Come "title-track" (cioè il pezzo portante dell'album) è stato scelto il brano "Strani giorni" ed è questo anche il titolo del videoclip che accompagna la canzone e che Franco Battiato ha voluto affidare a Enrico Ghezzi. La regia dell'inventore di "Blob" si fa sentire: una sequela di immagini montate a velocità vertiginosa: 4 minuti che si aprono con l'inquietante lancio di un missile per terminare sopra le nuvole di un cielo immenso. A tratti, l'immagine di Battiato compare a mezzobusto, seduto con alle spalle un ritratto orientale e a lato lo schermo acceso di un computer, dove passato e presente, oriente e occidente, sono ormai un tutt'uno. "È il secondo video musicale che faccio. L'altro fu per i Tazenda", spiegha Ghezzi, "e l'ho girato in un giorno solo a casa di Franco, a Milo; ma il vero impegno è stato nel montaggio, che mi ha preso 5 giorni. La tecnica del clip musicale è della stessa sostanza del cinema muto: qui ho lavorato molto con sovraimpressioni e la sfasatura tra immagini e testo. Come nel brano, che è cantato in italiano e in inglese con due testi diversi, "Strani giorni" ha un doppio piano di lettura, un'allusione a tempi convulsi e distesi insieme, un gioco tra le due concezioni". E Ghezzi ha un sogno nel cassetto: "Fare un lungometraggio, con sceneggiatura Battiato-Sgalambro: lo chiameremo "Patetica" e sarà la storia di un bancario che a 40 anni diventa un grande pianista."
Battiato e Gurdjieff
di Franco Pulcini, dal capitolo "Discepolo e artista" del suo libro "Tecnica mista su tappeto - conversazioni autobiografiche", citato da Serena Iglio
.. Battiato ha fatto degli interessi esoterici e filo-orientali il fulcro della sua produzione musicale e si è espresso come interprete e rappresentante del sapere orientale al fine di comunicarlo alla nostra civiltà. .. Secondo Battiato i tentativi di certi filosofi e pensatori sono stati vani a causa di una comunicazione sempre intellettuale, raramente pratica di quella mentalità. [Si accostò dunque a Gurdjieff, Maestro degli choc e dei paradossi, poichè] "Lui non insegnava a diventare santi, bonzi, yogi e fachiri, [ma proponeva] esercizi all’interno della vita quotidiana in un caffè o in un mercato. E’ il misticismo applicato alla vita. Io ho seguito la sua scuola per dieci anni e vi sono tuttora legato. .. Ouspensky, teorizzatore di questa scuola, fu suo allievo. Quando lo incontrò smise di scrivere un certo tipo di libri e si dedicò alla diffusione del sistema. .. Gurdjeff è più da accostare al sufismo turco più che all’induismo. E’ diversa l’abnegazione di un mistico indiano rispetto a quella propugnata da G. E’ diverso il sistema filosofico, anche se poi in realtà tutto ritorna in un quadro generale. .. La sua idea di fondo è terribile: anche lo spirito ha una fine (SPIRITO = parte integrante della materia). [Vero, se con spirito si intendono i corpi sottili: l'astrale e il mentale, che vengono appunto distrutti e ricreati ad ogni incarnazione. ndJB] Comunque Gurdjeff conosceva alla perfezione l’uomo, i suoi difetti, i sistemi della sua conoscenza e quelli che governano l’essere. .. E’ riuscito ad andare alle cause dei movimenti. Ha diviso l'uomo in centri: emozionale, sentimentale, sessuale, istintivo. E con precisione. All’interno di ogni centro vi sono delle divisioni: il centro intellettuale, per esempio, è diviso in superiore, medio, inferiore. Egli sosteneva che Einstein usava il suo centro superiore. La sua legge dell’ottava, della diffusione dell’energia nel cosmo, era anche quella eccezionale. Era, però, soprattutto un mestro pratico di vita. I suoi discepoli dovevano fare i conti con la brutalità del suo insegnamento. Sbatteva in faccia tutti i difetti delle persone ed era così convincente in questo suo pragmatismo sorprendente che tutti obiettivamente dovevano ammettere i limiti che lui rilevava. [Gli esercizi che proponevano erano di] attenzione, come ad esempio la rasatura del prato. Si trattava di esercizi pratici che si facevano sia durante <<l’essere in calma>>, ovvero la meditazione, sia durante l’arco della giornata, esercizi applicati a lavori manuali. .. Anche lavare i piatti può diventare sacro. Qualsiasi cosa deve essere fatta con un alto grado di coscienza; anche se stai lavorando manualmente con dell’argilla. L’osservatore deve essere distaccato dall’operatore."
.. Per spiegare la natura umana Gurdjieff usava il simbolo della carrozza che rappresenta il corpo carnale. Il cavallo è il corpo naturale, (l’istinto), (i sentimenti), le pulsioni. Il cocchiere rappresenta il pensiero, il primo corpo spirituale. E il padrone il corpo divino, la conoscenza di sé, la volontà. [Questa l'ha riciclata paro-paro dalla Bhagavad Gita ;-) ndJB]
"Il cavallo (animalità dell’uomo) prende delle decisioni che spettano al cocchiere (spiritualità dell’uomo). Va a sinistra quando il cocchiere vuole andare a destra. La parola istinto non è giusta per il cavallo. L’istinto per Gurdjieff è un’altra cosa. L’istinto primordiale è intoccabile, perfetto. L’animalità non è il sentimento. Il sentimento è una componente del padrone e del cavallo. .. Gurdjieff lotta contro le emozioni negative, cioè l’espressione delle emozioni sgradevoli. A volte ci carichiamo di emozioni sgradevoli per rovinare la giornata se non la vita. Lui diceva di osservare almeno le emozioni negative: già con l’osservazione sei a metà dell’opera di risanamento. Addirittura, se si ha la fortuna di osservare le emozioni negative in tempo reale, se ne vedono di belle! Correggersi man mano che ci si arrabbia o almeno osservarsi."
.. La nostra vita secondo Gurdjieff alimenta la luna, che sarebbe una specie di vampiressa del nostro spirito. Effettivamente si parla di persone con temperamento lunare, notturno e nostalgico, che paiono divorate dalla luna. ".. E’ un’idea difficile da accettare perché siamo stati abituati a pensare in un certo modo. Si pensa alla luna come satellite, come a qualcosa di non vivo. Così come non siamo abituati a riconoscere nelle nuvole un elemento vivo. Per noi anche le piante sono morte. ... Nessuno di noi è in grado di capire che i fiori vivono veramente, che la pietra vive." [Di fatto,] tutto il cristianesimo ha combattuto da un lato il panteismo e dall’altro non ha mai considerato neanche gli animali, a parte S. Francesco. "Così come siamo messi, per tradizione e cultura, abbiamo difficoltà ad accettare un’idea come quella gurdjieffiana e cioè che la luna si nutra veramente di noi e che sia la causa di molte violenze dell’uomo e di molte guerre. ... La gente, il popolo che inventa i modi di dire intuisce l’esistenza dei fenomeni (es: "avere la luna"). ... E allora perché, se la luna agisce sulla materia in questo modo, non può agire anche sull’intelletto umano? .. Credo in queste influenze planetarie. Siamo in balia di queste influenze cosmiche. Una guerra non è un fatto umano, ma disumano. Si crede di combattere per un ideale, ma in effetti fanno il gioco di certe forze che si scatenano e portano massacri. Sono influenze planetarie. Il nostro destino dovrebbe essere quello di lottare e difenderci da certe influenze. Se ci si fa caso, tutte le volte che intervistano chi ha ucciso qualcuno, loro dicono che in quel momento non erano "in loro". Queste forze approfittano delle persone, prendono i loro corpi e li usano. Una persona cosciente non fa entrare queste forze, è più forte. Certe energie si impossessano delle persone con sistemi molto complicati. Possono essere anche energie che stanno ristagnando. Di qui la necessità di svegliarsi per capire. .. Gurdjieff aveva la caratteristica di provocare per vedere la reazioni degli altri. Si divertiva. Capiva qual era il punto debole di una persona e batteva su quel punto per distruggere la sua debolezza."
La voce del padrone
da "TV Sorrisi e Canzoni", 15 maggio 2001
«Quando negli anni '70 le "canzonette" (non in senso spregiativo) la facevano da padrone, Battiato, allievo di Stockhausen, si cimentava in composizioni di musica d'avanguardia, evidentemente ricercando tutto fuorché il successo commerciale. .. Ad un certo punto, però, Battiato decide di cambiare rotta ..: lui, proveniente da un mondo musicale dal pubblico elitario, approda alla musica leggera. Lo troviamo così nel '79 con il primo LP del nuovo corso, L'era del cinghiale bianco. Sette composizioni che lo vedono collaborare con un musicista classico come Giusto Pio. Sette composizioni in cui il violino si accompagna alle sonorità prettamente pop-rock della chitarra elettrica e della batteria. .. Ma è con "La voce del padrone", nell'81, che Battiato si rivela al grande pubblico. O, forse, è il grande pubblico che si accorge di lui. Che si accorge che nel panorama artistico nazionale (e non solo) musica di questo tipo non esiste, rappresenta una novità da scoprire. E Battiato, da una condizione di quasi anonimato, viene catapultato nel mondo della notorietà. Non c'è radio che non trasmetta in continuazione le sue canzoni (riscoprendo anche quelle dei due album precedenti), non c'è giornale o rivista che non si occupi di lui. La miscela esplosiva che determina tutto questo è certamente da ricercare nell’originalità della sua musica, unitamente a quella dei suoi testi.» (Marco Porta)
.. La sera del 27 settembre 1981, in Eurovisione da Venezia, .. i telespettatori assistettero allibiti alla performance di un artista a dir poco stravagante. Completo scuro con tanto di cravatta, occhiali da sole neri, megafono in mano e posizionato dietro una tribuna da comizio. Al suo fianco in compìto signore (il violinista Giusto Pio) a braccia conserte e, alle loro spalle, un coro di tenori (in realtà un gruppo di gondolieri assoldati per la bisogna) che, al momento dell'inciso, intonava severo con tono lirico «sul ponte sventola bandiera bianca/sul ponte sventola bandiera bianca».
Il giorno dopo tutti ne parlavano: gli addetti ai lavori, chiedendosi se quello fosse lo stesso Franco Battiato che negli Anni 70, influenzato dalla musica d'avanguardia, incideva dischi sperimentali che alla maggioranza parevano «fuori di testa»; e i ragazzi, che già avevano apprezzato la sua svolta con i precedenti L'era del cinghiale bianco e Patriots, divertiti, affascinati e incuriositi. .. Non era altro che l'assaggio anticipato del nuovo album, .. "La voce del padrone", allusivo rimando allo storico marchio della sua casa discografica. A dicembre l'album era già al primo posto in hit-parade, dove rimase per 13 mesi, segnando un record storico.
.. Il segreto dell'album sta nei suoi molteplici piani di lettura. Anzitutto la gradevolezza dei suoni, l'orecchiabilità dei brani, la curiosità e il divertissement dei testi lo rendono ancora oggi un disco «ascoltabile», cantabile e perfino ballabile (chi riesce a star fermo quando parte il ritornello di Centro di gravità permanente?). Ma colui che non si accontentasse di questa prima e più epidermica valutazione può scoprire l'intelligente lavoro di linguaggio contenuto nei testi, dove parole e frasi già note, già acquisite attraverso la letteratura, la musica, e perfino la pubblicità, trovano in Battiato un ironico e divertito manipolatore. Chi poi volesse approfondire gli aspetti più strettamente compositivi può divertirsi ad analizzare il modo con cui il musicista sceglie gli accordi, le armonie, la strumentazione e gli arrangiamenti. Come in un supermercato del suono, lui compra solo ciò di cui necessita, totalmente indifferente al fatto che stia recuperando un richiamo classico, magari settecentesco, un suono elettronico inesistente in natura o un atavico e acustico suono della sua Sicilia. Un'autentica, elegante spregiudicatezza musicale in cui il sintetizzatore, del quale Battiato è un vero «mago», presta infinite possibilità. E a chi ancora non si accontentasse, l'artista offre un'ulteriore libertà di lettura, che è come una finestra aperta sulla possibilità di esistenza di una quarta dimensione. Lui viaggia, e ci fa viaggiare, nel tempo e nello spazio a velocità siderale: in pochi attimi ci trasporta dall'Etna al Giappone, dalla Londra del beat all'antica Grecia, dalla Bretagna a Pechino; il suo è un sistema di comunicazione via Internet ante litteram e in questa velocità di movimento non c'è nessun vagabondare: il suo è un viaggio a tappe che servono per compiere un lungo e preciso tragitto.
.. «In pillole», ne La voce del padrone i suoi temi di ricerca futura ci sono già tutti: la consapevolezza di essere immersi in una modernità che ci garantisca tecnologicamente ma che nella stessa misura ci stritola moralmente; il nostro bisogno di conoscere e di viaggiare, anche solo con la mente; la difficoltà con la quale ci barcameniamo tra materialità e spiritualità. Nessuna predica però, ma solo constatazioni immerse in tanta ironia. Un'ironia critica che rasenta a tratti l'amarezza del sarcasmo - più un sorriso beffardo che una risata liberatoria - su una società, quella occidentale, ormai alla deriva. In questo senso è emblematica Bandiera bianca, il suo manifesto sociale. Siamo agli inizi degli anni della «Milano da bere» in cui, passata la sbornia degli ideologismi, trionfano yuppi e rampanti. E lui raggiunge l'apice descrittivo nella fulminante battuta «siamo figli delle stelle» (pezzo anni 70 di assoluto disimpegno dance di Alan Sorrenti) e «pronipoti di sua maestà il denaro», dato che l'ottica del profitto resta il motore primario dell'Occidente. .. Risultato? «Sul ponte sventola bandiera bianca», verso tratto da Ode a Venezia del 1849, il cui poeta Arnaldo Fusinato descriveva l'assedio degli austriaci alla Serenissima. Non basta. I Minima moralia del sociologo tedesco Adorno (la Scuola di Francoforte cui apparteneva era un punto di riferimento irrinunciabile nel '68 e dintorni) diventano «minima immoralia».
Battiato dissacra a destra e a manca, additando la stupidità delle mode, culturali e materiali. .. Ma accanto a questo, .. momenti di pura poesia (Gli uccelli, Segnali di vita), in cui una partitura quasi sinfonica davvero eleva lo spirito a quote più alte, con un'intensità emotiva magistrale (e siccome va dato a Cesare ciò che è di Cesare, bisogna pure ricordare il contributo datogli dagli arrangiamenti curati da Giusto Pio, già violino alla scala di Milano e, in quegli anni, inseparabile partner artistico di Franco). .. La cultura, alta o bassa che sia, è per Battiato una fonte inesauribile di rimandi con cui infarcire non solo i suoi testi, ma anche le parti musicali. Una commistione tra musica «moderna» e «classica» che nessuno aveva sperimentato con così tanto successo. Altrettanto per i testi: un'accumulazione di immagini, molto spesso senza verbo, come un linguaggio sincopato, quasi un procedimento dadaista. Vere alchimie letterarie, piene di paradossi.
Gommalacca
di Capitan Shackleton (Nomes)
.. "L' imboscata" si chiudeva con "Serial Killer", un brano in cui si cominciavano a sentire i suoni tecnologici e i segnali "apocalittici" che questo lavoro approfondisce in maniera più matura.
[Ascoltando] "Shock in my town" .. sembra proprio di ritornare al 1982 e riascoltare, anche se in chiave musicale decisamente diversa, la vecchia Clamori: .. infestàti di ragnatele pieni di minuscoli computers; mosche giganti sputano dati; .. e lunga sarà la fine se non proviamo a scappare via dalla paranoia.
.. Auto da fè è una espressione spagnola che sta ad indicare il giudizio che l' Inquisizione del XVI e XVII secolo realizzava contro gli eretici e che finiva con la morte sul fuoco di molti infelici. Ecco dunque l' esame di coscienza distorto che ci può portare addirittura a condannare i sentimenti, camminare da soli nei sentieri ombrosi del tempo e desiderare il modo dell' indifferenza, preferirla ad un Amore sofferto, ma pur sempre all' Amore. È un messaggio epocale quello che si cela dietro questo brano: se anche l' ultima speranza dell'umanità viene messa sotto processo, condannata, bruciata, allora è davvero la fine.
.. Il disco si conclude con un'altra canzone dedicata ad un personaggio leggendario del nostro secolo: il Capitano Shakleton che .. durante la grande guerra .. dovette lasciare la sua nave imprigionata tra i ghiacci dell' Antartide, andare con un piccolo battello a cercare rinforzi e ritornare a salvare i 22 superstiti. [è] la metafora della nostra esistenza, siamo tutti chiamati a diventare Capitani coraggiosi, perchè una catastrofe psicocosmica ci sta sbattendo contro le mura del tempo, un tempo sempre più assurdo: dobbiamo provare a ri-percorrere la nostra vita, attingere a quelle ultime risorse che ancora possiamo condividere e ritornare a salvare ciò che rimane di importante e che è degno di essere portato con noi. .. Anche il Capitano Shakleton e i suoi marinai .. era rimasto imprigionato: loro naufraghi nei ghiacci, noi nel nostro mondo moribondo. Spetta ora ai nuovi Shakleton del terzo millennio scendere dalla nave di questa vita, provare a costruirne un' altra e affrontare assieme il lungo viaggio...
Il violino e la selce
da Rock It tutta roba italiana
.. Per il sesto anno consecutivo Franco Battiato firma la direzione artistica de Il violino e la selce, festival di musica contemporanea della regione Marche. .. Dal 1996 numerosi artisti si sono alternati nei luoghi del festival: [Beck,] Riuychi Sakamoto, .. Bjork, .. Philip Glass, .. Patti Smith, .. Khaled .. e tanti, tanti altri. [Nel] 1996, .. "Il violino e la selce" era racchiuso in un pezzo di storia di Fano (la Corte Malatestiana); [nel] 1999, .. un segmento del festival emigra a San Benedetto del Tronto; [nel] 2000 [coinvolge] ben quattro città (Fano, Ancona, Gabicce, San Benedetto del Tronto). .. L'edizione del 2001 intende leggere le Marche come un'unità organica, un'unica grande metropoli che mette in mostra i suoi luoghi migliori facendoli diventare luoghi de Il violino e la selce: quindi il "salotto buono" di Ancona (Piazza del Plebiscito) si interseca con le affascinanti vestigia medievali del Castello di Gradara e il magnifico Teatro della Fortuna di Fano cede il passo alla intima Piazza XX Settembre (il cuore pulsante della piccola cittadina adriatica).
.. Dal minimalismo al rock sperimentale, dalle avanguardie del novecento al balletto di ricerca. 'Il Violino e la Selcè, festival di musica contemporanea diretto da Franco Battiato, rispecchia nelle sue proposte le passioni, gli amori e le idiosincrasie del suo direttore artistico.
[In programma:] la prima data della tournée "Ferro Battuto" di Franco Battiato [circa 15 concerti nelle principali città italiane, con un repertorio di più di 25 canzoni]; .. il debutto del tour italiano di David Byrne, che presenterà il suo nuovo album "Look Into The Eyeball", come pure molti dei suoi vecchi successi sia solisti che dei Talking Heads; l'unica data nazionale di PJ Harvey [la nuova Pati Smith, con il suo ultimo album "Stories from the city, stories from the sea"], di cui non avete senz'altro bisogno di presentazioni, visto che è tra le nostre amate eroine del rock; .. la voce e l'eleganza del pop di Alanis Morissette, che approfitterà dell'invito per presentare i brani che faranno parte del suo nuovo, attesissimo album in uscita in autunno.
Ufficio stampa festival "Il violino e la selce":
tel. 0721.830742 fax 0721.800013
Informazioni e prevendite: Ticket One, tel. 02.392261
Il terremoto di Messina
di Guido Guidi Guerrera e Fausto Cicciò
MESSINA - Battiato .. sta rifinendo una colonna sonora assai atipica e speciale: commenterà, con le sue armonie contemporanee e ancestrali, occidentali e arabe, le immagini - le sole che si abbiano, quattordici minuti recuperati negli archivi di tutto il mondo - del terremoto di Messina del 1908. .. Non sarà facile dare suono al silenzio tragico di quelle immagini in bianco e nero. Macerie, volti di superstiti sgomenti. Immagini senza voce, per definizione. E per emozione, disperazione, commozione. Battiato ci prova, l'8 dicembre, insieme a due musicisti e alla voce del filosofo Manlio Sgalambro. .. L'evento, organizzato nell'ambito del Messina Film Festival avrà luogo .. nel teatro «Vittorio Emanuele» della città dello Stretto, solo a pochi anni restaurato e restituito alla cittadinanza. ..
.. Le uniche sequenze finora reperite, dopo oltre un anno di ricerche, dall'Associazione culturale Milani, che ha avuto il sostegno della Fondazione Bonino-Pulejo. Battiato ha realizzato dal vivo insieme con Manlio Sgalambro e il pianista Angelo Privitera, un tessuto sonoro poco invadente, che ha alternato alle improvvisazioni timbriche create con i sintetizzatori, alcune splendide composizioni. Frammenti musicali arricchiti da canti etnici, rielaborati al campionatore, che sembravano captati dalle frequenze d'una radiolina travolta dalle macerie. Un crescendo ritmico che ha assecondato perfettamente la visione di quei crudi fotogrammi in bianco e nero i quali raccontano della nostra Atlantide dello Stretto, tra i volti attoniti della gente, ancora poco più che ottocentesca, e le architetture violentate dal sisma. Una città che è solo della memoria.
Dopo i 15 minuti di pellicola in grigio sbiadito, che lasciano solo intuire l'entità di una tragedia segnata dai colori del sangue e della disperazione, Battiato ha voluto che la sequenza venisse riproiettata in «reverse» per concludersi con la facciata del Duomo di Messina, a colori, così com'è oggi dopo la ricostruzione. Quasi un esorcismo, un percorso a ritroso per far risorgere dalla memoria la speranza: «Questa antologia di immagini - leggiamo il testo che presenta il video - è dedicata al ricordo di quanti perirono nel disastro, alle innumerevoli storie spezzate, ma anche a noi perché la memoria di quel tragico evento si perpetui, non per sterile ricordo ma come monito affinché altre macerie non ostruiscano le nostre coscienze».
.. La proiezione si è aperta con le inquietanti parole di Sgalambro: "il compito d'un moralista, ha detto il filosofo di Lentini, è quello di creare un'etica della catastrofe, suscitare il panico, il terrore d'una Natura così apparentemente amica, ma in realtà pronta costantemente a distruggere con indifferenza ogni traccia della nostra esistenza". L'evento, per i novant'anni dal terremoto dello Stretto, ha fatto registrare il tutto esaurito al teatro Vittorio Emanuele.
Il Battiato pittore
vari articoli di giornale, riportati da BattiatoVirtual.it
ROMA-Contemporaneamente alla pubblicazione del suo nuovo album "Ferro battuto", Franco Battiato ha inaugurato .. a Roma, presso la sede della Società Dante Alighieri di piazza Firenze, la sua personale di pittura, .. nell'ambito della sesta edizione de "Gli angeli sopra Roma".
.. "Gli angeli sopra Roma" .. ha come protagonista di sempre gli angeli, visti come messaggeri di dialogo tra diverse culture. .. La rassegna vanta, quest'anno, la partecipazione di nomi illustri della musica italiana e straniera. Artisti del calibro di Franco Battiato, Angelo Branduardi, Francesco Guccini e Antonella Ruggiero. .. La Ruggiero intonerà .. un repertorio di canti mistico-religiosi, mentre .. il 18 aprile, alla presentazione del manifesto "Il suono della parola, la lingua del bel canto", Battiato sarà affiancato, in una serie di interventi, anche da Branduardi e Guccini.
.. Quella di Battiato .. nulla ha a che vedere con l'abitudine che hanno preso molti artisti o personaggi pubblici, di cimentarsi ingloriosamente con arti diverse dalla loro. Se il loro autore fosse riuscito, come voleva, a farsi passare per tale Sjufan Barzani (pseudonimo rivelatosi fragilissimo di fronte alla notorietà dell'autore) i quadri sarebbero stati i medesimi e immutata sarebbe rimasta la loro oggettiva dignità artistica. La mostra raccoglie una dozzina di opere, che mostrano, nella maggior parte dei casi, volti dallo sguardo sereno, meditativo. Visi mediterranei: arabi, curdi, greci, trasfigurati da una tecnica pittorica mutuata da quella delle antiche icone, che ne moltiplica la luce con la doratura delle tele e delle tavole. La personalità creativa del maestro siciliano, da sempre rigorosa ed esigente, trova nella pittura una disciplina che aiuta la meditazione, nelle antiche icone un'ispirazione, nella luce della sua Sicilia i colori caldi e distesi. Non si tratta dunque di un hobby dopolavoristico, .. ma della naturale prosecuzione - con altri mezzi - del medesimo talento.
".. Alcune cose che faccio con la pittura, non ci sono nella musica, anche se molti elementi sono simili, per esempio una certa ossessione per la precisione. Anche se poi non riesco ad essere preciso come vorrei, non ha importanza, dal momento che parliamo di ossessione, non di risultati. Quello che mi interessa della pittura è un'idea estetica e la possibilità che mi offre di migliorarmi mentre lavoro."
.. I volti enigmatici, le rughe d'espressione, l'abisso dello sguardo in cui sembrano racchiudersi i segni della memoria universale. La passione di Franco Battiato per la fisiognomica è ben rappresentata nelle 13 opere, di cui quattro inedite, del musicista, che saranno esposte dal 18 Aprile al 5 Maggio alla società Dante Alighieri di Roma. "Una volta - spiegava lui stesso nel '94 - pensavo che la mia totale incapacità nel disegno dipendesse dalla mancanza di una mia naturale predisposizione, come nel caso di uno stonato che non riesce ad emettere la stessa nota che ha in testa. Col tempo ho scoperto invece che avevo un'idea astratta, archetipa, dell'oggetto che osservavo: quello che mi mancava era la possibilità di coglierlo nella sua esatta forma. Per analizzare praticamente questo genere di chiusura, tre anni fa iniziai a dipingere per pura sfida." Da allora non ha mai smesso, tant'è vero che alcune delle opere esposte a Roma sono state completate nel 2001: sono oli su tavola dorata o su cartone telato dorato, tutti senza titolo, tutti ritratti in cui Battiato coglie le mille sfumature della fragilità dei silenzi, delle tensioni umane, con la raffinatezza e la puntualità del " Vedo nei tuoi occhi da quante volte vivi".
.. «La sua arte si rifà alle icone del classicismo come grado di perfezione, costante è la ricerca di ordine, proporzioni, simmetria.Non l' imitazione di opere classiche ma la tendenza all' oggettività, alla nobiltà ed elevazione dei contenuti, .. figure ben definite, delicate, precise, accostamenti di colori caldi di oro di blu su legno; volti rilassati quasi pensanti che ci trasmettono calma, che ci invitono a meditare, e ci riportono ad una serenità dell'animo. È ciò che l'autore esprime da anni nella sua musica, nella poesia e ora anche nell'arte confermando il suo stile orientale che conserva le tradizioni della sua terra.» (Vincenza Rotondo)
.. I quadri di Franco Battiato sono piccole icone che transitano nel nostro tempo con la lentezza dei treni di Tozeur. Di modeste dimensioni, preferibilmente su fondo oro, .. attirano l'occhio con la loro quiete. .. Sono dipinti tradizionali, invitano alla riflessione, ti guardano con la calma di occhi del sud, della Sicilia, di un Islam della mente. .. «Ne ho portati pochi perchè non mi piace privare i muri di casa di oggetti familiari. .. Sono un musicista che cerca una zona meditativa, .. non va in cerca di ispirazioni da vendere, come spesso purtroppo accade, ma lavora sulla concentrazione e il perfezionamento. Io lavoro e ricerco in una periferia del corpo centrale della musica che considero un'arte superiore. In questa periferia è possibile incontrare zone d'ombra, suoni lontani, accordi arcaici. .. La pittura m'interessa perchè fisicamente permette di restringere uno spazio fino a raggiungere ciò che s'insegue, in un certo senso è come catturare un suono, trasmettere un sentimento. Anche "esercitando" un linguaggio che non ti appartiene del tutto affiora il proprio credo.» (Fondazione Maimeri, Milano, 6 Dicembre 2000)
.. In mostra anche la donna con gli occhi chiusi e le mani giunte scelta come logo per l'invito e l'operaio che batte il martello sull'incudine che campeggia sulla copertina di " Ferro Battuto" con la sua grafica di realismo socialista. Le opere sono accompagnate da testi di Gesualdo Bufalino, .. Francesco Messina e naturalmente di Manlio Sgalambro.
.. In passato già il Museo Kulturliuser di Stoccolma, il Museo Pecci di Prato e il Palazzo Durini di Milano hanno ospitato le suggestive opere del cantautore.
(Clicca qui per vederne altre..)
Il Battiato calciatore
di Marco Tarantino
.. Partita di beneficenza, nazionale cantanti. .. A metà degli anni Ottanta incassare oltre duecento milioni non era frequente per serate così. .. Era una bellissima notte con settantamila voci intorno. .. L'uomo alto e secco aveva quarantadue primavere. .. Al calcio doveva quel naso incurabile, erano giorni di stop e rilanci e sgambetti e soprattutto di pali rettangolari, spigoli cattivi come speroni. "Ma dopo il frontale non smisi mica, il calcio era un mio amico caro". Quattro, cinque lustri fa. .. Battiato ha due stecche per gambe. I calzettoni gli cadono giù, .. ed è qui solo perché era utile che ci fosse. Lo squarcio sotto l'inguine sembrò sonoro, il dolore una metastasi di sofferenze, ma cosa importava più? Altri quattro metri d'inerzia. Ci provò con ‘sta gamba, dèi dei vecchi terzini aiutatemi. .. Il cross che era partito teso sbattè sulla suola dell'allievo di Gurdjieff, signore d'altri schemi. .. Battiato stramazzò: strappo, lancinante e insandacabile, il suo match era finito lì. .. "Ero un terziono grintoso, tanti anni fa. È dura a quarant'anni, vedersi scappare via l'ala, specie se è donna".
Le stelle di Battiato
di Laura Poggiani
[Per una disamina più approfondita del suo Tema Natale, vedi qui.]
.. L'artista nasce vicino a Catania il 23 marzo 1945, alle ore 14 (fonte: Grazia Bordoni) ed è pertanto un Ariete asc. Leone, con una splendida congunzione Luna/Plutone in Leone al trigono del Sole in IX e sestile a Nettuno in Bilancia, in III Casa, che spiega già di per sè abbondantemente la grande popolarità, ampiamente meritata, che il cantautore è riuscito a conquistarsi sin dalle prime canzoni (la congiunzione Luna/Plutone è in XII Casa). Il Sole collocato in IX ben spiega la sua passione per i ritmi esotici.
Nel 1978 l'artista vince il premio K. Stockhausen .. e l'anno successivo .. esce l'album che lo evidenzia al grande pubblico: "L'era del cinghiale bianco", in coincidenza col transito di Giove sulla cong. Natale Luna/Plutone.
Nel 1981 il suo album "La voce del padrone" resterà in classifica per oltre un anno vendendo più di un milione di copie. Giove sta transitando su Nettuno, Pianeta collegato alla musica per eccellenza, riattivando la cong., radix Luna/Plutone. Viene quindi studiato dagli intellettuali, preso ad esempio da altri musicisti. Nel 1985 avvia, con Longanesi, l'edizione "L'Ottava" e nel 1989 una sconosciuta casa discografica per artisti "di frontiera". Ma in realtà dal 1984 è al lavoro per la sua prima opera, "Genesi", che debutterà al Teatro Regio di Parma il 26.04.1987, che riscuoterà un trionfale successo.
Per quella data, troviamo ancora Giove, che da poco è transitato sul Sole in Ariete, che forma uno splendido trigono all'Ascendente mentre Venere è posta proprio sul Sole radix. Una data che sembra quasi essere stata scelta da un'astrologo.
Ancora una data, ancora un debutto per la sua seconda opera lirica, stavolta a Roma, il 5.6.92, al Teatro dell'Opera. Ancora una volta Giove è l'artefice del successo: è al trigono del MC e di Venere radix.
Proprio la posizione di Giove, nel Tema Radix, è eclatante: collocato in II Casa, quella dei guadagni, indica bene la fortuna economica dell'Artista mentre Venere strettamente congiunta al MC in Toro, sottolinea come la professione avrà attinenza alla voce e al canto.
Attualmente il cantautore sta vivendo una seconda popolarità, e non ci meraviglia il trovare Giove di transito in una zona importante del Tema, la X Casa, quella del successo, assieme a Saturno che consolida, se mai ce ne fosse bisogno, i risultati di una vita intera dedicata alla musica.
Da Ariete a Bilancia
di Velvet «Ho sempre pensato, da quando ho cominciato ad avere coscienza di me stesso, che l'evoluzione passa attraverso il cambiamento di sè. Si parte dall'analisi, e dall'accettazione o meno, di certi aspetti del carattere. Se uno trova che alcune cose non vanno bene e lo fanno star male, bisogna cambiare. .. Una volta [dissi]: "Ero dell'Ariete, poi ho cercato di cambiare". .. Una caratteristica che ho debellato completamente è quella di parlare a sproposito. Il mio aspetto dell'Ariete era veramente un disastro. Voler sempre dire una cosa anche senza saperla, e senza avere la preparazione sufficiente per sostenere un'idea, è veramente terribile! Su questo aspetto ho faticato molto, devo dire. L'altra modificazione riguarda il raggiungimento dell'opposto della caratteristica principale del segno dell'Ariete. Anche se faccio questo mestiere e sono al centro delle luci, sono diventato una persona che sta molto bene nell'ombra. Vorrei sul serio assecondare questa natura, ma il mio mestiere è questo. non mi crea una grande dilaniazione. L'accetto volentieri. La mia tendenza oggi è addirittura quella di non parlare, ma di stare tranquillo. Questa è una grande conquista.» (da "Tecnica mista su Tappeto", di Franco Pulcini, EDT editore) .. Alla fine di questo processo, .. pochissimo è rimasto dell'iniziale primarietà: .. infatti Franco ha, per chi lo osserva da vicino, .. delle caratteristiche assolutamente "Bilancia", quindi governate da Venere e non da Marte, brutale pianeta del suo segno natale l'Ariete. È diventato quindi un esteta (e lo si vede anche dai colori, tenui, centrati, del suo abbigliamento - ricordate le sue foto di una trentina di anni fa?), che anche nel modo di camminare, di porgere la mano, di chinarsi in un appena accennato omaggio, non ha più nulla del terribile egocentrismo degli anni giovanili. .. Lo vediamo più giovane adesso che nelle foto di trent'anni fa. L'equilibrio bilancino da lui agognato (e forse anche ricercato nelle bellissime donne del segno della Bilancia [come ad esempio Alice]) è adesso parte integrante della sua persona. |