[Gurdjeff] «..non ha mai esitato a far sorgere dubbi su se stesso con il tipo di linguaggio che usava, con le sue contraddizioni calcolate e col suo comportamento, ad un punto tale che .. chi aveva la tendenza ad idolatrarlo ciecamente, fosse finalmente costretto ad aprire gli occhi sul caos delle sue reazioni».
Da qui la necessità di confondere le acque, di camuffarsi, di barare su tutto quello che riguardava la sua identità personale: quasi a ricordare che quel che davvero contava non era la sua persona, ma l'insegnamento di cui era portatore. Dice un motto zen: «se qualcuno vi indica la luna dovete guardare la luna, non il dito puntato ad indicarla».
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Per poter fare bisogna prima essere, e per poter essere bisogna prima aver preso coscienza della propria fondamentale inesistenza. La dichiarazione può suonare sostanzialmente scandalosa ad un orecchio occidentale, ed ecco sollevarsi comode accuse, da parte di molti, a denunciare una dottrina inumana e crudele, laddove si dovrebbe parlare piuttosto di "obbiettiva imparzialità".
..«Il Cristianesimo dice esattamente questo, amare tutti gli uomini. Impossibile. Allo stesso tempo è assolutamente vero che è necessario amare. Ma prima bisogna essere, solo dopo si può amare. Sfortunatamente, col passare del tempo, i moderni Cristiani hanno adottato la seconda metà, amare, ed hanno perso di vista la prima, la religione che avrebbe dovuto precederla. Sarebbe stupido da parte di Dio chiedere all'uomo ciò che questi non può dare.»5
La nostra vita, così com'è, è solo reazione meccanica a stimoli esterni: quello che chiamiamo io è un groviglio confuso di piccoli io in perenne conflitto fra loro. Non c'è unità in noi: «l'uomo è plurale. Il nome dell'uomo è legione»6. Da qui la necessità di costruirsi un Centro di Gravità, o Centro Magnetico, costituito dall'Insegnamento, intorno al quale agglutinare un certo numero di io e procedere dalla molteplicità verso l'unità. La via è data dallo sforzo cosciente e dalla sofferenza volontaria. Lo sforzo cosciente è attenzione, presenza, ricordo di sé; la sofferenza volontaria è invece l'abbandono delle proprie certezze, delle proprie opinioni, della propria affermazione meccanica di se stessi, del desiderio di rassicurazione, del conforto intellettuale del proprio senso di sé con le sue pretese di importanza e di onniscienza.
Lo sforzo consiste anche nello smascheramento delle emozioni negative -ansia, rabbia, autocommiserazione, vanità, amor proprio, ecc.- dell'"immaginazione", cioè il credersi ciò che non si è, e dell'"identificazione", concetto non dissimile da quello che i Buddhisti chiamano 'attaccamento'. I fini di questo sforzo non sono morali o moralistici: si può parlare con freddezza ed efficacia di controllo della dispersione energetica nel contesto generale della "macchina" umana.
..La via di Gurdjieff è una via religiosa nel senso più propriamente etimologico del termine: re-ligare, cioè riconnettersi, ricollegarsi. .. Ouspensky, il divulgatore più noto delle idee di Gurdjieff, chiama questo percorso "Quarta Via", contrapposta alla via del "fakiro", che lavora solo sul corpo; del "monaco", che lavora solo sulle emozioni; e dello "yogi", che lavora solo sulla mente. Queste vie sbilanciate possono produrre solo "stupidi santi" (che sono in grado di fare tutto ma non sanno cosa fare) o "deboli yogi" (che sanno cosa fare ma non possono farlo).
La Quarta Via invece è la «Via dell'Uomo Astuto», quella che equilibra il lavoro delle prime tre, sviluppando armonicamente tutti gli aspetti dell'essere e permettendo al praticante di non abbandonare la sua vita ordinaria per rinchiudersi in un monastero, ma, come dicono i sufi, di «essere nel mondo ma non del mondo».
..L'uomo è un essere tricentrico o "tricerebrale"; i tre centri o "cervelli" devono funzionare in modo armonico e non sbilanciato come di norma. Stomaco (e tutto quel che si trova al di sotto di questo), cuore e testa o, se si preferisce, corpo, emozioni e intelletto, devono equilibrare le loro funzioni e non interferire fra loro. Non bisogna quindi sacrificare o mortificare nessuna delle parti dell'uomo, ma bilanciarle e restituirle alla sfera appropriata:
«Meriterà il nome di uomo e potrà contare su ciò che è stato preparato per lui dall'Alto, solo colui che avrà saputo acquisire i dati necessari per conservare indenni sia il lupo sia l'agnello che gli sono stati affidati.»11
Se tipi diversi di uomini, guidati solo da uno dei loro centri -l'intellettuale, l'emozionale, il sensitivo-motore- sono imprigionati in uno schema prestabilito, il quarto tipo di uomo, che ha equilibrato i tre centri, può cominciare ad assaporare i primi barlumi di libertà.
Un'idea fondamentale collegata con questa è la differenza fra conoscenza e comprensione: la prima è fondata su un solo centro, abitualmente il centro intellettuale; la seconda è tricentrica, passa cioè per tutte le facoltà. Ciò che è compreso, cioè contemporaneamente capito, sentito e percepito, ci appartiene davvero; la semplice conoscenza è invece del tutto strumentale e aleatoria. Da qui la scarsa considerazione di Gurdjieff per l'uso puramente intellettuale, teorico delle idee dell'Insegnamento: senza la comprensione e quindi la pratica, non si può che fraintendere.
..«I primi passi verso la libertà sono l'autosservazione ed il 'conosci te stesso'. Il sistema di Gurdjieff inizia con l'osservazione scientifica neutrale di se stessi -con l'esame del proprio corpo in modo scientifico: inizialmente, basandosi sul centro fisico; più tardi, facendo osservazioni sul centro mentale e sul centro emotivo. [...] Il corpo è l'unico strumento col quale lavorare. Fatene un buono strumento. Non tollerate che sia esso a controllarvi. [...] I nostri corpi sono dei 'fertilizzanti' per l'anima.»12
..A fondamento della manifestazione vi sono due leggi cosmiche universali: la Legge del Tre (Triade) e la Legge del Sette (Ottava) [cfr. l'enneagramma].
La prima legge postula come ogni fenomeno risulti dall'incontro di tre differenti forze: il pensiero scientifico osserva invece solo la presenza di due forze (positivo e negativo magnetici; cellula maschio e femmina, ecc.), ma è ignaro della terza.
Gurdjieff chiama queste forze:
1.Santa-Affermazione 2.Santa-Negazione 3.Santa-Riconciliazione,
oppure
1.forza attiva o positiva 2.forza passiva o negativa 3.forza neutralizzante.
Le tre forze sono osservabili all'esterno ed all'interno di noi, ma non è affatto facile riconoscerle, specialmente la terza forza. In termini più ordinari si potrebbe parlare anche di impulso, resistenza e conciliazione.
..Inutile dilungarsi sulle analogie con altre tradizioni: la Trinità cristiana di Padre, Figlio e Spirito Santo in cui, non a caso, quest'ultimo è il "Paracleto", l'intercessore; la Trimurti indù di Brahma, Shiva e Vishnu; i tre Gunas del Sankhya, Rajas il principio dinamico, Tamas il principio statico e Sattva l'equilibrio; il Sale, Zolfo e Mercurio dell'Alchimia; lo Yin e lo Yang unificati nel Tao; i Tre Triangoli della Quabbalah; ecc.
..La legge del Sette..: lo sviluppo della frequenza delle vibrazioni, ascendente o discendente, della forza passa attraverso sette gradi, fasi o "note" disposte lungo una scala armonica, con due prevedibili punti di stallo (proprio dove mancano i semitoni tra mi-fa si-do nella scala maggiore mi, re, do, si, la, sol, fa, mi).
Questa legge si può chiamare «legge della discontinuità delle vibrazioni». Nell'universo tutto è vibrazione, ma in ogni scala di trasmissione di queste, ci sono sempre due punti dove le vibrazioni rallentano e richiedono uno shock esterno per poter continuare nella stessa direzione. Senza shock esterno il percorso deraglia e cambia traiettoria: questo accade all'inizio (mi-fa) ed alla fine (si-do) dell'ottava.
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Nello spazio compreso fra queste due ottave è racchiuso il destino dell'uomo: essere una pedina nell'ottava discendente, svolgere passivamente il proprio ruolo di trasformatore di energia, con tutte le creature viventi, e venire riassorbito a suo tempo nel substrato indifferenziato come parte dell'ecologia cosmica; oppure entrare di forza nell'ottava ascendente, partecipare di un compito più alto, essere attivo.
..In questo modo il cerchio si chiude, niente è casuale in questo sistema in cui ognuno può scegliere se seguire la corrente generale, manifestando un'esistenza semiconscia e generando un grado di energie rudimentali che vengono usate dal cosmo ad un solo livello; o invece cercare di "essere", di evolversi consapevolmente, e, applicando il principio "alchemico" della separazione dello 'spesso dal sottile', muoversi verso la capacità di ricevere e generare energie più raffinate, svolgendo un servizio più alto per le forze della creazione. In entrambi i casi niente viene sprecato: tutto in natura è "cibo" per qualcosa; tutto viene utilizzato.
L'azione universale e coordinata delle due leggi è esemplificata dal simbolo dell'Enneagramma: un cerchio che include un triangolo equilatero intrecciato con un'altra figura a sei lati.
L’Enneagramma poteva essere utilizzato per comprendere la relazione e la trasformazione dei tre nutrimenti (cibo, aria, impressioni) nel corpo umano, per la sua evoluzione e connessione con i corpi superiori. .. Dei nove lati che lo compongono, sei sono ottenuti da 1 diviso per 7 (che produce un numero infinito in cui non compare mai il 3, il 6 e il 9), gli altri da 1 diviso per 3 (che produce una serie infinita di 3, di 6 e di 9). .. Il cerchio simbolizza lo zero, il serpente ermetico che si morde la coda: in realtà non si tratta di un cerchio ma di una spirale, perché il simbolo non va inteso in senso statico ma dinamico.
L’Enneagramma rappresenta ogni processo che si mantiene da solo per autorinnovamento: per esempio la vita.
..«La conoscenza dell’Enneagramma è stata preservata per molto tempo in segreto e se adesso, per così dire, è resa disponibile a tutti, è solo in una forma incompleta e teorica della quale nessuno può fare alcun uso pratico senza istruzioni da parte di chi sa».
..L’Enneagramma [è] "il geroglifico fondamentale di un linguaggio universale che ha tanti significati diversi quanti sono i livelli di essere degli uomini"
..L’unico esempio occidentale di figura a nove punte abbastanza simile all’emblema della Quarta Via risale invece ad Athanasius Kircher (1601/1680) nella sua opera Arithmologia del 1665. Kircher aveva profondi interessi per il pitagorismo e la Qabbalah, sperimentò gli effetti del suono sulla materia e dedusse che l’ordine universale fosse basato sul numero e l’armonia delle vibrazioni sonore, inoltre fu il primo occidentale a cercare di decifrare i geroglifici egizi.
Tutto questo una volta detto lo si può anche dimenticare: si tratta adesso di riscoprirlo, non perché ci viene spiegato o lo leggiamo da qualche parte, ma perché lo verifichiamo con la nostra esperienza. L'insegnamento in realtà è soltanto pratico e viene trasmesso esclusivamente per via orale o tramite esempi diretti che evitano anche la parola. .. «Se non sei dotato di uno spirito critico, la tua presenza qui è inutile»
..Gurdjieff ha sempre manifestato una certa annoiata diffidenza verso gli occultisti e «gli iniziati di nuova emissione», come li apostrofava beffardamente; la 'magia' non gli interessava: il vero problema è svegliarsi, non rendere più confortevole il sonno. La sua posizione ricorda piuttosto lo spoglio rigore e la ruvida purezza di certi insegnamenti zen. [vero - ndJB] «Siete in prigione. tutto quello che desiderate, se siete intelligenti, è fuggire. ..».
Nessun gruppo veramente esoterico metterebbe inserzioni sui giornali o segnalibri, stampati in carta molto raffinata, dentro le edizioni gurdjieffiane in commercio. Si pensi sempre a questo dettaglio non secondario, e si ricordi il consiglio degli antichi: caveat emptor!
Indicazioni bibliografiche
Chi volesse avvicinarsi allo studio delle idee gurdjieffiane legga per prima cosa Frammenti di un insegnamento sconosciuto (ed. Astrolabio) di P. D. Ouspensky, testo fondamentale di introduzione e di divulgazione. Poi prosegua con Incontri con uomini straordinari dello stesso Gurdjieff (ed. Adelphi), che sotto l'apparenza di un'avventurosa ed appassionante "autobiografia mitica" cela indicazioni assai preziose pur se velate dal simbolismo; ed infine con Vedute sul mondo reale: Gurdjieff parla ai suoi allievi (ad es. Aforisma n. 29 in: G.I. Gurdjieff, Vedute sul mondo reale: Gurdjieff parla ai suoi allievi, L'Ottava, Milano, 1985), serie di conferenze e dialoghi molto semplici e chiari.
Per un momento successivo si riserbi invece lo studio di I racconti di Belzebù al suo piccolo nipote (recentemente riediti da Neri Pzza), la monumentale opera maggiore di Gurdjieff, che richiede una comprensione ed uno sforzo superiori a quelli del lettore ordinario. Lo stesso dicasi dell'ultima opera (incompiuta) del maestro caucasico La vita è reale solo quando 'Io sono', tradotta in modo pessimo ed amputata inspiegabilmente del capitolo introduttivo nell'edizione italiana (ed. Basaia), si consiglia perciò di leggerla, se possibile, nell'edizione originale inglese o francese.
..Per quanto riguarda una scelta dell'opera musicale si ascoltino i dischi o CD: G. I. Gurdjieff: Sacred Hymns, esecuzione al pianoforte di Keith Jarrett (ed. ECM); Chercheurs de Verité - Chants et rythmes d'Orient - Rituel d'un ordre Soufi - Chants Religieux (6 voll.), esecuzione al piano di Alain Kremsky (ed. Valois); Music of Gurdjieff/de Hartmann (2 Voll.), esecuzione al piano di Herbert Henck (ed. Wergo); e soprattutto The Music of Gurdjieff/de Hartmann (2 Voll.), eseguita dall'interprete originario e trascrittore/coautore di tutti i motivi di Gurdjieff, Thomas de Hartmann (ed. Triangle Records); recentemente è stata pubblicata da «Il Manifesto» una compilation su CD dal titolo Racconti d'Oriente che ospita, fra l'altro, un brano eseguito all'harmonium portatile dallo stesso Gurdjieff ed una breve conversazione, registrata nello stesso anno della morte del maestro, in cui è possibile ascoltare la sua voce.
LA RICETTAZIONE DI UN SIMBOLO
di Walter Catalano
..Dai Sufi ai Gesuiti, tutti ne rivendicano la paternità.. In realtà i significati reali dell’Enneagramma sono stati profondamente distorti e banalizzati rispetto all’originario insegnamento.
[Un insegnamento originariamente segreto, impartito intorno al 1913 da Georgi Ivanovic Gurdjieff ai suoi discepoli, fra cui P.D. Ouspensky - il cui libro postumo "Frammenti di un insegnamento sconosciuto" (1949) rese pubblico l'insegnamento sull'enneagramma.
Il boliviano Oscar Ichazo usurpò quanto aveva letto nei libri di Ouspensky, e nel 1969 tenne un corso per psicoterapeuti sull'enneagramma - a cui partecipò Claudio Naranjo, psicoterapeuta cileno esperto di droghe psicotrope, che successivamente elaborò un suo collage personale basato sulla corrispondenza dello schema di Ichazo coi sette peccati capitali del cattolicesimo, lo zodiaco e varie tipologie psicologiche.
Naranjo, ad una conferenza di Pamela Travers (la scrittrice australiana che ha inventato Mary Poppins, nonchè allieva di Gurdjeff), incontra Kathleen Riordan Speeth della Fondazione Gurdjeff - che si unisce a lui, rivelandogli le ampie conoscenze in suo possesso (almeno a livello essoterico) delle tecniche gurjieffiane.
La Speeth abbandona l'insegnamento dalla metà degli anni '80: «Non sopporto più il peso karmico di aver divulgato tutto questo: .. ci si può fare molto denaro, ottenere grande prestigio, ma non lo si può usare per scopi trascendenti. Devo dire sinceramente di non aver mai visto nessuno svilupparsi usando l’ennegramma della personalità».
Ciò consente alla sua allieva Helen Palmer di formare] la sua scuola di tipologia partorendone la versione più grossolana e banalizzante. La Palmer si vanterà di aver insegnato l’enneagramma "nelle sale da ballo e nei licei, nelle aziende e nei centri finanziari" e utilizzerà termini assurdi come "psicotecnologie" o "tecnologie spirituali"; insieme a lei c’è padre Robert Ochs che sdogana presso la Loyola University di Chicago il primo corso sull’enneagramma benedetto da Santa Madre Chiesa.
Padre Ochs adatta la tipologia di Naranjo facendola coincidere con i sette peccati capitali cattolici - rabbia, superbia, invidia, avarizia, gola, lussuria, accidia - e richiede il vincolo di segretezza dai partecipanti (tutti gesuiti) ai suoi corsi. Naturalmente il discepolo padre Pat O’Leary rende subito pubblico tutto quanto ha appreso sull’enneagramma pubblicando il primo libro sull’argomento, a questo volume seguono vari testi di Don Riso, un ex gesuita, di Helen Palmer e più tardi dello stesso Naranjo, dei suoi allievi e degli allievi dei suoi allievi.
..Mentre i responsabili del grande bluff litigano fra loro, nel 1994, si tiene la Prima Conferenza Internazionale sull’Enneagramma alla Stanford University con 1.600 relatori e per il mondo si diffondono nastri, video, gruppi di studio, corsi con certificato, ritiri e laboratori; nelle aziende americane si seleziona il personale in base alla tipologia dell'enneagramma; gli sceneggiatori televisivi e hollywoodiani se ne servono per costruire le loro trame; e (pare) perfino la CIA la usa per addestrare i suoi agenti. Ma l’albero si vede dai frutti ed i frutti ce li abbiamo sotto gli occhi ogni giorno!