Caffè de la Paix (1993)
Ci si risveglia ancora in questo corpo attuale dopo aver viaggiato dentro il sonno. L'inconscio ci comunica coi sogni frammenti di verità sepolte: quando fui donna o prete di campagna, un mercenario o un padre di famiglia. Per questo in sogno ci si vede un po' diversi, e luoghi sconosciuti diventano familiari. Restano i nomi e cambiano le facce - e l'incontrario: tutto può accadere. Com'era contagioso e nuovo il cielo.. e c'era qualche cosa in più nell'aria. Vieni a prendere un tè al "Caffè de la Paix"? Su, vieni con me! Devo difendermi da insidie velenose, e cerco di inseguire il sacro quando dormo, volando indietro in epoche passate, in cortili in primavera. Le sabbie colorate di un deserto, le rive trasparenti dei ruscelli.. Vieni a prendere un tè al "Caffè de la Paix"? Su, vieni con me! Ancora oggi, le renne della tundra trasportano tribù di nomadi che percorrono migliaia di chilometri in un anno.. E a vederli mi sembrano felici. Ti sembrano felici?
Fogh in-nakhal fogh ya ba / fogh in-nakhal fogh / medri lama'k khaddak ya ba / medri l-ghomar fogh / walla marida balini balwa / w-inshidni l-batran ya ba / lesh wajhak asfar wajhak asfar / kull marad ma biyya ya ba / min dard il-asmar / walla sabini b'ayuno l-helwa.
[Sulle palme, lassù.. Sulle palme, lassù: non so se è la tua gota che brilla, o la luna lassù. Io non voglio, ma la pena mi tormenta. L'insolente mi chiede: "Perchè il tuo viso è giallastro?". Non ho nessuna malattia: soffro per quella persona bruna che m'imprigiona coi suoi dolci occhi.]
E gli dei tirarono a sorte. / Si divisero il mondo: / Zeus la Terra, / Ade gli Inferi, / Poseidon il continente sommerso. / Apparve Atlantide. / Immenso, isole e montagne, / canali simili ad orbite celesti. / Il suo re Atlante / conosceva la dottrina della sfera, / gli astri, la geometria, / la cabala e l'alchimia. / In alto, il tempio: / sei cavalli alati, / le statue d'oro, d'avorio e oricalco. / Per generazioni la legge dimorò / nei principi divini. / I re, mai ebbri delle immense ricchezze.. / e il carattere umano s'insinuò, / e non sopportarono la felicità: / neppure la felicità, / neppure la felicità. / In un giorno e una notte / la distruzione avvenne: / tornò nell'acqua, / sparì Atlantide.
Sui giardini della preesistenza
Torno a cantare il bene e gli splendori dei sempre più lontani tempi d'oro, quando noi vivevamo in attenzione perchè non c'era posto per il sonno - perchè non v'era notte, allora. Beati nel dominio della preesistenza, fedeli al regno che era nei Cieli: prima della caduta sulla Terra, prima della rivolta nel dolore. Tu volavi lieve sui giardini della preeternità, poi ti allungavi sopra i gelsomini. Ho visto dei cavalli in mezzo all'erba, sedùti come lo sono spesso i cani. E senza tregua vedo buio intorno. Voglio di nuovo gioia nel mio cuore!, un tempo in alto e pieno di allegria.
Per terre incognite vanno le nostre legioni / a fondare colonie a immagine di Roma / "Delenda Carthago" / con le dita colorate di henna su patrizi triclini / si gustano carni speziate d'aromi d'Oriente; / in calici finemente screziati frusciano i vini, / le rose, il miele. / Nei circhi e negli stadi / s'ammassano turbe stravolte / a celebrare riti di sangue. / ..Conferendis pecuniis / ergo sollicitae tu causa, pecunia, vitae! / per te immaturum mortis adimus iter; / tu vitiis hominum crudelia pabula praebes, / semina curarum de capite orta tuo. [TRADUZIONE SPANNOMETRICA: Tu, o denaro, che sei la causa della vita, volta frenetica all'accumulo del denaro! A causa tua intraprendiamo il cammino della morte prematura.. etc.]
Mi siedo alla maniera degli antichi Egizi: coi palmi delle mani dolcemente stesi sulle gabe, e il busto eretto e naturale - un minareto verso il cielo. Cerco di rilassarmi e abbandonarmi, tanto da non avere più tensioni o affanni. Come se fossi entrato in pieno sonno, ma con i sensi sempre più coscienti e svegli. E un grande beneficio prova il corpo, il cuore e la mia mente che spesso ai suoi pensieri m'incatena. Somma la vista ad occhi chiusi, sottrai la distanza, e il terzo scoprirai che si espande e si ritrova, dividi la differenza.
Ne abbiamo attraversate di tempeste! E quante prove, antiche e dure. Ed un aiuto chiaro, da un'invisibile carezza di un custode. Degna è la vita di colui che è sveglio, ma ancor di più di chi diventa saggio e alla Sua gioia poi si ricongiunge. Sia Lode, Lode all'Inviolato. E quanti personaggi inutili ho indossato, io, e la mia persona quanti ne ha subiti! Arido è l'inferno, sterile la sua via. Quanti miracoli, disegni e ispirazioni.. E poi la sofferenza, che ti rende cieco. Nelle cadute c'è il perchè della sua Assenza: le nuvole non possono annientare il Sole. E lo sapeva bene, Paganini, che il diavolo è mancino e subdolo e suona il violino.
Seduto sotto un albero a meditare, mi vedevo immobile danzare con il tempo: come un filo d'erba che si inchina alla brezza di Maggio, o alle sue intemperie. Alla rugiada, che si posa sui fiori quando s'annuncia l'autunno, assomiglio - io, che devo svanire. e vorrei sospendermi nel nulla, ridurmi e diventare nulla.
Dar daryaye zolmat khorshid ke napadid shod / dar payane safar o zaman nuri shegeft avar / negahra por khahad kard va afaqha baraye har koja / va andar khamushi jazireye baghha khahad derakhshid. [Nel Mar delle Tenebre, quando il sole svanirà alla fine del viaggio e del tempo, una luce mirabile occuperà lo sguardo e gli orizzonti per ogni dove, e nel silenzio brillerà l'Isola dei Giardini.]