si può parlare di mancanza di libertà perché finché si può agire in conformità alla propria volontà, si è liberi.
.. La libertà - per esistere all'interno dell'illusione in cui viviamo - ha un suo preciso funzionamento, una sua precisa collocazione. Il meccanismo tramite il quale viene ad esistere la libertà di scelta, prende il nome di variante. La variante è il momento in cui abbiamo reale possibilità di scegliere se procedere tramite una via o un'altra nel nostro cammino evolutivo. Ciascuna via porterà lo stesso avanzamento al nostro sentire, così come i diversi modi con cui un'equazione matematica può essere risolta non modificano il risultato dell'equazione stessa. Di solito vi sono le varianti più dolorose e quelle che recano la minor sofferenza possibile, e sta a noi riuscire ad agire (o a volte a non agire) nel modo corretto, ovvero meno doloroso.
.. Nelle sue scelte l'uomo è influenzato non solo dal suo vero, indelebile essere, ma anche da quella parte posticcia che proviene dalla sua collocazione umana. Questo fatto, se si crede che l'uomo sia responsabile delle sue scelte ai fini di un premio o di un castigo eterni, sarebbe inaccettabile perché gli impedirebbe di scegliere liberamente. [Appunto! ndJB]
.. Nessuno può più ragionevolmente sostenere il concetto del libero arbitrio. La libertà dell'uomo consiste nel sottrarsi a certe influenze, nello scegliere fra una catena deterministica e l'altra; ma il fatto di non scegliere in assoluta assenza di influenze, non pregiudica minimamente le conseguenze della scelta, perché il fine della vita non è quello di premiare o castigare, bensì quello di donare ciò che manca. Così, se manca la coscienza altruistica, la scelta sarà egoistica, ma la conseguenza di ciò non potrà che portare all'integrazione della coscienza in senso filantropico. [Interessante.. ndJB]
.. Non esistono scelte errate in senso assoluto. .. Non incidono o riguardano la manifestazione o la concatenazione del sentire di coscienza - il quale, qualunque sia la scelta dell'uomo, non può che avere un successore più ampio. .. Scegliere in un senso o nell'altro può significare seguire una via più o meno dolorosa, ma che in ogni caso il sentire che alfine si ha è sempre quello che attende nella successione logica. Certo non è indifferente, dal punto di vista contingente, giungere attraverso una via o l'altra.
.. Fra le molteplici versioni [ciascuna sui 3 piani: fisico, astrale, mentale] una sola è vissuta dalla consapevolezza dell'uomo, e solo chi la vive sa quale sta vivendo; tuttavia nella realtà delle cose realizzabili .. debbono esservi realizzate tutte; diversamente non si tratterebbe di una reale possibilità di scelta e l'individuo avrebbe solo una libertà supposta, nominale, riducendo la realtà ad un rigido determinismo. .. Al sentire di coscienza [=il corpo Akashico, ndJB] sono legate tutte le versioni della sua storia nei mondi della percezione, che rappresentano le scelte che possono essere fatte. Tuttavia la consapevolezza dell'uomo [fisico, ndJB] ne fa sentire in senso lato una sola versione: quella scelta. .. L'individuo percepisce in successione quanto esiste nell'Eterno Presente simultaneamente; ma nell'Eterno Presente esiste perché lui lo percepisce, e lui lo percepisce perché il sentire lo crea. [Cioè, è l'individuo che "richiama" i fotogrammi nel momento in cui opera una scelta. ndJB]
3.
[Riassumendo: i] "sentire" con limitazioni simili percepiranno la divina sostanza in modi simili, ed ecco perché gli esseri umani vivono realtà che si somigliano tra loro, ma che non sono tra loro identiche. Due persone percepiranno entrambe il medesimo oggetto, ma lo faranno comunque in modi diversi sia dal punto di vista Fisico (per fare un esempio uno dei due potrebbe avere una vista leggermente migliore di quella dell'altro, o semplicemente il fatto che i punti di osservazioni tra le due persone sono differenti), sia da un punto di vista Astrale (uno potrebbe desiderare di possedere quell'oggetto, e l'altro no), sia da un punto di vista Mentale (e qua di esempi se ne possono fare infiniti, riferiti ai ragionamenti e fantasticherie che un oggetto percepito può suscitare). Ma se da un punto di vista del sentire la "via" è univoca e già tracciata - e va come sappiamo dal sentire più limitato al meno limitato - da un punto di vista del sentire in senso lato esistono dei "bivi", delle possibilità di scelta che portano a catene di eventi tra loro alternative, ed ecco appunto le varianti. Si genera un bivio - una variante - ogni volta che la successione logica degli eventi lo impone.
.. Anche le varianti non vissute, che noi escludiamo, si realizzano comunque con tanto di azioni, sensazioni pensieri e così via. Non pensare che il te stesso della variante non vissuta sia una specie di zombi, privo di calore umano... esso per chi lo osserva è vivo e reale tanto quanto il te stesso di questo momento, ed è in grado di vivere realizzare tutte le situazioni cui è posto innanzi. Ed è pure collegato al tuo sentire esattamente come è collegato il tuo io attuale. .. Entrambe [le varianti, quella percepita e quella non vissuta, sono] dotate di un corpo Fisico, Astrale, Mentale... e facenti entrambe a capo di una (e una sola) Coscienza. .. Noi ne percepiamo una sola, mentre l'altra esiste solo per chi la percepisce esternamente.
.. Il processo di creazione o estrinsecazione o manifestazione non [è] necessariamente legato alla percezione; .. almeno una creazione, quando le creazioni sono molteplici, deve essere percepita. .. Ma quando è che il sentire ha creazioni molteplici? Tutte le volte che un fatto logico lo impone. E perché delle creazioni una sola è percepita? Perché il fatto logico lo esclude. Ossia, le creazioni non sono complementari, ma sono alternative. Nella successione logica, o nella catena deterministica, l'uomo può fare così o così. .. Ripeto: tutte le volte che la successione logica lo impone , nella fase di creazione, le creazioni del sentire sono molteplici; mentre nel processo di percezione, essendo alternative, una sola è percepita, proprio perché ognuna esclude le altre.
.. Chi percepisce allora le varianti non vissute?
.. La coscienza cosmica sente l'intera realtà cosmica, non solo qual è percepita dai sentire relativi che la costituiscono ma, per il principio di trascendenza, anche quello che pur non essendo percepito, deve esistere per la completezza dello sviluppo del costrutto logico.
.. La variante non è determinata da come l'individuo si comporta, ma è l'individuo che segue una certa variante a seconda del suo comportamento. .. Non cambiate variante cambiando il vostro modo di fare, è semplicemente che vi sono le diverse varianti pronte in quel determinato punto in cui voi potete andare, e voi andate a seconda del vostro sentire di quel momento. .. Però .. affrontando una situazione in un modo o in un altro, uno si immette in situazioni differenti. .. Ma che esistevano già indipendentemente da lui! Non è l'individuo, col suo agire, che crea le varianti; le varianti - si potrebbe dire - "erano prima che l'uomo fosse".
.. Il Sentire [=il corpo Akashico, ndJB] .. invia i suoi impulsi ad agire in un modo o nell'altro (ricordo che con "agire" intendo anche il provare emozioni o pensare qualcosa) col fine di metterci in situazioni tali che siano le più favorevoli possibile ad acquisire la comprensione che manca alla nostra coscienza. Quindi si tratta di un condizionamento, ma dato che parte da noi stessi, dalla nostra parte più vera - e dato che quindi siamo noi a condizionare noi stessi - possiamo in questo senso parlare di libertà (la libertà è anche definita come autodeterminazione). .. Siamo liberi di applicarci con più o meno impegno a migliorare noi stessi, conoscendoci - .. anche se a ben guardare persino la propensione più o meno spiccata ad impegnarci nel "conosci te stesso" è - ancora una volta - condizionata dal nostro attuale Sentire. [Appunto. :-p ndJB]
«"L'importante è il messaggio e non il messaggero" .. Che importanza ha sapere se io sono veramente chi dico di essere, che importanza può avere se poi, all'interno, all'interno di ognuno di voi, questo mio passaggio, questo mio tocco, questo mio elargire in qualche modo energia, o profumo o un piccolo dono, vi scuote, smuove qualcosa al vostro interno, mette ordine nella vostra interiorità, vi fa superare nella vostra mente, anche soltanto nella vostra mente, i bisogni? .. Il vostro desiderio .. dovrebbe essere quello di saper ascoltare quanto noi andiamo dicendo, senza farsi veramente troppe domande su quanto viene detto, sul perché, perché noi sappiamo che la vostra mente è strutturata così, così come d'altra parte lo era la nostra allorché sentivamo come voi. .. Non vogliamo, così come mai abbiamo voluto, che venisse dimostrata la nostra realtà; noi abbiamo teso fin dall'inizio del lavoro di questo Cerchio a cercare di far comprendere all'individuo l'importanza del messaggio e non di chi stava dietro al messaggio.»
.. La provenienza delle comunicazioni va collocata aldilà di quello che abbiamo chiamato piano Fisico, e che le guide sono entità di diversi piani di esistenza. Le guide stesse non si sono mai soffermate più di tanto a descrivere quale fosse la loro posizione nei confronti dei vari piani di esistenza.. vi sono certamente entità del piano Mentale ed entità di piani superiori, compresi quelli che abbiamo genericamente definito come piani Spirituali. Il fatto che parlino .. a mezzo del fenomeno definito medianità, non deve essere preso come una ragione in più per credere che ciò che essi dicono sia la verità. Il fatto di essere oltre il piano della materia fisica di per sé non da la conoscenza della realtà .. E inoltre la conoscenza è davvero tale, solo quando si mette al servizio degli altri o della propria evoluzione.
Non cercare una strada particolare
perché non vi è una strada particolare
che porti a ciò che tu vai cercando,
così come non vi è strada che faccia procedere
in modo più svelto o in modo più lento.
Dal tuo punto di vista materiale
sembrano aprirsi molte vie
.. ma vi è una sola via
ed essa non è al di fuori di te,
.. non è fatta di sola materialità,
non è fatta di sola spiritualità,
non è fatta, insomma, di separatività
.. poiché nella separatività è soltanto
l'io che riesce ad agire,
è soltanto l'io che cerca di portarti lontano
da quella visione generale
che, pure già ti appartiene.
.. Non credere che aver scelto una certa strada .. possa in qualche modo escludere tutte le altre, o addirittura escludere la vita reale. Altrimenti si commetterebbe un gravissimo errore, perché ciò porterebbe a isolarsi dalla realtà che ci circonda, dalla vita di tutti i giorni, la quale è la prima e la più importante maestra che esista.
.. Perché sia possibile che un'entità si manifesti attraverso un individuo, è necessario che tra questa entità e l'individuo in questione vi siano dei punti di contatto a livello evolutivo, ovvero che entrambi abbiano seguito un certo tipo di evoluzione e quindi posseggano - nei vari corpi - delle vibrazioni analoghe che permettano l'allacciamento tra l'entità e l'individuo [che] deve avere un'evoluzione non dico altissima, ma, per lo meno, abbastanza alta.
.. Un'entità si trova a poter usare, per intervenire - sia in modo "telepatico", sia in altri modi - tutti i vari corpi dell'individuo che dovrebbe fungere da strumento .., in cui deve cercare dei punti di contatto attraverso i quali riuscire ad arrivare a manifestarsi nel piano Fisico. L'affinità consiste proprio in questi punti di contatto che sono dovuti a determinate tappe evolutive che l'individuo ha compiuto e che l'entità che cerca di manifestarsi ha attraversato, più o meno esattamente nello stesso modo. .. Ordunque un'entità che si avvicini ad uno strumento che abbia fatto questo tipo di cammino .. trova un'ottima possibilità di comunicare con facilità e con fluidità, in quanto vi sono appunto questi punti evolutivi in comune che, essendo costituiti da particolari forme vibratorie, permettono allacciamenti sicuri e non instabili .., sia che questo avvenga attraverso la trance di tipo telepatico, sia che avvenga attraverso una trance di vera e propria incorporazione. .. (E questa cosa la dice lunga sui sedicenti medium che sarebbero in grado - a comando - di evocare qualsivoglia entità, purché magari ciò avvenga dietro lauto compenso.)
.. Da un punta di vista fisico, e meglio sarebbe dire anatomico, .. esistono delle differenze che contraddistinguono l'uomo-medium dall'uomo comune. Queste differenze riguardano in particolare due ghiandole endocrine cerebrali e nella fattispecie l'epifisi o ghiandola pineale e l'ipofisi o ghiandola pituitaria, le quali nell'uomo-medium hanno uno sviluppo maggiore. .. Sembrerebbe esistere una stretta relazione, quindi, tra energia sessuale e fenomeni medianici o paranormali in generale. Infatti è ben noto come un certo tipo di fenomenologia ha una sua prima estrinsecazione nel periodo dell'età evolutiva. .. L'energia sessuale ha un ruolo molto importante per l'estrinsecazione dei fenomeni paranormali, e medianici nel nostro caso. Il "terzo occhio" è infatti identificabile, data anche la sua ubicazione, con l'epifisi; mentre i "chakras" altro non sono che punti ghiandolari da cui viene emanata l'energia, e, in particolare, uno di questi è coincidente con le ghiandole sessuali. Naturalmente quando si parla di maggiore sviluppo non si intende solamente uno sviluppo maggiore di dimensione, ma anche di attività, anche se questa attività è connessa pure alle dimensioni dell'organo.
.. L'acquisizione di determinate caratteristiche [=le facoltà medianiche] è legata al cammino evolutivo che l'individuo compie nel corso del suo pellegrinare nel mondo della materia. La caratteristica più importante e fondamentale è l'umiltà. Certamente l'essere medium porta, quasi inevitabilmente, l'individuo ad avere un ruolo di protagonista .. Ora, se quell'individuo che funge da medium non avesse una certa evoluzione, grazie a queste gratificazioni che provengono dagli altri, sarebbe sollecitato ad approfittare di queste occasioni per dominare gli altri, per sopraffarli, per prevaricarli; il vero medium, invece, grazie all'umiltà che gli fa comprendere che ciò che gli accade non gli appartiene e non è un suo merito, non pensa minimamente di usare il fenomeno di cui è protagonista per far presa sugli altri ..: sa che ciò che gli accade è un servizio reso all'umanità, è una missione e in quanto tale ha lo scopo non di portare gratificazione personale, plauso od onori, ma benessere, verità e, perché no, conforto all'umanità intera.
Un Cerchio è composto dal medium (o "dai" medium), ma è anche composto dai membri che presenziano alle sedute medianiche. A dire il vero il concetto di Cerchio è più ampio di così, ma per ora accontentiamoci di prendere in considerazione questi due elementi. .. Se vogliamo considerare chi partecipa alla seduta non si può far altro che raccomandare di andarci cercando di essere quanto più equilibrati possibile, e magari spinti anche da un po' di amore, se non per chi ci sta seduto accanto nel buio o per qualche caro rimasto a casa, almeno un po' di amore per stessi. .. Ci sono un po' di atteggiamenti inutili se non addirittura dannosi, che si possono evitare. Cito per esempio la tendenza a "sforzarsi" di donare energia agli strumenti. Credo che qualunque tipo di sforzo generi un certa tensione che invece di liberare il fluire delle energie, lo blocca. .. Poi sono ovviamente da evitare tutti quegli atteggiamenti che turbano il proprio equilibrio, come pensare ai propri problemi quotidiani o sentirsi animati da manie di protagonismo e così via. .. Di solito un medium esperto, con Guide altrettanto in gamba spesso non verrà più di tanto influenzato dalla disposizione dei presenti, mentre al contrario una medianità in via di sviluppo sarà più fragile e richiederà tutta la concentrazione possibile.
.. Esistono i testi delle comunicazioni, che costituiscono la fonte diretta delle cognizioni, e ciascuno deve comprendere quelli, non l'interpretazione che altri hanno di essi. Ciascuno deve accettare solo ciò che torna alla sua logica e la Verità che condivide diviene sua Verità. Non esiste plagio, [non c'è] nessun proposito né azione a livello collettivo. Quello che ciascuno si sente di fare lo fa a titolo personale, e se ne assume tutta la responsabilità. Non esiste volontà di fare proseliti o di imporre le proprie opinioni e convinzioni. .. La diffusione che è avvenuta e può avvenire è spontanea, non provocata .. Lo scopo principale non è quello di stupire o di convincere con l'uso di fenomeni reccezionali. .. Potrei parlarti dei fenomeni fisici che si sono verificati, delle attività del Cerchio Ifior .., ma tutto ciò esula [dallo] scopo di questo Cerchio, [che] invece è semplicemente quello di essere un'introduzione e un supporto all'avviamento e alla comprensione di un insegnamento più difficile; tant'è vero che noi abbiamo affermato che parliamo per gli umili e per le persone semplici.
Vedi anche: Analisi di un caso di medianità
Questa è stata la parte più difficile, strabordante com'è di:
Nulla a che vedere, insomma, col resto del messaggio del Cerchio Ifior [lezioni dalla 1 alla 7] - caratterizzato invece da genuina empatia delle Guide per i loro fratelli meno evoluti, e soprattutto caratterizzato dalla "scientificità" del messaggio, dal suo colpire nel segno, dalla sua originalità.. Qua di seguito, salvo il salvabile - meno di 1/5 (il 19.3%, per la precisione) dell'originale. Se invece vuoi farti il sangue amaro leggendo pure le corbellerie, clicca qui. |
.. L'aggettivo "mistico" si riferisce .. a tutti quei messaggi che non si poggiano sulla sola logica per raggiungere e smuovere qualcosa nell'individuo, ma che pure mantengono in sé i significati e i concetti esposti in ambito filosofico. Spesso l'Insegnamento mistico si rivolge ai nostri sentimenti, ai pensieri, alle sensazioni che proviamo.
.. Siate razionali, se lo credete opportuno, e seguite la via della conoscenza, ma per amore al Creatore; seguite la via del misticismo, ma per amore alla conoscenza; seguite la via dell'azione, ma quando agite amate il Creatore e ringraziatelo per ciò che conoscete. Se perdete di vista queste tre affermazioni, .. porterete dietro di voi una lampada che potrà illuminare qualcuno, ma voi sarete ciechi. Per illuminare voi stessi dovete portarla davanti a voi e far sì, però, che non siate i soli beneficiari della luce che essa lampada effonde.
.. Sia per voi la ricerca un'esigenza, non un habitus, un amore puro, non un modo per esercitare la mente. Un misticismo fondato su questi principi, che opera sulla realtà attraverso il pensiero, che conosce attraverso alle esperienze, che si manifesta in tutti i piani di esistenza della percezione attraverso un infinito amore per il Tutto, non rimarrà inascoltato dagli uomini, ma sarà da loro preso quale punto di riferimento, quale fiamma per riscaldare le tante incomprensioni.
.. Quanto spesso, figli, vi fermate a guardare all'esterno di voi, senza riuscire a portare tra le vostre mani quella scintilla che è lì, nel vostro profondo sentire, appositamente per illuminarvi il cammino, indicarvi la vostra strada e rendervi più semplice e meno doloroso il vostro avanzare?
Quanto spesso, figli, siete pronti ad erigervi a giudici di coloro che vi stanno attorno e che sfuggono alla vostra comprensione, dimenticando che siete con essi una cosa sola e che, giudicando loro, giudicate anche voi stessi in quanto siete stati, siete o sarete ciò che oggi essi sono?
La pienezza che andate cercando non è fatta di barriere.
.. "Ho visto uomini che chiamavano e cercavano Dio; / ognuno di essi lo chiamava con un nome diverso... / e li ho sentiti fratelli" ..
.. Se davvero Tutto è Uno [ma soltanto se genuinamente lo senti come tale, ndJB], .. ogni carezza che a me non viene data, che a me viene tolta per essere donata ad un mio fratello, ha lo stesso valore della carezza che io avrei dovuto ricevere.
.. Padre mio, nella mia vita di tutti i giorni io riesco anche a trovare un momento per distogliermi dal mondo e cercare la Verità. I miei occhi, allora, si volgono intorno, osservano ciò che li circonda; le mie orecchie si tendono ad ascoltare anche il più piccolo suono alla ricerca della parola di Verità; la mia mente analizza, esamina, critica, giudica; tutto il mio essere, in fondo, è teso verso la ricerca... eppure, Padre mio, la verità sembra allontanarsi sempre di più da me, e come un fantasma malizioso mi sfugge tra le dita non appena sembra che io stia per afferrarla, e mi schernisce, e mi deride, e sparisce dietro all'angolo della mia mente. Padre mio, aiutami, Ti prego: se io sento interiormente questo bisogno di Verità, se io sento che conoscere la Verità può darmi pace, può farmi essere diverso, fa' qualche cosa Tu, Tu che tutto puoi, per aiutarmi in questa mia ricerca affannosa e così spesso disperata!
.. Figlio mio, io ti osservo nel corso della tua ricerca, ti vedo fermarti nelle tue giornate e cercare insistentemente un perché, cercare in te i motivi, le cause di ciò che stai vivendo, di ciò che ti succede, di ciò che ti colpisce, che ti addolora, che ti frantuma, che ti rattrista in continuazione. Ti vedo volgere gli occhi intorno a te e chiederti perché quella persona non ti ama, perché non ti aiuta, perché si rifiuta di tenderti una mano, perché non ti sente suo fratello. Ti vedo ascoltare ciò che gli altri dicono, e soffrire perché nelle loro parole non riesci ad avvertire ciò che vorresti avvertire, non riesci ad avvertire amore, tenerezza, dolcezza. Poi osservo la tua mente e osservo te, all'interno della tua mente, allorché esamini attentamente le azioni degli altri, le esamini e ti erigi a giudice, a critico, ti erigi a scopritore della realtà altrui. .. Figlio mio, fa' tacere la mente rivolta all'esterno e osserva te stesso: se davvero vuoi trovare la Verità non cercarla al di fuori di te, perché io là non l'ho posta. Là vi sono le verità altrui, ma le verità altrui, figlio mio, per te sono irraggiungibili, non sono altro che proiezioni dei tuoi bisogni, dei tuoi desideri, dei tuoi pensieri, delle tue passioni. .. Non aver timore, non aver timore di te stesso ed osservati fino in fondo: se davvero è la Verità quella che vai cercando, nel tuo più profondo essere, senza dubbio, la troverai. [Sì, vabbe'.. tante grazie! :-p ndJB]
.. Padre mio, quando tu mi hai dato la possibilità di vivere in questo mondo io sono stato, per un po' di tempo, felice; ho assaporato la gioia delle cose che mandavi intorno a me, ho goduto del Tuo amore che io ritrovavo ogni giorno scoprendo un gioco nuovo. Ma poi, Padre mio, io sono cresciuto, sono diventato adulto, sono diventato un uomo e Tu non mi hai più dato felicità ma soltanto dolore; e ho conosciuto la sofferenza ogni giorno. Hai fatto di tutto per me, Padre mio, anche se non ne comprendo le motivazioni, anche se ne intuisco la causa, mi hai fatto soffrire in ogni modo: mi hai privato delle cose che più amavo, mi hai privato di un figlio, mi hai privato di un amore al quale volevo dedicare tutta la vita. .. Ma perché, Padre mio, tutta questa sofferenza? Perché, Padre mio, non hai continuato a infondermi, a darmi quella felicità che io godevo nei primi giorni della mia vita?
.. Figlio mio, tu ti lamenti della tua sofferenza, e tendi a far risalire la causa di questa tua sofferenza fino a me, come se io, figlio mio, potessi divertirmi a creare per te dolori, affanni, tristezza, e non ti rendi conto, figlio, che questi dolori, questi affanni, questa tristezza nascono in te perché tu stesso, con le tue mani, li stai facendo nascere, perché tu stesso ti immergi così completamente e totalmente soltanto in ciò che riguarda l'esteriorità da dimenticarti di creare in te stesso quei supporti, quegli aiuti, quelle grucce che potrebbero farti superare senza fatica anche il più grande affanno. [Mah.. :-| ndJB]
..Padre mio, "tutto - dicono - mi parla di te" e quindi, secondo logica, dovrebbe bastare che io mi guardassi attorno per trovare tutte le risposte, per arrivare al punto finale dei miei perché; basterebbe che io volgessi intorno lo sguardo per farmi una ragione di quella che è stata, che è, e che magari sarà la mia esistenza. Eppure, Padre mio, tutto questo non mi riesce di farlo e anzi, ti dirò di più, ci sono dei momenti in cui mi ribello a tutto questo, dei momenti in cui dico a me stesso, al mondo e anche a te: basta, io non ci sto più a soffrire, a star male, e non riesco a convincermi che questa sofferenza, questo dolore, hanno in fondo una loro ragione. .. Se davvero volgendo lo sguardo attorno tu puoi darmi una risposta, perché non rispondi a questi miei occhi che in continuazione si volgono in attesa di una tua parola, in attesa di un tuo sussurro che lenisca la mia sofferenza e mi indichi in qualche modo la strada?
.. Figlio mio, io ti osservo, io ti ascolto, io ti sento allorché fai giungere fino a me le tue proteste, allorché non vuoi accettare che da ogni cosa che stai vivendo, che da ogni sofferenza che ti attanaglia, che da ogni dolore che ti tormenta tu puoi trarre le risposte per non soffrire più, per non provare più dolore. Ti ascolto gridarmi i tuoi perché nel silenzio del tuo intimo, pretendere che io ti dia una risposta definitiva ..: l'unica cosa che posso dirti, l'unico consiglio che posso darti è quello di incominciare, prima di tutto, ad accettare te stesso, perché vedi, figlio mio, tutti i dolori, tutte le sofferenze, tutti i periodi tristi che tu hai trovato ed hai incontrato, li hai trovati e li hai incontrati perché tu stesso - inconsapevole di ciò che sei - li sei andati cercando con puntiglio e con fermezza. .. Cercare di mostrarti diverso da ciò che sei, .. ti ha portato un po' alla volta a compiere anche ciò che altrimenti non avresti compiuto. Nulla è perduto comunque figlio, prenditi i dolori, le tue sofferenze, le tue tristezze, tienile strette, non dimenticarle, perché esse sono la luce che ti indica il cammino e da esse, se tu davvero vorrai, se tu veramente cercherai di trovare quella sincerità che un tempo hai rifiutato, potrai trovare la strada per non soffrire più, per non dolerti più, per non essere mai più triste.
.. Padre mio, Paparino mio bello [Stupendo! QUESTO, è il tipo di rapporto con Dio che mi pare Sensato! Lo stesso che aveva in mente Gesù. ndJB], finalmente sono contenta, proprio contenta perché ho capito: eh sì, non ti meravigliare, Paparino, ma veramente questa volta sono sicura di avere capito cosa vuol dire essere responsabili: infatti ho deciso che d'ora in poi, nel corso delle mie giornate, sarò il più responsabile possibile. Ho capito, invero, che sono responsabile di ogni dolore che vedo intorno a me e che non aiuto a lenire, quindi, forte di questa mia responsabilità, sicura di aver compreso Padre mio, io ti invio un buon pensiero e spero che tu sia contento di Me. (Zifed)
[Purtroppo la risposta non era altrettanto bella, ndJB]
..Non posso far sì che gli altri ti comprendano: ciò avverrà soltanto nel momento in cui il loro sentire sarà simile al tuo. Non posso far sì che gli altri ti accettano per ciò che sei: come possono accettarti dal momento che non riescano ancora ad accettare nemmeno se stessi? Non posso far loro comprendere qualsiasi cosa: la comprensione può essere cercata, incontrata e fatta propria soltanto da chi ne ha il bisogno, altrimenti nulla di ciò che ho creato avrebbe un senso. Non posso neppure impedirti di soffrire: se tu soffri per tutto questo significa che devi ancora accettare del tutto te stesso, significa che devi ancora comprendere e che, quindi, tutto quanto stai ora vivendo è indispensabile alla tua crescita.
.. Se io potessi ascoltarti, Padre mio, se io non fossi così pronto a tapparmi le orecchie per non udire ciò che, in mille modi diversi, Tu fai arrivare fino a me, se io non fossi così intento a perseguire i miei fini egoistici da non porre attenzione alle tante voci che mi parlano in Tuo nome, se io non fossi così intento a captare i rumori del mondo materiale da non porgere ascolto alla Tua voce che parla ininterrottamente anche attraverso i palpiti della mia coscienza, cosa Ti udrei dire per rammentarmi i miei doveri nel percorrere questa strada inusuale che cerco di seguire per ricongiungermi a Te? [Risposta di JB: "Cagami. Perchè se quando parlo tu ti tappi le orecchie, che ti parlo a fare?"]
Dal momento stesso che tu ti fermi ad ascoltare, figlio mio, è tuo dovere cercare di capire fino in fondo. È tuo dovere ascoltare non solo ciò che ti gratifica ma anche ciò che ti colpisce perché se la freccia giunge al tuo cuore, ciò accade perché hai lasciato il tuo cuore dove non dovevi lasciarlo. È tuo dovere esprimere il tuo pensiero su ciò che ti viene detto dimostrando a te e agli altri che non partecipi solo per fare atto di presenza, o per non sentirti escluso da qualcosa che, in qualche modo, sembra elevare dalla massa. È tuo dovere confrontarti con le parole che ti vengono rivolte e, ove tu le ritenga giuste e giustificate, cercare di correggere te stesso facendole diventare un tuo sentire. È tuo dovere prendere gli insegnamenti che ricevi e cercare di applicarli prima di tutto su te stesso, perché solo così darai mostra a chi non riesce ad accettarli che essi, se vissuti giustamente, hanno il potere di mutare l'individuo e, attraverso di lui, il mondo intero. È tuo dovere essere condiscendente verso chi non la pensa come te e non voler imporre ciò che credi giusto, perché le parole giuste sono mie parole, e le mie parole non hanno bisogno di apostoli ma entrano e si fermano nell'animo di colui che è pronto a riceverle e a farne buon uso. .. È tuo dovere rispettare chi parla e chi ascolta senza impedirgli di parlare o di ascoltare, così come vorresti che a te fosse permesso di parlare e di ascoltare quando è il tuo momento di farlo. È tuo dovere essere sincero con chi ti sta a fianco senza mascherarti con falsi sorrisi o con voluta indifferenza perché sai bene quanto male faccia scorgere un falso sorriso o sentirsi ignorati volutamente. .. È tuo dovere non fare delle parole dei miei figli un testo sacro .., perché questo farebbe di esse non solo una cosa priva di vero valore ma addirittura una causa di inibizione del tuo sviluppo. È tuo dovere accettare e vivere ciò che ritieni giusto, ma rifiutare e chiedere spiegazioni su ciò che ti sembra errato, partecipare attivamente e non estraniarti, essere, insomma, caldo o freddo ma non essere tiepido perché la tiepidezza non porta al tuo intimo e, quindi, a me. È tuo dovere dare agli altri anche il poco che ti è possibile donare ma è anche tuo dovere accettare con gioia dagli altri ciò che gli altri ti donano, senza pensare a doverlo restituire un giorno, senza la paura di restare obbligato e condizionato, perché quanto ricevi in dono è sempre un mio dono e io non mi attendo da te alcuna ricompensa. Se sei qui per imparare come dici, figlio mio, sforzati di farlo. Se sei qui per cambiare te stesso cerca in tutti i modi di non ristagnare. Se sei qui per comprendere approfitta delle possibilità che ti vengono offerte. Se sei qui per conoscere non imporre limite e direzione alla tua conoscenza. Se sei qui per dare agli altri abbandonati alla gioia di dare senza distinguere tra giovane e vecchio, simpatico e antipatico, intelligente e sciocco, buono e cattivo, perché ricorda, figlio mio, che in ogni creatura io sono, e ciò che dai ti verrà reso in misura maggiore. .. Sii ciò che sei il più profondamente possibile, figlio, mio, e scoprirai che le voci invisibili che ti parlano, e le voci dei fratelli che vivono con te nel mondo della materia, e la tua stessa voce, non sono, in verità, che un'unica voce: la mia, e allora niente e nessuno dovrà rammentarti i tuoi doveri perché tu stesso sarai la luce che li sussurra all'universo.
.. Quando comprenderò con tutto me stesso che "Tutto È Uno" che sarà di me, Padre?
Tu non avrai più la tua famiglia, ma ogni uomo, animale, pianta, cristallo, sarà un membro della fratellanza universale. .. Non avrai più amici perché non considererai più alcun nemico: e quando darai, lo farai senza bisogno che il dare ti venga richiesto e senza che esso venga dettato dai tuoi bisogni personali. Non avrai più padroni, dipendenti, superiori e inferiori, ma in ogni altro tuo simile tu vedrai te stesso in una delle tante tappe che avrai percorso o che dovrai ancora percorrere. Le tue preghiere non avranno più un indirizzo e una forma, ma la tua vita, i tuoi pensieri, le tue parole e i tuoi sentimenti diverranno essi stessi, senza intenzione, preghiere. Perderai, la passione, l'orgoglio, l'invidia, .. perché io ti apparirò presente in tutto ciò che ti circonda e ciò che io ad ogni istante ti donerò ti basterà per sentirti appagato. .. Non avrai più bisogno di chiamarmi, di cercarmi, di adularmi, di combattermi, di rifiutarmi, di accettarmi, di capirmi, perché io sarò te e tu sarai me in un modo così profondo che di nient'altro avrai bisogno che di questa consapevolezza. Se sorriderai diventerai il mio sorriso, se porgerai aiuto sarai la mia mano, se consolerai sarai una mia carezza, .. se parlerai sarai la mia voce, se abbraccerai sarai la mia dolcezza, se sopporterai sarai la mia pazienza, se perdonerai sarai la mia pietà, se amerai sarai il mio amore.
.. E già - dice colui che soffre - parole belle, parole sante e verissime... forse! Ciò non toglie che parli e, intanto, non soffri; io, invece, conduco la mia vita e soffro in continuazione! Avrai anche ragione a dire quello che dici, però quando sei all'interno della sofferenza, quando la sofferenza la vivi in prima persona non è poi così facile pensare agli insegnamenti e dire "tanto è il mio Io che soffre... e buona notte al secchio!". Se, infatti, io osservo la vita che sto vivendo, vedo che la sofferenza, il dolore costellano ogni attimo delle mie giornate, non sono una cosa passeggera che dura un istante, che dura un giorno, una settimana, o un mese: fosse così sarebbe anche facile, in fondo, non lamentarsi e sopportare, per quel breve periodo di tempo. In realtà, la sofferenza è come una goccia che cade in continuazione e intanto approfondisce le ferite, impedendo che si rimargino... questo, almeno, dal mio punto di vista. Che so io... mi guardo intorno, guardo la televisione, leggo i giornali, osservo la società così com'è strutturata e, inevitabilmente, mi ritrovo davanti la sofferenza, sofferenza che è magari degli altri ma che si ripercuote inevitabilmente anche al mio interno: soffro per le persone morte in un terremoto, soffro per le persone assassinate, rapite, sequestrate, soffro per i vecchi abbandonati, per i malati, per le persone che hanno perso dei figli o dei compagni o dei genitori, soffro per la gente povera che viene alla fin fine persino derisa da chi ha di più, soffro per l'ingiustizia che vedo continuamente intorno a me, per coloro che tutto hanno e coloro che, invece, non riescono ad avere nulla e, purtroppo, questa sofferenza non mi riesce proprio di superarla. E allora le tue belle parole a che cosa mi servono a questo punto, cosa me ne faccio, che senso hanno per me?
.. La sofferenza ha la funzione di spronarti e non di limitarti a brontolare o a fare del vittimismo, di aiutarti a fare qualcosa di attivo, di fattivo affinché le cause di questa tua sofferenza, un po' alla volta, si leniscano, in modo che tu ti senta in una posizione costruttiva, e non in quella di chi subisce senza nulla poter fare. [Il punto è un altro: ha senso, fare qualcosa? E che cosa? A che prezzo? Provare a cambaire il mondo facendosi ammazzare (o peggio), quando poi tutto torna come prima o quasi, è da idioti. Sforzi sì. Sforzi inutili, NO. ndJB]
.. Riconosco la logica del tuo insegnamento, riesco a vedere dove ciò che dici può portare, tuttavia .. non posso dimenticare che sono inserito in una realtà concreta e fisica. E non mi dire, Maestro, che per te la realtà concreta e fisica è ormai superata, perché io non riesco a comprendere una tale condizione ma sono invece immerso nella materia, e mi sembra quindi giusto che proprio tu, Maestro, che prima di me sei passato attraverso la stessa via, debba per forza di cose riuscire a comprendere e cercare di aiutarmi.
.. Se tu con la tua sofferenza di oggi stai vivendo una situazione karmica, e in questa situazione tu vedi altre persone coinvolte e da te dipendenti, .. anche queste altre persone, in realtà, stanno vivendo il loro debito karmico. Con questo .. non intendo dire che tu non debba preoccuparti per loro, né tanto meno intendo dire che tu non debba sentirti responsabile per gli errori che puoi fare e che su altri possono ricadere. Tuttavia, ripeto, ricorda che accade sempre e soltanto il giusto per ogni individuo, .. solo per il bene dell'individuo stesso. .. Se ancora non riesci a comprendere la tua causa interiore, se ancora ti sembra di vivere una situazione senza via d'uscita, se ancora vedi così lontana la soluzione al tuo problema, metti in atto un primo insegnamento, ovvero l'incominciare da poco e da vicino. Ricorda che tu soffri per la tua situazione e che quindi è qualcosa in te, o di te che va mutato. Allora osservati, osservati nella vita di tutti i giorni, osservati con la tua compagna, con i tuoi figli, e guarda prima di tutto, come trasformare ciò che con essi non è giusto così come è. .. E ti accorgerai, dopo questo cammino, figlio mio, di aver fatto già quasi tutto il percorso e più soltanto poche sfumature avrai da mutare per uscire dalla tua situazione karmica. Allora, lentamente, la vita ti ritornerà amica, il sorriso comparirà ancora sulle tue labbra, le tue notti saranno ancora serene e tu andrai sorridente incontro ad una nuova esperienza.
.. A cosa serve tutto questo [sapere] quando la vita di tutti i giorni mi chiama, con le sue realtà che ben pochi allacciamenti o collegamenti hanno con quelle meravigliose parole spirituali che questi Maestri mi propongono? .. Che senso ha sapere se c'è vita dopo la morte se poi io, una prova reale e tangibile di tutto questo non potrò mai averla se non quando lascerò questo mio corpo fisico? .. Che senso ha perseguire queste vie spirituali o spiritualiste, se poi dovrò sempre lottare e trovarmi a mettermi a confronto con quei dubbi, quelle problematiche che né Tu, né i Tuoi portavoce, né altri senz'altro, riuscirete mai a sciogliere?
.. Se tu invece di spostare la tua attenzione verso l'esterno, cercando di scostare i veli dell'illusione per trovare una realtà che ti è esterna, cercando di comprendere ciò che vivi, ciò che soffri, ciò che patisci, che qualche volta gioisci, guardando intorno a te, invece partissi, per prima cosa, dall'osservare te stesso, ecco che, quasi senza rendertene conto, troveresti il bandolo di quella matassa invisibile che ti unisce a quella Realtà con la erre maiuscola che deve esistere. Deve esistere, altrimenti il gioire, il soffrire, il patire, il lottare, il combattere, il perdere le persone amate, il lottare per il proprio lavoro, per la propria sopravvivenza, per i propri figli, l'essere disperati, l'essere pieni di speranza, l'essere pieni di orgoglio, l'essere capaci il momento dopo di trovare l'umiltà, tutto questo, figlio mio, che senso avrebbe? [Appunto! ndJB] Nel momento stesso in cui tu riuscirai a sentire, .. riuscirai veramente a comprendere il perché della tua esistenza, il perché della tua sofferenza, .. il perché della tua ragion d'essere. [Altro trucchetto. È una finta risposta, dato che il problema sta proprio nel se/come/quando si riuscirà ad arrivare a questo sentire. ndJB]
.. Impara .. prima di tutto ad amare le piccole cose che hai accontentandoti di ciò che possiedi, a rispettarle, a difenderle da qualsiasi attacco, interno od esterno che sia. Impara .. ad amare intensamente anche la più piccola parte del tuo stesso corpo, e soltanto quando avrai imparato questo, figlio mio, potrai essere sicuro di poter tentare di amare anche gli altri. E quando darai loro amore senza aspettarti mai nulla in cambio, quando riuscirai a donarti loro intensamente, spassionatamente, senza riserve, paure o timori, sta' certo, figlio mio, che essi ti risponderanno, e potrai scorgere in ogni loro risposta la mia presenza. [OK, però è aria fritta che lascia il tempo che trova. ndJB]
.. Questi Tuoi messaggeri continuano a giungere a me per ripetere sempre le stesse cose; non trovo infatti in ciò che Tu ora mi mandi nulla di veramente nuovo e originale; ed io allora mi chiedo, Padre mio, che senso ha continuare a ripetere le stesse cose, continuare a dirmi che devo amare gli altri miei fratelli come me stesso, continuare a dirmi che devo essere sincero con me stesso e sincero con gli altri, continuare a ricordarmi di dire sempre la verità anche al prezzo di creare al mio interno della sofferenza? [Perchè anzichè] far parlare .. Tuoi messaggeri [non crei] un fenomeno meraviglioso, fantastico, che possa dare la certezza a tutti .. che Tu esisti veramente?
.. Figlio mio, se tu pensi veramente che possa essere il fenomeno meraviglioso, il fenomeno fantastico a darti la certezza, significa mio caro che ben poco hai capito di ciò che volevo dirti; e se tu, figlio mio, quasi con rammarico mi chiedi perché ti sto ripetendo le stesse cose da anni, quasi con tristezza mi chiedi perché non ti ho dato nulla di nuovo, io non posso dare una risposta al tuo chiedere se non rivoltando la domanda; infatti, figlio mio, io qui ed ora ti chiedo: e tu, da queste mie parole, da secoli ripetute, quanto sei riuscito a cambiare? Per quanto sia vero che da anni ripeto le stesse cose, per quanto sia vero che da secoli si ripete lo stesso insegnamento, è vero che tu oggi come oggi, sei così come eri ieri, e così come probabilmente sarai domani, ancora non hai imparato - solo per fare un esempio - ad avere rispetto per te stesso, per i tuoi compagni di viaggio, per i tuoi fratelli, ad un punto tale affinché tu ti possa chiamare veramente Uomo. [Sembrerebbe quasi una tipica risposta da larva astrale: ripetergli vaghe cose "new-age" al solo fine di tener vivo il suo interesse, per ciucciargli energie. ndJB]
.. Io sono la goccia che riempie l'oceano, io sono la parola che vive nel vento..