Tra pochi giorni sarà nuovamente tempo di piantare i geranii. Per intanto, la brulla terra nei vasi sul davanzale si tiene occupata sostentando microscopici trifogli seminati dal vento ed esili filini d'erba simili ai primi ciuffi di barba acerba di un ragazzino che va facendosi uomo sul finire di questo pigro lungo inverno.
Una rondine temeraria (bisognerà pure, no?, che una s'assuma l'ingrato compito di perlustrare in avanscoperta, per poi avvisare le altre quando è ora di far ritorno!) ha sfidato gli ultimi venti freddi, ed ora si aggira con zampettìo titubante davanti alla finestra: ha l'aria di chi sta per chiedere "Scusi: ha da accendere?", o del buon caffè.
Quando.. GIÙ LA TESTA! Un vasetto di cetrioli ha avvisato con un repentino SCRASH che sarebbe uscito a prendere una boccata d'aria.
"Chissà perchè non hanno aperto la finestra, prima!", si domanda (pure un pò seccata) la rondine; ma poi se ne vola via, buttandosi in picchiata a seguire la traiettoria dell'insolito proiettile fino giù giù a terra.
Ma lasciamo la rondine ai fatti suoi. (Speriamo che non si tagli col vetro, casomai provasse ad assaggiare i cetrioli fuoriusciti dal vasetto!)
"Ecco! Lo vedi, allora, che sei scema per davvero? Proprio adesso, dovevi rompere per l'ennesima volta il vetro? Non potevi aspettare fino a che non c'era più bisogno del riscaldamento?"
Una porta sbatte.
Un lembo di stoffa penzola fra lo stipite e la porta.
Uno strillo isterico: "MERDA!".
La porta si apre il lembo fa SGUISH la porta si chiude TAC TAC tac tac tac..
Ha preso l'ascensore. È fuggita via di casa. A piedi. Verso dove? Verso il cancello, con il passo di chi sembra camminare a piedi nudi sui carboni ardenti.
"Già che sei fuori.." - chi urla dall'alto? "..vedi di comprare un altro vasetto di cetriolini!" - è il marito. Implacabile: "Mi fanno schifo, ma sono per te: casomai ti venisse voglia di ammazzarmi un'altra volta!"
Davvero dei pessimi cetriolini sottaceto: anche la rondine ne è schifata, e li abbandona a imputridire sul selciato (inutile sperare in uno spazzino, in questo quartiere!) scagliandosi come una freccia sulla ringhiera del balcone della casa di fronte: quella dove abita il tipo strano con l'orecchino nel naso e un istrice rosa fluorescente in testa.
Sì, vabbè: cosa vuoi che ne sappia, una povera rondine, dell'estetica punk?
Sta facendosi sera. Sono le 18 e 43 - lo si deduce dal fatto che i muri tremano a causa del rumore del bireattore appena decollato dal vicino aeroporto. Significa che ci restano ben 51 minuti di quasi silenzio prima del prossimo.
Una nuova vita spunta al riparo dell'unico micro-quadrifoglio così ben mimetizzato fra i ciuffetti verdi del nostro vaso; ha un aspetto insolito: mica "strano", neh?, ma buffo.. beh,quello sì: è innegabile.
La prima cosa che fa è ficcarsi un dito nell'occhio e dire "Tuyz" con l'accento sulla Z finale.
La seconda, guardarsi in giro.
La terza, piangere. O forse dovrei dire "trillare": qualcosa a metà fra il canto delle cicale e lo squillare di un telefono. Strano modo, di piangere.
Un piede aggredisce una ciabatta, infilandocisi dentro come per dire "Sei mia e non mi scappi!".
Qualcuno pattina strisciando i piedi sul pavimento - sì, ma.. chi è?
Pregasi alzare l'inquadratura.
Grazie. Siamo lieti di comunicarvi che, con l'aiuto della regia, abbiamo potuto risalire all'identità del soggetto: il pantofolaio è il marito: "Ma che razza di rumore è mai, questo? Da quando in qua il vento che fischia nei buchi delle finestre fa un suono così.. così.."
"..così melodioso, vuoi dire?"
L'esserino sembra rimbalzare contro una folata di tanfo micidiale, sbianca e si tappa il naso. Il marito risponde sovrappensiero: "Beh, melodioso mica tanto, visto che..", ma poi si interrompe, aggrotta le ciglia, e farfuglia: "Chi.. chi..".
"Mi sGusi, signoDe: non sapeBo che lei fosse balbuzienDe!"
"CHI HA PARLATO?!": un urlo con troppi decibel per il neonato esserino, che non può turarsi le orecchie perchè sta già tappandosi il naso. È come una pugnalata. Sviene.
In quella, rientra la moglie: "Senti, guarda, io me ne torno dai miei genitori. Tutte le sante sere la stessa storia: torno a casa dall'ufficio, e tu sei qui a compiangerti per esser stato licenziato. Allora ti dico: perchè anzichè ubriacarti non vai a cercarti un lavoro? E tu mi urli addosso con un fiato che sembri un distributore di benzina. Ne ho abbastanza. Io prendo le mie robe e me ne vado. Per sempre."
Lui applaude, e poi: "Bene. Brava. Bis. Ma te la sei pensata tutta da sola, questa tiritera, o ti sei fatta aiutare da qualcuno?"
L'esserino melodioso sembra riaversi.
"Anzichè perdere tempo con le tue fanfare, guarda piuttosto che cosa c'è sul davanzale!"
"Lo so già: il vaso dei geranii."
"Nossignora, che non lo sai. Mi credi scemo al punto di dirti di fare qualcosa di inutile?"
"Mi hai anche chiesto di sposarti."
Il tipo ri-strabuzza gli occhi, non capisce ma si arrende al "tipico non-sequitur da donna", e insiste: "Sul davanzale c'è un omino con un occhio solo, poco più piccolo di una cimice."
Lei incrocia le braccia, sospira, guarda al soffitto, ri-sospira, e dice: "Aridalli! Ci risiamo? Ma quanto hai bevuto, stavolta?"
"L'alcool non c'entra. Ti dico che è lì fuori, sul davanzale. E parla."
"Una cimice parlante? Tu devi essere completamente ubriaco!"
"Se non credi a me, domandalo a lui!"
L'esserino si alza in piedi appoggiandosi sul suo ginocchio, proprio mentre il marito si allontana dirigendosi verso una località piscistica denominata Cesso.
Un faccione poroso e lucido come una buccia d'arancia sorge mostruoso all'orizzonte (=il bordo del vaso), e un'ancor più micidiale zaffata di quell'odore nauseabondo lo assale - cogliendolo ancora una volta alla sprovvista. Nonostante il capogiro, il minuscolo telepate riesce a captare il caos che agita la mente di quella donna spietata: il rumore di una segheria più quello di un gessetto che graffia una lavagna amplificato di 10 mila Watt non sarebbe stato altrettanto devastante dell'odio (taciuto, ma proprio per questo ancor più violento)di quella donna per suo marito.
Il piccolo esserino implode: era l'unico della sua razza apparso sulla Terra in 6 milioni di anni. Scomparso. Aveva voluto nascere lì per instaurare un dialogo fra la sua gente e gli uomini, ma la sua missione diplomatica (proprio come gli era stato predetto dal Consiglio) era destinata a fallire in partenza: la puzza di alcool non l'aveva neppure avvertita, e non sarebbe certo bastata una voce a volume sostenuto per fargli del male.
Il fatto è (e gliel'avevano pure detto!) che fino a che gli Scienziati non metteranno a punto l'S.A.C. (Scafandro Anti Caos), soltanto un folle si arrischierebbe ad esporsi alle emanazioni di energia negativa prodotte dal caos che ribolle negli animi umani.
"Ma.. via! Siate ragionevoli, signori! Non saranno mica tutti quanti così, gli esseri umani!"
No, certamente: non sono tutti così.
Infatti, ne sono bastati due.